Massimo Consoli wrote:
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Domani e' il compleanno di un personaggio che non
sarebbe giusto
dimenticare.
PIERRE JOSEPH PROUDHON
(Besançon, 15 gennaio 1809 - Parigi, 16 gennaio 1865)
Nel 1840, il giornalista francese Pierre-Joseph
Proudhon attribuisce ad
una
parola antica di millenni un significato nuovo, per
indicare una
situazione
piu' politica, e che avra' grandi conseguenze nella
storia moderna.
Questa
parola e' "Anarchia", e indica l'assenza d'autorita' e
della sua
manifestazione piu' evidente, il governo. Alla base
c'e' il concetto,
anche
questo espresso da Proudhon, che "la proprieta' e' un
furto".
L'Anarchia ha molti punti di contatto con il
Socialismo Utopistico che
l'ha
appena preceduto. Ma Proudhon non ne e' molto
convinto, anzi, a questa
idologia che ha avuto tra i suoi massimi
rappresentanti, personaggi del
calibro di un Charles Fourier con il suo "osceno"
"Nuovo Mondo
Amoroso",
rimprovera soprattutto il libertinaggio sessuale che
l'ha
caratterizzato. e
arriva a chiedere vent'anni di galera per il sodomita,
o addirittura
che "si
dichiari legalmente scusabile il primo arrivato che ne
ammazzi uno
colto in
flagrante delitto" (1). Altro che "falansteri"
Ad un certo punto pensa di presentare una regolare
denuncia alla
magistratura proprio contro l'immoralita' della
"scuola falansteriana"
composta, secondo lui, di "pederasti" ... "Se si
dimostra che il
fourierismo
e' immorale... questa non potra' essere considerata
persecuzione, ma
"legittima difesa"". Ed arriva a toni che
preannunciano il nazismo e
che
francamente, dal "padre" riconosciuto dell'Anarchia,
uno non se li
aspetterebbe: "Bisogna sterminare tutte le cattive
nature e rinnovare
il
sesso, eliminando i soggetti viziosi; cosi' come gli
inglesi rifanno da
capo
una razza di buoi, di montoni e di porci" (2).
Solo su "Amore e Matrimonio" (1858), sembra avere
qualche dubbio:
"Confesso,
tuttavia, che in questo erotismo "omoiusiano" (3), per
quanto
spirituale ne
possa essere il principio, dimora non di meno un
delitto contro il
mutuo
diritto dei sessi, e questa menzogna del destino, dopo
cosi' begli
inizi,
merita una fine spaventosa".
Ed e' proprio qui che anche lui sente il bisogno di
coniare il suo bel
neologismo per indicare l'omosessuale, visto che,
"omoiusiano", vuol
dire
esattamente questo. L'origine della parola, pero', e'
molto piu'
antica di
quanto non sembri a prima vista. In effetti, questo
era il nome con il
quale
si definivano i membri della confessione ariana che
rifiutava
l'identita' di
sostanza tra Padre e Figlio, cioe', l'"omousia",
diventata dogma di
fede nel
concilio di Nicea del 325. Non identita' ("omousia"),
ma somiglianza
("omoiusia"), sostenevano i seguaci di Ario, che
vennero condannati dal
concilio di Costantinopoli (381) e perseguitati
dall'Imperatore
Teodosio.
Ma come mai tanto astio, da parte di Proudhon?
La saggezza romana ha da tempo spiegato l'arcano con
un'interpretazione
che
vale cento libri di psicologia (e fa meno danni!), e
che puo' essere
cosi'
riassunta:
"Papa che contro i froci striglia
e' uno che de dietro se lo piglia!"
Proudhon e' anche autore di numerosi libri, articoli,
conferenze, da
cui e'
facile capire come veramente la pensi.
Innanzitutto, smonta qualsiasi costruzione positiva
sulla donna. "Il
matrimonio e' la tomba dell'amore", dichiara, per poi
chiedersi dov'e'
che
l'uomo lo debba cercare, questo amore. Con l'amante?
