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solidarietà ai denunciati per i fatti del 6 novembre
Da quando fratelli e sorelle di varie città hanno fatto la spesa a
Panorama e alla Feltrinelli a Roma, il 6 Novembre scorso, in uno dei pochi
modi ad oggi ancora possibili per chi la precarietà di vita la sente sulla
pelle, ministri giudici e poliziotti sono scatenati. Caccia all'untore, i
servi delle politiche di controllo sembrano aver individuato il nuovo
mostro da gettare in pasto all'opinione pubblica manipolata:
l'autoriduttore. A Napoli poi, forse preoccupati di dare un segnale della
ripresa del mezzogiorno sempre d'attualità, la rapina aggravata diventa
addirittura estorsione. Se non fosse tutto molto reale e concreto potrebbe
sconfinare nel comico. Ma così non è.
Abbiamo già avuto modo di dire come di fronte alla barricata che separa
gli autoriduttori, i precari, i denunciati, dai controllori e dalle loro
sponde politiche non abbiamo dubbi su quale posizione prendere. Con queste
brevi considerazioni ma non solo: le iniziative del 11 dicembre scorso
davanti all'esselunga di via papiniano a milano così come il natale
precario nel centro di monza sono occasioni che ci hanno visto supportare
i fratelli e le sorelle di chainworkers, del boccaccio e di tutte quelle
realtà che a livello locale e nel reale cercano di costruire percorsi
alternativi (e al contempo conflittuali) alla precarizzazione della vita.
Continueremo gioiosamente a farlo perché piace anche a noi immaginare che,
per quanto saremo nel nostro piccolo capaci, si deve alzare il livello
dello sconto.