TSUNAMI-DEBITO: MARTONE: IL GOVERNO CI FACCIA VEDERE LE CARTE E RILANCI 
 
In merito al consenso raggiunto dai  ministri delle finanze del G7 sulla 
proposta del Cancelliere inglese  Gordon Brown  di attuare una moratoria 
sul  pagamento del debito dei paesi asiatici colpiti dal maremoto,  il 
Senatore Francesco Martone,  segretario della Commissione Diritti Umani 
del Senato, sottolineando la tragica  inadeguatezza di tale proposta, 
chiede un processo  di verifica  parlamentare sulla composizione dei 
crediti vantati  dall'Italia verso quei paesi. 
"Questo è quanto chiedono varie campagne internazionali,  sostenute  da 
numerosi parlamentari del Nord e del Sud  del Mondo. Riteniamo che i 
Parlamenti debbano svolgere un ruolo di primo piano nell'accertamento 
della composizione dei  crediti e dei debiti,  per rompere la cortina di 
segretezza che ammanta i negoziati al Club di Parigi".
Secondo i dati forniti da ActionAid International  Indonesia, Thailandia, 
India  e Sri Lanka hanno ripagato nel 2002  50 miliardi di dollari per il 
servizio del debito, contro i  3-5  miliardi di dollari della prevista 
moratoria. Questa   risulterà in un aleggerimento che  porterà effetti 
positivi per un solo mese e mezzo, e non intaccherà la stragrande 
maggioranza del debito  di quei paesi in mani  alle banche ed ai creditori 
privati. 
"Rischiamo di trovarci di fronte ad un enorme bluff. Se per ricostruire i 
paesi devastati dallo tsunami ci vorranno  10 anni, dovremo assistere ogni 
anno ad una nuova moratoria?   Quanto dovranno pagare questi paesi 
all'Italia   nei prossimi  10 anni? Chiediamo che a queste domande il 
governo venga a rispondere in Parlamento, fornendoci 
immediatamente tutti i dettagli dei crediti vantati e delle operazioni 
pubbliche e private ad essi connesse, prima della  riunione del Club  di 
Parigi del 12 gennaio, nella quale verranno definiti i dettagli operativi 
della moratoria." ha detto il Senatore Martone,  ribadendo il suo sostegno 
agli appelli  provenienti dalle  varie campagne ed organizzazioni della 
società civile asiatica  (Giubileo Sud, INFID  tra le altre),  che 
chiedono una cancellazione totale dei debiti,  e se necessario procedure 
di arbitrato  internazionale  indipendente per i creditori privati. 
"Il governo italiano si faccia inoltre promotore di  un'iniziativa europea 
presso le Nazioni Unite affinchè sotto l'egida del  Consiglio Economico e 
Sociale venga convocata una riunione dei creditori privati e vengano 
esplorate ipotesi di  arbitrato internazionale sul debito che i paesi 
asiatici hanno verso queste istituzioni" ha concluso Martone. 
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