USA, la biometria e' una realta' di frontiera
Controlli e schedature per i membri di 27 stati europei, tra cui 
Italia, Gran Bretagna, Francia, e alcuni stati del Pacifico, come 
Giappone e Australia. I 27 Paesi "amici", originariamente esenti dalla 
procedura, sono stati invece inclusi per la cittadinanza europea di 
molti terroristi islamici.
[ZEUS News - 12-01-2005]
Newark, NYC, 7:00 pm: Jerome era appena atterrato, anchilosato dal 
viaggio ed esausto dal jet-lag, non vedeva l'ora di sbrigare le 
procedure di sbarco e arrivare in albergo. Diverse rampe di scale dopo, 
era in coda per il check-out. E' il suo turno: posiziona il dito indice 
sinistro sul dispositivo, poi quello destro, ora lo scanner facciale. 
La macchinetta sputa la ricevuta. Jerome consegna il foglio al 
poliziotto.
  "Mi dispiace, signor... Lessard, ma deve seguirmi. Non puo' essere 
ammesso."
  "Come non posso essere ammesso? Cosa c'e' che non va?"
  "Beh, vede, e' strano... ma dai dati biometrici risulta che esiste 
gia' una persona col suo nome, cognome e passaporto negli Stati Uniti. 
Mi segua per favore..."
  Non e' l'incipit di un racconto di fantascienza, ma quello che 
potrebbe succedere attraverso l'uso della biometria.
  Da circa un anno gli Stati Uniti hanno implementato il sistema US 
Visit, che sta per United States Visitor and Immigrant Status Indicator 
Technology, e permette di schedare tutti i cittadini stranieri che 
varcano i confini con gli USA.
  Attraverso la raccolta delle impronte digitali dei due indici e una 
fotografia del volto, il sistema permette di collezionare i dati fisici 
e "biologici" del viaggiatore, che vengono poi incrociati coi database 
federali contenenti l'elenco dei ricercati o non desiderati in 
territorio statunitense. Il sistema automaticamente verifica 
l'autenticita' del passaporto o del visto e la sua effettiva 
appartenenza al proprietario, inoltre archivia tutte le informazioni 
raccolte all'interno di un database chiamato IDENT.
  Pensato come soluzione alle falle di sicurezza interna che l'11 
settembre aveva smascherato in modo tragico, il programma ha contato 
finora 372 tra arresti e non ammissioni in tutto il 2004: a sorpresa 
pero', tra le persone arrestate non figurano soggetti legati al 
terrorismo, bensi' in gran parte immigrati clandestini con visti falsi, 
ricercati per il mancato rispetto delle leggi di immigrazione, alcuni 
trafficanti di droga, qualche rapinatore e evaso dalle prigioni.
  Costato 700 milioni di dollari, il programma non e' cosi' efficace: 
non sono presenti infatti dispositivi di controllo per le procedure di 
uscita dagli USA. Secondo invece Asa Hutchinson, sottosegretario del 
Dipartimento per la Sicurezza dei Confini e dei Trasporti, 
rappresenterebbe il "gold standard" in fatto di sicurezza e 
convenienza, ed e' solo una parte del piu' ambizioso programma di 
controllo che il dipartimento vorrebbe attuare.
  Secondo il Los Angeles Times sono in tutto 115 aeroporti, 15 porti di 
mare e 50 punti di accesso via terra dotati di questa tecnologia. I 
rimanenti 115 sono in piano di attuazione per quest'anno. E proprio in 
questi giorni il programma e' stato esteso a 50 tra i piu' trafficati 
accessi sui confini di Messico e Canada, piu' sei checkpoint in 
California.
  Peccato che a essere sottoposti al controllo biometrico non sono la 
maggioranza dei cittadini canadesi o messicani: i primi con un 
documento valido e i secondi con la border crossing card, rilasciata 
dal Dipartimento di Stato, possono entrare in territorio USA senza 
ulteriori procedure.
  I controllati e schedati sono invece i membri di 27 stati europei, tra 
cui Italia, Gran Bretagna, Francia, e alcuni stati del Pacifico, come 
Giappone e Australia. I 27 Paesi "amici", originariamente esenti dalla 
procedura, sono stati invece inclusi per la cittadinanza europea di 
molti terroristi islamici.
  Uno smacco che probabilmente non facilitera' i rapporti con Gran 
Bretagna in particolare, e con l'intera l'Unione Europea, in materia di 
trattamento e termini di conservazione dei dati. Alla luce anche della 
decisione della UE di adottare uno standard europeo diverso e 
indipendente da quello americano, nella comunicazione dei dati 
biometrici.
  Alcuni cittadini europei hanno indirizzato al parlamento dell'Unione 
una lettera in cui chiedono la sospensione della raccolta di impronte 
massificata.
  Domandano infatti della liceita' di prendere abitualmente le impronte 
digitali a persone che non sono criminali; avvertono che questo sistema 
non riduce i rischi, anzi fa sentire il cittadino piu' esposto ad 
abusi, anche perche' la misura e' applicata senza il consenso del 
soggetto. Avanzano infine il dubbio che in questo sistema di controllo 
ci sia discriminazione razziale e che il trattamento di dati sensibili, 
tutelato dalle leggi europee sulla privacy, non venga rispettato.
  Gli interrogativi sorgono spontanei sulla garanzia che questo sistema 
non possa venire manipolato. Come vengono clonate le carte di credito, 
cosa ci assicura che non potrebbero avvenire furti di identita'?
  Beatrice Ferrario
   *** E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il 
possibile.
Coloro che si sono limitati a ciò che appariva loro come possibile, non 
hanno mai avanzato di un solo passo ***
-------------- parte successiva --------------
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