Mercoledì sera è successo ancora. Televisione sintonizzata casualmente sulla trasmissione Mi manda Rai Tre. E tre sono i protagonisti della vicenda della serata, tre persone che magari dopo tanti sacrifici, dopo aver messo via i soldi risparmiati per anni hanno acquistato unauto. E qui lascio correre, non voglio entrare nel merito della scelta di spendere i risparmi derivanti da tanti sacrifici per stringere tra le mani un volante.
I tre malcapitati (milanesi) parrebbero vittime di una truffa: acquistano unauto con consegna garantita nel giro di pochi giorni, scelgono un pagamento rateale, iniziano a sborsare soldi per i bollettini mensili, ma dellauto nessuna traccia. La colpa di chi è? Forse del venditore che non consegna le auto per problemi organizzativi interni, ed infatti, un responsabile del marchio automobilistico, intervistato telefonicamente, afferma di aver revocato a quel commerciante la concessione per la vendita delle sue vetture. Ma non intendo nemmeno approfondire questennesimo esempio di mala gestione o gestione truffaldina con annesso il solito rimbalzo di responsabilità.
Allora, dove voglio arrivare? Alla fine del programma, a Rai Tre, al conduttore del quale ignoro il nome (mi sono sempre vantato, e lo faccio anche in questa sede, di essere tra gli italiani più ignoranti in materia televisiva e con essa presentatori, star, soubrette, veline, clown, giocolieri ecc, ecc). Il vero mal capitato, il sottoscritto, salta sulla poltrona allorché il conduttore conclude il programma con linfelice affermazione speriamo che i nostri tre amici possano ricevere presto la loro autovettura dal momento che probabilmente SONO COSTRETTI A GIRARE IN BICICLETTA.
Mi sarebbe piaciuto sentire una replica, sognavo che uno dei tre amici del conduttore prendesse la parola per dire in bici non si va poi così male
. E invece nulla.
E così la bicicletta se ne esce rafforzata nel suo ingiusto stereotipo di mezzo di fatica, di sacrificio.
Cari tre amici del conduttore, quando avrete finalmente preso possesso delle vostre scatole semoventi che ben si incastreranno tra le altre nel primo ingorgo cittadino, guardatevi intorno: sempre che non vi passi vicino troppo velocemente, potrete vedermi e sentirmi fare drin drin.
Andrea Coscia
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