R: [Forumlucca] STATE CON L'ACQUA O CON I LADRI D'ACQUA ?

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Auteur: tommaso.panigada@tin.it
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Sujet: R: [Forumlucca] STATE CON L'ACQUA O CON I LADRI D'ACQUA ?
Caro popolo dell'acqua..........



                                           ci sono molte novità rispetto
alle vicende che interessano i  nostri territori , penso sia importante
incontrarci per fare il punto su molte questioni aperte


ve ne accenno alcune e attendo risposte ,proposte e impegni concreti per
condividere percorsi e passaggi di una lotta che c'e ed è destinata a
caratterizzare i prossimi anni.

A il testo di legge dell'iniziativa per la ripubblicizzazione del servizio
idrico in toscana è pronto e la campagna inizierà il prossimo 22 gennaio, il
27 dicembre è prevista a firenze una riunione toscana di tutte le realtà
impegnate nella costruzione della campagna di raccolta firme E' FONDAMENTALE
ANDARCI ANCHE DA LUCCA (CHI VIENE???)

STA' NASCENDO UNA VERTENZA A LUCCA SUL CAMPO DA GOLF CHE IL COMUNE
VORREBBE REALIZZARE DENTRO IL CAMPO POZZI DI S.ALESSIO, E' FONDAMENTALE UN
NOSTRO CONTRIBUTO PERCHE' CI SONO LE CONDIZIONI PER VINCERE .

LA VICENDA ATO 1 CON L'AFFIDAMENTO ALLA SOCIETA' GAIA (SOCIETA' CHE NASCE SU
PESSIMI PRESUPPOSTI POLITICO ORGANIZZATIVI),IL NON INGRESSO DEL COMUNE DI
LUCCA CON LE SUE IMPLICAZIONI POLITICHE E PRATICHE

E' SALTATO IL TAVOLO CHE DOVEVA SIGLARE UN'ACCORDO DI PROGRAMMA SULLA
TUTELA DELLA FALDA NELLA PIANA,ORGANIZZARE IL RIUSO DELLE ACQUE DEPURATE
,COSTRUIRE UN POTABILIZZATORE PER L'AREA PISANA
(GLI INDUSTRIALI HANNO ALZATO IL TIRO.... CON OBBIETTIVI TUTTAFFATTO CHIARI)


cari compagni abbiamo la necessità di organizzare la partecipazione di
tutti , la partita è grossa e il terreno di movimento, è l'unico che può
garantire una forza in grado di incidere nei processi in atto costringendo
i soggetti politici più riottosi a prendersi le responsabilità e aiutando
quelli che chiedono supporto nel merito delle questioni e sponda nelle
battaglie.

chi è disposto a discutere e lavorare per costruire strumenti di lavoro
condivisi si faccia avanti.

tommaso panigada
-----Messaggio originale-----
Da: forumlucca-bounces@???
[mailto:forumlucca-bounces@inventati.org]Per conto di Alessio Ciacci
Inviato: mercoledì 22 dicembre 2004 12.14
A: ManiTese Lucca; forumlucca@???
Oggetto: [Forumlucca] STATE CON L'ACQUA O CON I LADRI D'ACQUA ?



bellissimo e molto chiaro queste poche righe di Zanotelli sull'acqua!


STATE CON L'ACQUA O CON I LADRI D'ACQUA ?
DI ALEX ZANOTELLI
In certe occasioni occorre avere il coraggio di dire le cose come stanno,
bisogna saper usare anche espressioni forti se è il caso. E questa volta è
davvero il caso. L'umanità è di fronte ad un bivio, lo scrivo oggi su
Liberazione e l'ho detto qualche mese fa ai parlamentari di Strasburgo: se
non si cambierà rotta, il ricco occidente sarà artefice e complice di
genocidio verso la popolazione povera del pianeta. A che cosa mi riferisco?
Alla privatizzazione dei beni comuni, nello specifico dell'acqua. La
questione non è attuale perché riguarda direttamente oltre cento comuni del
napoletano, Napoli compresa, ma perché investe l'intero pianeta. E perché a
pagarne le care conseguenze saranno come al solito i più poveri. Quello che
sta accadendo a Napoli e dintorni è davvero incredibile e noi, società
civile, partiti politici, istituzioni, associazioni, cittadini comuni, siamo
chiamati ad un impegno a tutto campo perché il peggio venga scongiurato,
perché alla gente vengano offerti semmai più servizi e più opportunità di
sviluppo, perché non si ripeta quanto già verificatosi in Colombia. A
Cochabamba una multinazionale californiana si è impadronita dell'acqua - sì,
proprio impadronita, le multinazionali non sono estranee a certe pratiche -
finché la popolazione non è insorta e si è ripresa quanto le spettava per
diritto universale. Sapete che cosa è avvenuto in quella città colombiana?
Che i prezzi dell'acqua dall'oggi al domani sono cresciuti del 200% e la
gente è scoppiata in rivolta. Questo ha segnato una clamorosa sconfitta per
la multinazionale e per la vergogna della privatizzazione. Una svolta
storica possiamo chiamarla.

