[Cm-roma] d'inquinamento si muore...

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Autor: giuseppe
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Assunto: [Cm-roma] d'inquinamento si muore...
L'Espresso di domani pubblica uno studio epidemiologico
Più decessi nei giorni successivi alle punte d'inquinamento
D'inquinamento si può morire
In Italia 10 mila vittime l'anno



ROMA - Di inquinamento si può morire, soprattutto in città come Napoli,
Roma, Milano. E' quanto emerge da uno studio epidemiologico denominato "Misa
2", pubblicato come supplemento alla rivista "Epidemiologia & prevenzione" e
anticipato sul numero del settimanale 'L'Espresso' domani in edicola. Il
rapporto si basa sui dati raccolti dalle centraline che monitorano i
principali inquinanti nelle 15 città più popolose d'Italia tra il 1996 e il
2002 ed è il frutto del lavoro di un centinaio di epidemiologi di università
e agenzie sanitarie pubbliche e dei tecnici dell'Arpa che gestiscono le
centraline.

Dallo studio emerge che a ogni innalzamento della concentrazione degli
inquinanti nell'aria, seguono immancabilmente nei dieci giorni successivi
più morti e ricoveri, con un totale di decessi stimati in un anno che si
aggira su 2mila. E, visto che le 15 città prese in esame rappresentano un
quinto della popoalzione italiana, il totale delle morti sul territorio
nazionale potrebbe salire a circa 10mila.

Quanto alle cause, si può morire di improvviso aggravamento di malattie
respiratorie già in corso, ma anche d'infarto. Vittime dello smog sono prima
di tutto gli anziani e i neonati, ma anche asmatici, cardiopatici e
diabetici. E la situazione si aggrava d'estate e nel mezzogiorno d'Italia.

Le città più colpite dall'inquinamento sono quelle più popolose e
trafficate: Napoli, Roma e Milano, seguite da Bologna, Genova, Palermo,
Verona. Le classifiche delle città in base ai decessi cambiano a seconda
dell'inquinante considerato. Napoli è la città dove si muore di più per il
biossido di azoto (Trieste l'ultima), mentre Roma è prima per i decessi da
monossido di carbonio (Firenze ultima). Per le polveri, in testa c'è

Palermo, in coda Torino.

Repubblica,
(13 gennaio 2005)