[Incontrotempo] Centro di Documentazione e Lotta 06-10/01/20…

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Autor: Centro Documentazione e Lotta
Data:  
Assumptes nous: [Incontrotempo] riunione cittadina venerdi prossimo?
Assumpte: [Incontrotempo] Centro di Documentazione e Lotta 06-10/01/2005
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* NOTIZIARIO a cura del Centro di Documentazione e
Lotta 06-10/01/2005   *
* http:\\it.geocities.com\verbano\archivi\lc01_05.htm 
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SOMMARIO: Torino, Fiat GM, Bangladesh, Sevel, Coma,
Sidis, Contratti

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06 gennaio 2005

CRISI A TORINO http://www.ilmanifesto.it/

Giorni decisivi per l'area industriale torinese, dove
la crisi ha investito sia il settore auto che quello
dell'informatica. Mercoledì prossimo tornerà sul
tavolo del ministero del welfare la vicenda
dell'Embraco (compressori per frigoriferi Whirlpool,
mille dipendenti), mentre lunedì si dovrebbero
conoscere i nomi degli acquirenti della Streglio di
None (70 addetti), storica azienda del cioccolato
messa in vendita dalla Parmalat, e della Sicme (200
dipendenti), azienda torinese specializzata nella
costruzione di macchine per la smaltatura di fili di
rame, fallita a novembre. Mirafiori riaprirà lunedì 9
gennaio, dopo una lunga cassa integrazione, mentre per
la Oliit (220 dipendenti), fallita lo scorso ottobre,
non c'è alcuna voce su eventuali compratori. La crisi
dell'auto colpisce piccole aziende di componentistica
(sono fallite la Bertoldo, la Sepi, la Capa e
l'Unicar), ma anche storici carrozzieri come
Pininfarina (1600 addetti in cassa integrazione a
rotazione) e Bertone (ieri, i lavoratori hanno
approvato l'accordo che prevede la cassa a rotazione
per una media di 250-300 lavoratori su mille fino al
prossimo autunno). A rischio 150 posti di lavoro alla
Maggiora; in amministrazione straordinaria la Csm
(nata dalle ceneri dell'Olivetti, 280 addetti) e la
Finmak (ex Bull, 500 dipendenti).


08 gennaio 2005

FIAT GM http://www.ilmanifesto.it/

Lunedì gli operai torneranno al lavoro a Mirafiori con
tute di diverso colore. Torneranno in fabbrica, dopo
una lunga pausa trascorsa in casa, in cassa
integrazione. Non resteranno a lungo, però, al
montaggio, in verniciatura, alle presse, alla
costruzione di motori: nuova cassa integrazione si
profila a fine mese. Persino a Melfi si lavorerà meno,
certo grazie a un accordo sindacale che riduce i turni
settimanali da 18 a 15 e consentirà di passare le
notti delle domeniche a letto e non in fabbrica. A
Termini Imerese sono previste due settimane di cassa
al mese, a Cassino in 700 resteranno a casa per 5
mesi, alla Powertrain (la joint-venture con Gm per
motori e cambi) solo una piccola parte della
produzione richiederà 18 turni di lavoro, il resto
solo 10 o 12 turni.

TESSILI: DECINE DI MORTI IN BANGLADESH
http://www.ilmanifesto.it/

E' di 21 morti il bilancio, ancora provvisorio, di un
incendio che ha devastato un'industria tessile alle
porte di Dacca, capitale del Bangladesh. I vigili del
fuoco sono stati impegnati per ore contro le fiamme
che divoravano la "Sun Knit" nel sobborgo di
Siddirganj mentre un fumo denso si levava
dall'edificio di quattro piani. In Bangladesh oltre
due milioni di persone sono impiegate nell'industria
tessile, il cui export porta nel paese 5 miliardi di
dollari l'anno, ma le inesistenti misure di sicurezza
e le precarie condizioni degli impianti elettrici
causano frequenti incendi che mietono decine di
vittime, soprattutto donne.

