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CLAMORI DALLA COLOMBIA



Bollettino d’informazione dell’Associazione nazionale Nuova Colombia, novembre-dicembre 2004





139 NUOVI ATTENTATI CONTRO SOPRAVVISSUTI DELL’UNION PATRIOTICA



Secondo l’ultimo rapporto semestrale del gruppo Reiniciar, presentato in un’udienza della Commissione Interamericana per i Diritti Umani, con sede a Washington, negli ultimi otto mesi si sono presentati 139 casi di aggressione e violazione dei diritti umani ai danni dei sopravvissuti al genocidio politico del movimento d’opposizione Unión Patriotica.

L’UP, nata a metà degli anni ’80 come risultato del processo di pace tra l’allora presidente colombiano Betancourt e le FARC, ha subito un vero e proprio sterminio ai danni di oltre 5000 dei suoi militanti e dirigenti (tra cui 2 candidati alla presidenza e diversi parlamentari, sindaci e consiglieri) per mano del paramilitarismo di Stato.

Secondo il suddetto rapporto, negli ultimi mesi 21 militanti dell’UP sono stati assassinati (due dei quali con torture), 6 sono stati fatti sparire, 5 hanno subito attentati, 30 sono stati minacciati ed arrestati e 54 sono stati sfollati; altri 5 presentano segni di tortura. I dipartimenti in cui questi crimini efferati hanno avuto maggiormente luogo sono il Tolima, Cundinamarca, il Meta ed il Guaviare, tutti ubicati nel centro-sud del Paese dove è attualmente in corso il “Plan Patriota” del governo narco-fascista di Uribe Vélez.





LA MAGISTRATURA COLOMBIANA USA COME TESTIMONE UN ASSASSINO!



Daniel Caballero Rozo, alias “Patilla”, presunto disertore dell’ELN e coautore materiale dell’assassinio a sangue freddo di tre leaders sindacali di Arauca il 5 agosto scorso, è apparso come testimone in un processo che vede come imputati vari dirigenti popolari di quel dipartimento.

Caballero Rozo, che lavora per l’Esercito come informatore e fa parte del programma di “reinserimento” del Governo, da cui trae benefici giudiziari ed economici, ha già espresso in passato la volontà di eliminare fisicamente i dirigenti delle organizzazioni sociali di Arauca.

Quest’ennesima provocazione, in sintonia con l’operato del Fiscal General della Colombia Luis Camilo Osorio (accusato da molte ONG di avere legami con il paramilitarismo), rappresenta una minaccia diretta ai leaders popolari perseguitati ed un insulto alle vittime cadute sotto il piombo del terrorismo di Stato.





DEPUTATO EUROPEO: L’UE DEVE ROMPERE CON URIBE!



Secondo Giusto Catania, parlamentare europeo del gruppo GUE/NGL, “può l’Unione Europea avere rapporti con governi locali appoggiati dai narcoparamilitari?”

Catania ha espresso la propria soddisfazione per il successo che ha riscosso l’audizione del 20 ottobre scorso al PE di Bruxelles, dal titolo “libertà per Luz Perly Córdoba”, sullo sterminio di sindacalisti e difensori di diritti umani in Colombia. All’audizione, pressoché concomitante con la visita al PE del vicepresidente colombiano Santos, hanno partecipato 15 eurodeputati di quattro gruppi diversi, così come varie organizzazioni internazionali.

Per Catania, il fatto positivo che la Commissione Europea abbia dichiarato che il rispetto dei diritti umani è la priorità della cooperazione con la Colombia deve riflettersi in un riorientamento dei programmi vigenti: “se il Governo del presidente Uribe si prepara ad istituzionalizzare l’impunità garantita ai narcoparamilitari ed ai loro complici delle forze di sicurezza, e se queste ed il suo sistema giudiziario assassinano ed incarcerano sindacalisti e difensori dei diritti umani, allora la Commissione non può ignorare questi fatti gravissimi. Ciò deve portare ad una revisione urgente della cooperazione europea con questo paese”.





NUOVA BASE MILITARE USA IN ECUADOR PER IL PLAN COLOMBIA



L’organizzazione ecuadoriana “Protesta” ha denunciato che gli Stati Uniti stanno costruendo una nuova base militare, nel sud del paese andino, come ulteriore tassello del Plan Colombia, piano strategico militare contro il popolo colombiano e braccio armato dell’ALCA.

Dirigenti di “Protesta” hanno chiesto al presidente del Congresso, Guillermo Landázuri, di svolgere un’inchiesta su questo progetto del Pentagono che era già stato menzionato dal quotidiano peruviano “El Commercio”.

Le denunce contro quest’ennesimo insulto alla sovranità dell’Ecuador hanno smentito la versione ufficiale secondo cui in quell’area si starebbero costruendo ospedali ed aule per l’insegnamento dell’inglese; nella base, infatti, saranno dislocati carri armati ed elicotteri da guerra.

Questa nuova base militare si aggiungerà a quella aerea di Manta, nel nord dell’Ecuador, che con il trito e ritrito pretesto della lotta al narcotraffico è stata ceduta agli USA dal governo fantoccio di Lucio Gutiérrez.





FORTI PROTESTE PER LA VISITA DI BUSH A CARTAGENA DE INDIAS



In occasione della visita in Colombia di Bush, giunto con centinaia di cortigiani al seguito a Cartagena de Indias il 22 novembre, le organizzazioni sindacali, studentesche e popolari in generale si sono mobilitate per denunciare il Plan Colombia e l’arrivo del presidente degli USA.

