Autore: magnone@chimica.unige.it Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] RICERCATORI PRECARI INTERROMPONO LA DIRETTA DI
TELETHON SU RAIUNO
Sul precariato ricevo la seguente notizia e con piacere trasmetto.
Edoardo Magnone
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I RICERCATORI PRECARI INTERROMPONO LA MARATONA DI TELETHON
Nella serata di venerdi 17 dicembre, un gruppo di ricercatori precari e
di studenti ha interrotto la maratona Telethon, trasmessa da Rai Uno. I
ricercatori hanno aperto uno striscione che recava scritto "Ricerca:
investimenti pubblici, meno elemosina" e hanno un fatto un breve
intervento (v. il testo sotto), ricordando che mentre Telethon chiede ai
cittadini di fare beneficenza per la ricerca scientifica, il governo
Berlusconi taglia i finanziamenti alla ricerca e blocca l'assunzione di
nuovi ricercatori. Addirittura, questo governo manca ad impegni assunti
di fronte alla comunità internazionale, e rifiuta di versare il proprio
contributo al fondo mondiale per la lotta all'AIDS, deciso a Genova nel
vertice del G8 del 2001. I denari necessari a sostenere la guerra
preventiva, invece, sono sempre disponibili.
I ricercatori sono stati costretti a "prendersi" questo spazio
televisivo, in quanto ogni altra occasione ufficiale di dialogo con le
istituzioni e l'opinione pubblica è loro negata. Si impedisce così di
parlare delle condizioni di estrema precarietà in cui si studia e si
ricerca nelle università, e dei prossimi progetti del ministro Moratti,
che puntano ad eliminare la figura del ricercatore precarizzando
ulteriormente il settore. Già oggi 55000 precari tengono in piedi
laboratori e università nel nostro Paese, e chiedono maggiori
investimenti pubblici. Le elemosine, pur meritorie, raccolte da
Telethon, sono solo il secchiello con cui si intende svuotare un oceano.
La Rai ha prontamente preso le distanze dall'iniziativa, mettendo in
dubbio la professione e la professionalità dei ricercatori intervenuti e
accusandoli di aver negato diritto di replica a Telethon. Per quanto
riguarda la loro reale identità, i ricercatori intervenuti dichiarano di
essere disponibili a intervenire di nuovo, sui mezzi di comunicazione
realmente interessati allo stato della cultura, perché ognuno possa
verificarne ruolo e funzioni; sul diritto di replica, i ricercatori
ricordano di aver lasciato a Telethon 40 ore (la durata dell'intera
maratona) meno un minuto per commentare e replicare all'intervento: ai
ricercatori sembra un tempo sufficiente, sebbene per l'attuale governo
anche un minuto di dissenso sia insopportabile.
L'INTERVENTO DEI PRECARI
Siamo studenti e ricercatori precari che lavorano e studiano ogni giorno
nei laboratori e nelle università di questo Paese. In questa
trasmissione, si chiede ai cittadini di sostenere la ricerca scientifica
finanziandola con le loro donazioni. Lo stato della scienza italiana è
però pietoso e ridotto ai minimi termini per la mancanza di
finanziamenti pubblici. Chi fa ricerca tutti i giorni sa che l'elemosina
non basta a risolvere i diversi problemi che affliggono università e
ricerca.
Mentre qui si chiedono i vostri soldi, il governo, una volta ancora,
taglia i fondi per la ricerca, blocca le assunzioni di nuovi ricercatori
e rifiuta addirittura di versare il proprio contributo al fondo mondiale
per la lotta all'AIDS, nonostante l'impegno assunto di fronte alla
comunità internazionale.
Il mancato sostegno alla ricerca si manifesta nella dilagante precarietà
del personale scientifico, nell'assenza di servizi per gli studenti e
nell'impossibilità di sviluppare progetti scientifici di lungo periodo.
In ogni occasione pubblica il governo Berlusconi dichiara di voler
sostenere sviluppo e formazione aumentando gli investimenti. Ma in
Italia, in realtà, solo l'un per cento del PIL viene speso per la
ricerca: la più bassa percentuale dell'Unione Europea. L'esistenza
stessa di Telethon, che si appella al buon cuore e alle tasche degli
italiani è la prova della latitanza dello Stato. Tutti i telespettatori
devono rendersi conto che, qui a Telethon, si tenta di svuotare il mare
con un secchiello.