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22/12/2004
Associazione Culturale Papillon – Rebibbia onlus


L’ARROGANZA E IL MENEFREGHISMO PARLAMENTARE SUL
CARCERE STANNO CANCELLANDO DEFINITIVAMENTE L’ART.27
DELLA COSTITUZIONE E SEMBRANO INCITARE I DETENUTI ALLA
RIVOLTA.


In questi giorni di vigilia natalizia, una maggioranza
governativa arrogante e vile, accomunata dal classico
atteggiamento “forte con i deboli e supino verso i
potenti”, ha compiuto un altro passo sulla strada
dello stravolgimento del Diritto, mascherandolo con il
fumo mass-mediatico che ha fatto seguito ad alcuni
gravissimi fatti di cronaca.

Invece di programmare ed attuare riforme che
affrontino in positivo i problemi della precarietà,
del carovita, dell’emarginazione e della
tossicodipendenza, hanno strumentalizzato il
sacrosanto Diritto alla sicurezza quotidiana dei
Cittadini per far passare demagogiche misure che
aumentano l’uso della repressione e del carcere ma
che certo non potranno neanche scalfire le cause
economiche, sociali e culturali che sono alla base
della illegalità diffusa, soprattutto nelle grandi
periferie urbane.

Questa manovra è stata di fatto agevolata da
un’opposizione parlamentare divisa tra opportunisti e
forcaioli, tutti troppo impegnati a spartirsi ad ogni
livello le future poltrone del potere politico e
amministrativo per “sporcarsi le mani” sostenendo
seriamente in Parlamento la battaglia di civiltà dei
Cittadini detenuti a difesa dell’art. 27 della
Costituzione, per l’applicazione integrale ed uniforme
della Legge Gozzini e contro il sovraffollamento, la
malasanità e gli abusi che si compiono nell’utilizzo
della custodia cautelare.

Tanto più significativa è stata la nostra pacifica
battaglia di civiltà quanto più triste e squallido è
stato lo spettacolo parlamentare offerto negli ultimi
due anni dalla maggioranza e dall’opposizione, sempre
pronte ad utilizzare i temi della Giustizia per le
rispettive campagne elettorali ma guardandosi bene dal
proporre e sostenere con forza dei provvedimenti che
affrontino seriamente una realtà penitenziaria che è
ormai drammatica e che scivola ogni giorno di più al
di fuori della legalità costituzionale.

Maggioranza e opposizione, ognuna con i suoi diversi
gradi di responsabilità, hanno quindi sepolto e
umiliato la pacifica resistenza di tante migliaia di
detenuti che negli ultimi anni hanno chiesto
null’altro che il ripristino della legalità
all’interno del nostro sistema penale e penitenziario.
Così facendo, l’intero Parlamento ha dimostrato di
considerare un puro e semplice orpello demagogico (il
classico specchietto per le allodole) il dettato
dell’art. 27

della Costituzione che stabilisce il carattere
“rieducativo” e “non afflittivo” della pena.



Giunti a questo punto, noi detenuti vogliamo stringere
idealmente la mano a quanti (di ogni idea politica e
fede religiosa) ci sono stati vicino in questa nostra
lunga battaglia di civiltà.

        Dai gruppi di Cittadini che in varie località
hanno organizzato sit-in e iniziative culturali di
denuncia della situazione nelle carceri, alla Chiesa
Cattolica, che con Papa Giovanni Paolo II ha
recentemente ribadito la necessità di elaborare e
sperimentare un sistema penale diverso da quello
fondato esclusivamente sul carcere, sino ai tanti
Consiglieri Regionali, Provinciali, Comunali e
Municipali che si sono adoperati per verificare la
situazione nelle carceri di loro competenza e proporre
soluzioni nei limiti delle loro competenze;


dalle tante cooperative sociali alle associazioni
laiche e religiose di volontariato, che in ogni
regione tentano di creare un ponte tra la realtà delle
carceri e la società esterna, fino ai più importanti
sindacati degli operatori penitenziari che hanno più
volte ribadito la necessità di riformare in positivo
il pianeta carcere;

dai pochi onesti giornalisti alle tante emittenti
radiofoniche e televisive di ogni tendenza politica (e
in primo luogo “radiocarcere”, di Riccardo Arena, in
onda il martedì alle 21 su radio radicale) che hanno
avuto la voglia e la forza di raccontare ai Cittadini
la realtà penitenziaria e le ragioni della nostra
battaglia di civiltà, fino ai gruppi di tifosi
sportivi che in vario modo hanno manifestato
solidarietà con i detenuti;

A tutti costoro diciamo semplicemente: grazie! Grazie
di esserci stati vicino. Abbiamo perso una importante
battaglia, questo è indiscutibile, ma era nostro
dovere e nostro diritto resistere ad una tendenza
forcaiola che da almeno quattordici anni avanza e
spadroneggia facendo progressivamente scempio dello
Stato di Diritto.

Ai Parlamentari dei partiti di maggioranza e di
opposizione, che in qualche misura sembrano tutti
considerarsi proprietari dello Stato e del Diritto,
vogliamo soltanto dire che il loro atteggiamento verso
la drammatica realtà delle carceri è semplicemente
criminale! Costoro stanno trasformando in una pia
illusione persino l’aspirazione dei detenuti di
arrivare pacificamente ad una profonda riforma
positiva del nostro sistema penale e penitenziario, ed
ogni atto che compiono sembra voler istigare i
detenuti alla rivolta. Sono dei veri e propri
irresponsabili e provocatori.

Per parte nostra, non abbiamo alcuna intenzione di
cadere nelle loro provocazioni o di rinunciare alle
nostre rivendicazioni di legalità e riforme, ed in
questa direzione continueremo a lavorare dentro e
fuori dalle carceri insieme a quanti vogliono
realmente resistere al progressivo stravolgimento del
Diritto.



               Papillon


            



        
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