Ecco, noi vorremmo che non si arrivasse a tanto, che qui da noi non ci
fosse alcuna rivolta per il semplice motivo che non ci sarà alcun "furto"
dell'acqua. Sarà possibile che ciò accada? Certo è che noi non ci daremo per
vinti, venderemo cara la pelle - come si dice in gergo - a difesa di questo
bene comune prezioso tanto quanto l'aria. A proposito di aria: e se un
giorno pensassero di privatizzare anche questa? Quanto dovremmo pagare per
ogni respiro? Non c'è da stare affatto allegri.

Questo giornale ha avuto il coraggio e la bella idea - penso unico in
Italia - di pubblicare domenica per intero l'appello in difesa dell'acqua
come bene pubblico comune. Oggi, sempre dalle colonne di questo giornale,
voglio confermare con forza quell'appello e parlare non solo di Napoli e
dintorni, ma di quanto accade nel resto del mondo. Tutti mi domandano e ci
domandiamo: ma perché si privatizza anche l'acqua? E che cosa accadrà poi,
il prezioso liquido continuerà ad uscire dal rubinetto? Di sicuro accadrà
poco a chi ha a disposizione denaro in abbondanza per comprarsi le bollicine
in bottiglia. Sarà un dramma per gli altri. Ma è il principio che rivela il
suo marcio fin dalla radice. Se tra l'indifferenza generale dovesse passare
l'idea che un bene comune può essere privatizzato, allora sì che saremmo
alla catastrofe del pianeta. Alla degenerazione morale. Da noi e altrove si
privatizza l'acqua e il sistema idrico generale, fogne incluse, per un
semplice motivo: perché agli enti locali fanno gola i finanziamenti messi a
disposizione dall'Unione europea. E le multinazionali sono lì in agguato.
Per farsi un'idea dello scenario che abbiamo davanti, è sufficiente
ricordare che le prime otto multinazionali dell'acqua al mondo sono europee.
Quanto basta per tremare.

Ma andiamo oltre i nostri confini. Nel 2005 il Trattato Gats di Hong Kong
vedrà al tavolo delle consultazioni non i singoli Stati, ma l'Unione
europea, e in quella sede si giocherà una partita decisiva per le sorti
dell'umanità Se è vero, come sembra, che l'Ue si mostrerà disponibile alla
privatizzazione dei servizi e della stessa acqua, l'indignazione dei popoli
forse non basterà più a fermare lo scempio. Dobbiamo fare qualcosa prima che
la situazione precipiti.

Altri numeri? Eccoli: oggi nel mondo un miliardo e mezzo di persone vive -
se vive e come vive - senza acqua. Il 54% degli africani non ha accesso
all'acqua, così come l'85% della popolazione dell'America latina, il 75% di
quella dell'Asia orientale. Cinque milioni di persone l'anno muoiono per
mancanza d'acqua, aggrediti da malattie da noi curabili. Tutta gente
disperata, gente che si vede calpestata e mortificata nei propri diritti
elementari. Fin quando si potrà andare avanti così?

Tutti noi siamo chiamati a fare qualcosa, a mobilitare le coscienze, a
gridare vergogna, a lanciare campagne. In una parola, a non arrenderci. La
prima cosa da fare - e qui penso soprattutto a Napoli - è politicizzare
l'intera questione, ridare alla politica quel ruolo preminente e decisivo
che pare essersi perso negli ultimi tempi. Non la politica politicante, ma
l'impegno sul territorio, al fianco della gente, degli operai, dei
pensionati. La politica che sposa le vertenze locali e globali. La politica
come sana passione fatta al di fuori dei Palazzi. Bisogna aiutare la gente a
capire l'importanza del problema acqua, divenuto oggi emblema della
riduzione a merce dei beni comuni. Possiamo usare il termine
coscientizzazione della politica per indicare un passaggio che vede il
coinvolgimento dei cittadini insieme ai partiti, alle istituzioni,
all'arcipelago della società civile. A Napoli finora non c'è stato un vero
dibattito sulla privatizzazione dell'acqua, tutto è stato confinato ad alto
livello e questo è un male. Io credo che le giunte, sia quella comunale che
quella regionale e anche la provinciale, abbiano la giusta sensibilità, ma
temo altresì che i soldi alla fine possano risultare decisivi nella scelta
da compiere. Ai partiti chiedo più chiarezza, più coraggio, più voglia di
scendere in campo vicino alla gente. Chiedo che dicano in maniera chiara con
chi stanno: se con l'acqua bene pubblico o con l'acqua da privatizzare e
ridurre a merce. Noi poi sapremo organizzare la nostra Resistenza dal basso.
Certo, non possiamo rassegnarci all'idea che la politica oggi abbia solo un
ruolo decorativo. Né lasciare carta bianca alle multinazionali della
finanza. Dall'acqua di Napoli può partire la riscossa dei popoli.

Alex Zanotelli
Fonte:www.liberazione.it
8.12.04
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