[Incontrotempo] precari stoppano dati e news

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Autor: Infoxoa
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Assunto: [Incontrotempo] precari stoppano dati e news
Prendiamo spunto dall'articolo sul manifesto (vedi sotto) per solidarizzare anche con la lotta dei precari per il diritto alla casa a Roma sgomberati dalla celere. E' la seconda occupazione di decine di famiglie senza casa e precari che viene sgomberata a Roma nel giro di due settimane, luoghi abbandonati dalla regione Lazio capeggiata da Storace che ordina gli sgomebri per chi ne ha diritto e per i precari e allo stesso tempo avalla e sostiene apertamente le occupazioni dell'estrema destra romana. Una lotta quella per la casa, che sta facendo saltare tutti gli altarini di centrosinistra e destra e che sta aggregando centinaia di persone, precari e senza casa, in una rivendicazione in grado di essere spazio trasversale di comunicazione (azione comune) tra precari. Solidarietà va quindi a chi sta conducendo questa battaglia per rivendicare casa e reddito a partire da una condizione di precarietà diffusa.
Solidarietà anche ai precari in lotta dell'Istat che ancora una volta danno il segno di una lotta possibile e duratura sotto il segno dell'autorganizzazione.
Un abbraccio agli studenti del neonato spazio romano "esc" fermati dalla polizia la scorsa notte.
Solo la lotta paga!
Infoxoa

dal Manifesto 11/12 pag. 4
I precari stoppano l'Istat
Protesta dei lavoratori: i dati sul Pil ritardati di 4 ore
GIA.D.V.
Quattro ore di ritardo nella diffusione del comunicato stampa sul Pil del terzo trimestre. Questo il risultato della mobilitazione dei dipendenti dell'Istat, che hanno bloccato la sala stampa per protesta contro il blocco del turnover nella pubblica amministrazione previsto in finanziaria e per il rinnovo del contratto di lavoro, ormai scaduto da tre anni. Tutto è cominciato ieri mattina intorno alle 9 e 45, quando i giornalisti stavano cominciando ad arrivare nella sala stampa per il tradizionale briefing che precede la diffusione dei dati. I lavoratori (una trentina in tutto) hanno occupato la stanza e improvvisato un'assemblea per sensibilizzare la stampa ai problemi occupazionali dell'istituto. Problemi che riguardano soprattutto il diffuso precariato all'interno dell'Istat, visto che un dipendente su quattro lavora sulla base di una tipologia contrattuale estremamente flessibile.

All'istituto di statistica infatti l'organico in ruolo (assunto cioè con un contratto a tempo indeterminato) è composto da 2.094 persone, i lavoratori a tempo determinato sono 444, mentre i co.co.co sono 311. Questi ultimi sono quelli che di fatto realizzano le rilevazioni sul campo, consegnando e ritirando i questionari ai cittadini per quanto riguarda la rilevazione mensile sulla forza lavoro. Un organico però che, oltre ad essere composto in gran parte da precari, è sottodimensionato rispetto al volume di attività svolto dall'Istat. La pianta organica deliberata dall'istituto, e approvata dalla presidenza del consiglio, per essere in grado di svolgere le proprie funzioni in modo adeguato si aggirerebbe attorno alle 2.900 unità, non considerando però gli oltre 300 co.co.co. Quindi il gap di personale sarebbe intorno alle 450 unità. Un gap destinato però a perdurare se venisse approvato il blocco del turn over nel pubblico impiego (se non ad aumentare considerando i pensionamenti nei prossimi anni).

La protesta quindi si è focalizzata sulla necessità di una deroga a tale blocco per gli attuali precari, nonché sulla rivendicazione di un rinnovo contrattuale che tarda a venire da ormai da tre anni. Sul gap di personale si è mostrato sulle stesse posizioni dei dipendenti il direttore generale, Olimpio Cianfarani. «Mancano circa 900 unità (considerando anche i precari, ndr) - ha detto il direttore generale - e se avessimo tutti i soldi necessari le assumeremmo». Invece, l'Istat assumerà 31 lavoratori il 27 dicembre in relazione ai concorsi del 2001 e conta di «bandire nuovi concorsi per 174 posti, almeno 39 per dirigenti di primo e secondo livello e 24 per personale di quarto livello entro la fine dell'anno».

La mobilitazione si è poi conclusa quando il presidente Luigi Biggeri ha comunicato che martedì prossimo avrà un incontro con il ministro della funzione pubblica, Mario Baccini, per illustrare le esigenze dell'Istituto, che fra l'altro non ha potuto ancora approvare il bilancio di previsione per il 2005 a causa di un buco di 18 milioni di euro. Un incontro che per ora ha placato le rivendicazioni dei dipendenti, i quali si sono detti però pronti a riprendere lo stato di agitazione qualora la situazione non si sbloccasse. «Abbiamo convocato un'assemblea per giovedì prossimo - ha riferito Fabrizio Stocchi, precario Istat - per valutare i risultati del faccia a faccia. Siamo pronti a nuove forme di mobilitazione nel caso di un nulla di fatto. E stavolta sarebbero più eclatanti, visto che il tempo stringe per protestare contro una finanziaria in dirittura d'arrivo».

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