Con la prostituta?
Con
la concubina? Ma questa e' solo "soddisfazione dei
sensi... una
secrezione
dell'organismo... una sentina". La sentina, va
ricordato, e' la parte
piu'
bassa della nave dove si raccolgono gli scoli, ed e'
un luogo "umido,
sporco, puzzolente".
"No!", dice Proudhon, e s'impelaga in una lunga
descrizione degli amori
maschili nell'Antica Grecia dimostrando una conoscenza
piu' che
approfondita
sull'argomento.
E' vero che Achille ama la sua bella schiava ed il
suo migliore amico.
Ma
"che differenza nel dispiacere che prova per loro! Per
Briseide piange,
giura di non combattere piu' e di ritornare in
Tessaglia; per Patroclo,
spezza il giuramento, uccide Ettore, massacra i
prigionieri e conquista
Troia".
E dimostra di saperne molto anche sui Romani, e
perfino sui Cristiani,
sorprendendo il lettore quando fa suo, uno dei piu'
antichi e tenaci
pettegolezzi della nostra storia, prediletto anche da
Federico II°, e
che ha
mandato sul rogo molti tra quelli che hanno avuto il
coraggio di
riferirlo:
"Cos'era questa predilezione tanta profonda del Cristo
per il piu'
giovane
dei suoi apostoli? Per me, come nell'episodio di
Eurialo e Niso, io ci
vedo
una imitazione cristiana dell'amore greco".
Poi, continua: "Perche' meravigliarsi tanto di un
attaccamento che ha
radici
nella stessa natura? Non sappiamo che tra
l'adolescente e l'uomo c'e'
una
reciproca inclinazione composta di mille sentimenti
diversi e i cui
effetti
vanno ben al di la' della semplice amicizia?"
"Ogni uomo ha dei segreti che confida solo al suo
amico, e non ne fa
parola
con la propria donna", continua a scrivere nell'opera
postuma (verra'
pubblicata nel 1875, dieci anni dopo la sua morte),
"La Pornocratie ou
les
femmes dans les temps modernes".
Il suo, di amico, e' Gustave Fallot, che conosce a 22
anni e con il
quale va
a vivere a Parigi mettendo tutto in comune, "camera,
letto, tavolo,
libri,
soldi". "Come ti ho conosciuto, ti ho amato", gli
scrivera' quasi
subito il
giovane studentello di Besançon il 5 dicembre del
1831. La
Correspondence di
Proudhon sara' pubblicata postuma, nel 1875.
Ma l'epidemia di colera del 1836 glielo porta via ed
il dolore che
prova
("Sentii che meta' della mia vita e della mia anima
m'erano state
rubate:
ero solo al mondo") lo precipita nella disperazione
piu' nera. Passera'
un'ora intera in sconsolata meditazione sulla sua
tomba al
Pe're-Lachaise.
Quando descrive un lavoratore del popolo, Proudhon
parla della "sua
energia
appassionata, la forza dei suoi muscoli, il timbro
della sua voce...".
Ed
anche questo in un'opera postuma, "Contradictions
Politiques", mentre
esprime tutto il suo disprezzo per l'effeminato, il
mignon, definendolo
"disgustoso" e considerando con orrore la possibilita'
di una societa'
dove
i sessi, un giorno, finiranno per confondersi tra
loro, "senza maschi
ne'
femmine".
Nella Germania guglielmina Proudhon, invece di
scrivere la sua verita'
piu'
intima ad uso dei posteri, avrebbe fatto parte del
"Der Eigene" di
Brand.
NOTE
Guerin, Essai sur la Revolution Sexuelle, Belfond,
Paris, 1969, p.
231.
2 Proudhon, La Pornocratie ou les femmes dans les
temps modernes,
citato su
Guerin, p. 252.
3 Nell'originale francese, homoïousien.
Massimo Consoli
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