SEVEL: OPERAI IN SCIOPERO http://www.ilmanifesto.it/

Alla Sevel, dove di solito le adesioni agli scioperi
non superano il 40%, gli operai sono tutti in
agitazione. Quindici ore di sciopero nell'ultimo mese,
che per la Fiat hanno voluto dire 2 mila furgoncini in
meno. Ieri, due ore di fermata per turno, con il 90%
di adesioni. La Sevel - frutto di un'alleanza
Fiat-Citroen-Peugeot - produce 200 mila furgoni
all'anno, dà lavoro a 5 mila persone (4500 interni più
500 nelle terziarizzate), di cui un migliaio precari.
Una cittadina industriale nella Val di Sangro
(Chieti), simile al comprensorio di Melfi. E molto
redditizia: sempre in utile, da ben 4 anni produce 40
mila furgoni in più del budget previsto. Alla Sevel,
come accadeva a Melfi prima dell'ormai celebre rivolta
della primavera scorsa, gli operai hanno retribuzioni
inferiori del 10% (calcolate sull'intero anno) a
quelle del resto del gruppo. E' il risultato delle
maggiorazioni del turno pomeridiano e notturno, alla
Sevel rispettivamente del 24% e del 50%, contro il 27%
e il 60% del resto del gruppo Fiat; inoltre ci sono
benefit non riconosciuti: al ventesimo anno di
anzianità la Fiat dà come premio un'intera mensilità,
qui non avviene. Per non parlare del fatto che per la
particolare metrica dei turni si lavora mezz'ora in
più al giorno. La piattaforma unitaria di Fim, Fiom,
Uilm e Fismic chiede dunque l'adeguamento ai
lavoratori Fiat del resto del paese, e un premio di
risultato di 960 euro lordi annuali. Aumenti
necessari, dato che un operaio al terzo livello e
cinque scatti di anzianità percepisce 960 euro netti
mensili, insufficienti per sopravvivere al caroeuro.


09 gennaio 2005

COMAC: SCIOPERO http://ilmessaggero.caltanet.it/

Ancora proteste nel cantiere di Torre Sud, Centrale
Tirreno-Power a Civitavecchia. Stavolta a lamentarsi
sono i 15 lavoratori della Comac, che tramite la Fiom
Cgil hanno proclamato per domani uno sciopero di 8
ore, con presidio davanti alla centrale. L’impresa,
che fa parte del consorzio Icc, sta ultimando
l’edificio turbogas del terzo gruppo e non ha
corrisposto ai dipendenti le mensilità di novembre e
dicembre e la tredicesima. A sua giustificazione, la
ditta adduce ritardi di pagamento da parte di Enel
Power, la società che cura la riconversione a ciclo
combinato di Torre Sud. La Fiom, però, non si
accontenta di questa spiegazione e oltre ad indire lo
sciopero, ha chiesto un incontro con Tirreno Power,
proprietaria dell’impianto, Enel Power, Icc e la
stessa Comac. Il sindacato chiama anche in causa il
comportamento arrogante dell’Enel e delle società che
da essa dipendono (Enel Power, Enel Hidro).

SIDIS DI LADISPOLI http://ilmessaggero.caltanet.it

Hanno passato la loro prima notte nella sala
consiliare di Ladispoli e minacciano di proseguire a
oltranza la forma di protesta. Non mollano la presa i
13 lavoratori del supermercato Sidis, licenziati il
giorno di Capodanno, che hanno trasformato in un
improvvisato accampamento l’aula del consiglio
comunale. Accompagnati da fidanzati, mariti, mogli e
figli, i lavoratori si sono organizzati con coperte,
cuscini e sacchi a pelo, non spaventandosi nemmeno per
il freddo che nelle ore notturne trasforma il
municipio di Ladispoli in una cella frigorifera. Nelle
ultime ore uno spiraglio di speranza si è socchiuso
per i dipendenti che hanno confermato che non
termineranno l’occupazione del comune fino alla
positiva risoluzione della vicenda. La Cisl avrebbe
ottenuto l’impegno da Cipac e Sidis a partecipare
martedì prossimo a un nuovo incontro presso l’Ufficio
del lavoro di Roma. Sul tappeto la proposta
dell’assorbimento di buona parte del personale alla
società subentrante, l’assunzione di alcune unità nei
supermarket Cipac di Bracciano e Cerenova e il
passaggio di 2 unità a un’altra azienda locale che ha
manifestato la propria disponibilità.

