[vpn.roma]
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Se la brevettabilità del software vi sembra ess ere il
male peggiore
che possa
affliggere la società dell'era moderna, auguratevi che
le cose
rimangano nello
status quo.
Già, perché ora negli Stati Uniti d'America c'è chi
pensa che sia
possibile
proteggere attraverso il diritto d'autore (meglio,
visto che si parla
di
U.S.A.: il copyright) anche l'idea. "Che follia!"
direte voi. Ma
leggete e
domandatevi se un'ipotesi del genere non può apparire
quantomeno
verosimile.
Lo scorso 5 novembre James Jess Brown, autore di 34
brani musicali, ha
depositato, presso la Chancery Court di Nashville -
una corte che
giudica in
via equitativa - gli atti per una causa contro Tony
Lane e la Famous
Music,
rispettivamente autore e titolare dei diritti di
Letters From Home,
canzone
accreditata a Lane e David Lee.
L'azione, che in realtà non accusa Lane di aver
infranto alcun diritto
di
copyright, solleva però più di qualche interrogativo:
che relazione può
dirsi
esistere tra due o più compos itori di uno stesso
brano musicale? E
quindi:
quale obbligazione li lega? Ma soprattutto: può l'idea
di un co-autore
essere
usata dall'altro co-autore senza per questo solo
motivo creare alcun
vincolo di
obbligazione nei confronti di colui che ha avuto
quell'idea?
Nei fatti, James Jess Brown accusa Tony Lane di
avergli "rubato"
un'idea, tutto
qui.
Ma è proprio tutto qui? Andiamo oltre: secondo gli
avvocati dell'attore
Lane
avrebbe composto Letters From Home ispirandosi al
contenuto di alcune
lettere
scritte dal defunto padre di Brown alla madre dello
stesso, allorché
egli era
di stanza all'estero a causa di un conflitto che aveva
coinvolto gli
Stati
Uniti.
Dagli atti depositati si evince che Brown stese una
prima, rozza
versione di un
testo per una canzone da rimaneggiare ed eventualmente
terminare in un
prossimo
futuro; dalle note abbozzate dallo stesso Brown a quel
tempo appare
anche
chiaro che il testo fu sottoposto all'attenzione di
Lan e, all'epoca
suo
partner nella composizione di canzoni; ma il duo non
finì mai il brano,
o forse
non ci si mise nemmeno mai seriamente al lavoro.
Eppure qualche anno dopo lo stesso Lane compose la
summenzionata
Letters From
Home in tandem con un altro partner.
I legali di Brown contestano quindi che nel periodo in
esame, quello in
cui lo
stesso James Jess avrebbe sottoposto le liriche
all'attenzione di Tony,
Brown e
Lane formavano un team, ed un team che in sei anni
aveva già composto
14
canzoni insieme. Ai legali di Brown appare dunque
chiaro che il legame
tra i
due all'epoca era di relazione fiduciaria, ciò che
comporterebbe una
certa
responsabilità in capo ad ambo le parti coinvolte al
fine di preservare
il
benessere finanziario di entrambi, oltre alla
riservatezza delle idee
tra essi
scambiatesi.
Secondo la legge americana, in un rapporto fiduciario
- come in quello
paziente-medico curante o cliente-avvocato - le p arti
devono
comportarsi
secondo uno standard di attenzione, lealtà e
confidenzialità reciproca
che è
più alto rispetto a quello normalmente richiesto in un
qualunque
rapporto
d'affari. Lo stesso principio si applica alle parti
che agiscano nel
contesto
di un "formale rapporto di lavoro". Ma - ed è ciò che
qui più rileva -
una
corte può ravvisare un rapporto fiduciario anche in
una partnership in
cui le
parti abbiano lavorato a lungo insieme e la cui
attività prevedesse un
alto
livello di fiducia.
Al momento non risulta alcun precedente che possa
aiutare i legali di
Brown a
stabilire che tra il loro cliente e Tony Lane vi fosse
un tale rapporto
fiduciario, ma in un paese il cui sistema legale è
basato sul
precedente, ove
questo non ci sia può sempre essere fissato in
giudizio.
Personalmente non penso che 14 canzoni in sei anni
possano far ricadere
la
partnership tra Brown e Lane entro lo schema del
"rapporto fiduciario",
stabilito che ben altra cosa sono le partnership
effettivamente
prolifiche,
quali quelle tra Lennon e McCartney, tra Pomus e
Shuman, tra Jagger e
Richards,
o quelle intercorse tra gli autori del cosiddetto
"Brill building",
tutte
relazioni, e quindi rapporti, che hanno visto nascere
molte più canzoni
in
molto meno tempo.
Eppure anche in questo caso torna prepotente la
questione di base:
diritto
d'autore o legge contrattualistica?
Staremo a vedere se l'idea potrà rientrare entro la
protezione del
copyright.
Alessandro di Francia
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