Bush, ricevuto in pompa magna da Uribe, ha voluto dare un segnale di forte sostegno all’unico mandatario latinoamericano che ha appoggiato dichiaratamente sin dall’inizio l’aggressione all’Iraq. Il fatto che il primo paese oggetto di una visita bilaterale da parte di Bush, dopo la rielezione di quest’ultimo, sia stato la Colombia non è casuale. Uribe, che ha tradito nel suo atteggiamento riverenza e sottomissione, ha discusso con Bush il prolungamento e potenziamento del Plan Colombia ed i passaggi per accelerare l’entrata in vigore del famigerato TLC (Trattato di Libero Commercio), che come altri trattati bilaterali analoghi imposti ad alcuni paesi latinoamericani, è stato concepito da Washington per infilare dalla finestra ciò che non è riuscito a far passare dalla porta, ossia il piano neo-annessionista ALCA.

Nonostante l’impressionante blindatura decine di persone, bruciando bandiere statunitensi e scandendo slogan contro Bush, hanno “assediato” il Forte Manzanillo, sede del ricevimento, mostrando un grande striscione che diceva “Vogliamo una Colombia libera e sovrana, non vogliamo essere una colonia nordamericana!”

Un’altra manifestazione, più imponente, si è sviluppata nel centro della città caraibica, organizzata dalla Centrale Unitaria dei Lavoratori colombiani, CUT, e da altre organizzazioni sociali. Oltre a Cartagena, militarizzata con 15.000 effettivi dell’esercito, della polizia, dell’aviazione e della marina, forti e massicce proteste si sono date anche a Bogotá, Medellin, Popayán, Tunja, Pereira e Cali, dove gli studenti dell’Università del Valle si sono scontrati a lungo con i reparti anti-sommossa.





MOBILITAZIONI STUDENTESCHE IN TUTTO IL PAESE CONTRO LA CRISI E LA REPRESSIONE NELLE UNIVERSITA’ PUBBLICHE



Gli ultimi due mesi del 2004 sono stati caratterizzati da ripetute e molteplici mobilitazioni degli studenti universitari in diverse città e dipartimenti della Colombia.

A migliaia hanno occupato varie facoltà e strutture universitarie, e si sono riversati nelle strade e piazze per rivendicare il diritto allo studio e ad una socializzazione non mercificata del sapere, e per bloccare l’imposizione autoritaria della “riforma” universitaria presentata dal rettore dell’Universidad Nacional Marco Palacios. Il progetto di ristrutturazione del sistema superiore di educazione colombiano prevede, dietro il paravento della “modernizzazione” del settore formativo in funzione delle “sfide della globalizzazione”, tra le altre cose: l’accorpamento, la riduzione della durata o addirittura lo smantellamento di alcune facoltà, l’allocazione della maggior parte delle risorse umane ed infrastrutturali di bilancio ai corsi di specializzazione post-laurea (gran business per un “servizio” accessibile solo ai ricchi), l’aumento fino al 50% delle tasse universitarie attraverso il sistema della “trimestralizzazione”, il taglio del personale tecnico, dei ricercatori e dei
docenti e la privatizzazione delle università con programmi plasmati non in funzione dello sviluppo del paese ma del Trattato di Libero Commercio con gli USA (TLC).

Le mobilitazioni più determinate si sono date nel dipartimento di Santander, nella cui capitale Bucaramanga gli studenti dell’UIS si sono scontrati più volte con i reparti antisommossa. Nonostante minacce ed aggressioni militari e paramilitari, altri cortei, assemblee, occupazioni e sit-in hanno visto protagonisti gli studenti ed i docenti dell’Universidad Nacional, dell’Universidad del Cauca, di quella del Valle, di quella di Cundinamarca e di diverse altre università pubbliche, con pesanti saldi in termini di arresti e feriti.





CONTINUANO I MASSACRI DEL PARAMILITARISMO DI STATO!



Nonostante la retorica e la demagogia circa la presunta cessazione delle ostilità e la “smobilitazione” di migliaia di paramilitari, nell’ambito del processo di pace-farsa tra questi ed il Governo Uribe, il sangue continua a scorrere a fiumi nelle campagne colombiane.

Il 23 dicembre, diversi contingenti paras hanno fatto un posto di blocco sulla strada tra Convención e Cartagenita, nella regione del Catatumbo, dove hanno prima sequestrato e poi assassinato il contadino Jesús Humberto Guerrero Jiménez, a cui hanno anche rubato 10 milioni di pesos, ed un altro giovane bracciante agricolo.

All’alba del 25 dicembre i paramilitari sono entrati nel villaggio Santa Inés, giurisdizione di El Carmen; dopo aver riunito gli abitanti, ne hanno presi sette e li hanno prima vessati e poi massacrati. Uno di questi, Leonel Bayona Cabrales, è stato lapidato da paramilitari che, con sadiche risate, l’hanno finito a bastonate.

Sempre il 25 i paramilitari hanno sequestrato due uomini adulti tra il municipio di Convención e quello di Ocaña, per poi assassinarli nella frazione Culebritas.

Continuando la scorribanda verso il Medio Catatumbo, i figlioli prodighi di Uribe Vélez hanno sfollato migliaia di contadini ed abitanti di Cartagenita, Miraflores e La Trinidad, i quali soffrono attualmente gravissime carenze medico-sanitarie ed alimentari.

Eppure, l’incaricato dell’accompagnamento dell’OEA (Organizzazione degli Stati Americani) a questo processo farsa, il signor Caramagna, ha affermato a più riprese ai media colombiani ed internazionali che tutto procede bene e che le denunce delle organizzazioni contadine e di difesa dei diritti umani sono soltanto slogan...


                
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