CONTRATTI: SCADUTI PER 1 LAVORATORE SU 4
http://ilmessaggero.caltanet.it

Parlando di contratti, la media dice che nel nostro
Paese un italiano su quattro - circa sei milioni di
persone - attende il rinnovo del suo rapporto di
lavoro; che la media di attesa è di due anni, perché
se alcune categorie devono ridiscutere la parte
economica appena scaduta, per altre la busta paga è
congelata da quattro anni. E sono stati anni di euro.
La media dice ancora che la battaglia si combatte e si
combatterà ancora in un ventaglio compreso tra i 90 e
i 120 euro di aumento, salvo picchi che fanno parte
della confezione di ogni piattaforma. Infine, la media
dice che la parte normativa di ogni contratto sarà
ritoccata pochissimo, appena il 10%, ma rivela anche
che alcuni regolamenti sono più che datati e risalgono
agli anni Trenta, per esempio quello dei vigilantes.
E, naturalmente, dovrebbero essere aggiornati.
Nel pubblico impiego, tre milioni e mezzo di
dipendenti aspettano un nuovo contratto per il biennio
2004-2006 (richiesta 8% di aumento, offerta del
governo 4,2%) ma 190.000 sono in attesa da quattro
anni. E sono i 16.000 addetti agli enti di ricerca
(Cnr, Enea, Istituto di fisica nucleare e altri) e i
170.000 dirigenti. Un paio di scioperi già attuati e
un altro in arrivo per fare pressing su palazzo Chigi.
C’è poi la madre di tutte le vertenze, almeno dal
dopoguerra ad oggi, quella dei metalmeccanici. Oltre
1.600.000 lavoratori che una volta, neppure molto
tempo fa, costituivano la spina dorsale del nostro
sistema industriale. La compattezza delle tute blu
incarnava lo spirito stesso dell’unità sindacale. Le
firme separate sugli ultimi contratti hanno provocato
profonde lacerazioni interne. Adesso Cgil, Cisl, Uil
spingono per arrivare ad una difficile intesa
unitaria, ma le richieste di base (93 euro di aumento
per la Fim, 104 per la Uilm, 150 per la Fiom) sembrano
assolutamente inconciliabili. Per i 315.000 bancari il
contratto è scaduto nel 2001: nel frattempo è stato
firmato l’accordo per il rinnovo della parte economica
relativa al primo biennio, adesso si sta discutendo la
parte normativa del secondo biennio. Gli istituti
bancari non vorrebbero andare oltre il 5,3% di aumento
(120 euro medi mensili), i sindacati sono fermi al
7,3% (185 euro). Difficile ed estenuante si prevede il
percorso negoziale per i 55.000 dipendenti degli
ospedali e delle cliniche private. Uno sciopero è già
stato proclamato per il 24 gennaio. Due scioperi hanno
già consumato i 35.000 vigilantes che, alla vigilia di
Natale e nel giorno di San Silvestro, hanno protestato
per tentare di dare un’accelerata alla trattativa per
il nuovo accordo nazionale (aumenti medi di 120 euro)
e soprattutto per aggiornare una normativa interna che
risale a oltre settanta anni fa. Alle nove proposte di
riforma che stanno ammuffendo in Parlamento, si è
aggiunto un disegno di legge del ministro dell’Interno
Pisanu.
Anche i 30.000 farmacisti e commessi aspettano un
nuovo contratto: negli ultimi quattro anni sono
riusciti a rivalutare le loro buste paga mediamente di
100 euro, frutto di un’intesa sul biennio economico
2002-20033. Sul tavolo negoziale il rinnovo del
biennio 2004-2005, ma anche l’applicazione della
previdenza complementare, il trattamento per infortuni
e malattie e la regolamentazione del mercato del
lavoro, per esempio l’apprendistato di 24 mesi,
richiesto da Federfarma, per i farmacisti neo assunti.
Per ora è muro contro muro.


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