Autore: Michele Citoni Data: Oggetto: [RSF] Lettera-appello del pubblico degli autori e degli studiosi di
documentari
Car* amic*, sperando di trovarvi sensibili a quanto affermato nella
lettera riportata qui sotto, vi prego di inviare il testo a
<info@???> e per conoscenza (Cc) a
<info@???> con oggetto "Per favore riaprite la sala video".
Vi prego anche di segnalare questo appello ad altri. Un'ultima
preghiera: nell'inviare la mail a gruppi di altre persone, per evitare
che l'appello prenda l'aspetto di tante "catene" che girano in rete con
sempre minore credibilità e rispettare la privacy di tutte le persone
coinvolte, non fate (e ditelo a tutti quelli che eventualmente
interpellate) il semplice inoltro ("forward") del messaggio lasciando
il testo nella veste di "citazione" (>) e gruppi di indirizzi di altre
persone in chiaro, ma componete un nuovo messaggio e mettete gli
indirizzi nella casella Ccn (copia carbone nascosta).
A: info@???
Per conoscenza: info@???
PER FAVORE RIAPRITE LA SALA VIDEO
Al ritorno dalle ferie estive dello scorso anno la città di Roma si è
ritrovata priva di un importante luogo di trasmissione della cultura:
la sala video del centro sociale Rialtosantambrogio. Qui sono stati
proiettati con regolarità, a cura del RomaDocFest, numerosi
documentari, dai film di denuncia politico-sociale agli sguardi sulla
vita più intimi, privati e soggettivi. Il "cinema del reale" è
attraversato oggi da una varietà di approcci che contribuiscono ognuno
a suo modo a costruire un'indagine su noi stessi e la nostra società
dissonante rispetto alla deprimente offerta televisiva e a un cinema
"di fiction" spesso prevedibile. La sala ha costituito uno dei
pochissimi luoghi di Roma dedicati al documentario, dando spazio anche
a vecchi film di grande importanza per la storia di questo genere
cinematografico, ma ormai dimenticati, e a lavori indipendenti e
autoprodotti che, se non fosse per iniziative come questa, non
avrebbero alcuna circolazione.
A causa di una ristrutturazione del centro sociale tutte le proiezioni
della stagione 2004-2005 non sono finora avvenute. Non vogliamo entrare
nel merito delle scelte del Rialtosantambrogio e dei suoi programmi, ma
come pubblico, autori, studiosi del documentario chiediamo al comitato
di gestione: per favore, restituite alla città questa esperienza
culturale che proprio voi, insieme al RomaDocFest, avete avuto il
merito di promuovere. Sarebbe paradossale che in un periodo in cui il
documentario riceve nuova attenzione e grande interesse del pubblico e
torna a mostrare la sua grande funzione culturale e sociale, proprio a
Roma diminuiscano le sue possibilità di diffusione.