[RSF] riflessioni x din e altri

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Autore: pilar_castel@inwind.it
Data:  
Oggetto: [RSF] riflessioni x din e altri
maria d'erme donne in n ero wrote:

Vi propongo tre occasioni di riflessione:

1) è un brano di un’ intervista ad Ambra Pirri
che l’anno scorso, presso la casa int. delle
donne, ha tenuto un ciclo di incontri sugli
studi post coloniali ( leggi Spivak.) ( se
interessa porterò l’intero articolo e il
programma degli incontri)

Ritieni che il pensiero politico "democratico" e
i "femminismi" dell’Occidente debbano quindi
spostarsi su questi nuovi terreni?
Mi sembra che l’Occidente continui a proporsi
e a pensarsi come il soggetto sovrano, unica
fonte di conoscenza e verità universali e
continui a riempire il mondo delle sue
rappresentazioni, dei suoi valori, dei suoi
concetti, dei suoi modi di comprendere e
interpretare la realtà.
All’Occidente viene fatta la stessa critica che il
femminismo ha fatto al maschio e alla sua
pretesa di essere, appunto, il soggetto
sovrano, l’Uno e l’ Universale. Succede,
purtroppo, che il femminismo o i femminismi
occidentali siano spesso complici di questo
mostruoso soggetto sovrano che è
l’Occidente stesso.
Come femministe occidentali, forse
dovremmo imparare ad ascoltare le altre
donne, piuttosto che parlare al posto loro
sotto forma di femministe benevolenti,
convinte che il LORO modo di accedere alla
politica o alla sessualità sia arretrato e vada
corretto dalla nostra illuminata compassione
e consapevolezza.
Così facendo facciamo il gioco dello specchio
di cui parla Virginia Woolf: rappresentare
l’Altra del Terzo Mondo come una sorella
svantaggiata serve a farci sentire soggetti
liberati – a rimandarci un’immagine di noi
stesse ingrandita. E’ così che si diventa
soggetti, in senso maschile intendo,
costruendosi un oggetto, un Altro inferiore,
alterizzato, alienato.
E’ questa, mi chiedo, la soggettività che
vogliamo?


2) 
è una recensione, recente, de Le  Tre Ghinee
“In Le tre ghinee, scritto nell'inverno 1937-38 
mentre la guerra stava per diventare una 
dolorosa realtà, Virginia Woolf immagina di 
ricevere tre lettere che contengono una 
richiesta in denaro per tre cause, la 
prevenzione della guerra, una università 
femminile e un'assistenza alle donne che 
vogliono esercitare una professione. Nelle 
immaginarie risposte l'autrice dimostra come 
le tre cause siano identiche e inseparabili; 
come alla radice di tutto ci sia il potere 
garantito dalla violenza, uno stesso 
meccanismo che produce il patriarcato e il 
fascismo, che fa l'uomo protagonista di un 
contesto sociale e isola la donna nella sfera 
privata, alienando entrambi. Nell'aprile 1938, 
alla fine di questo lavoro, Virginia Woolf 
scrisse nel suo diario: "Hitler dunque sta 
accarezzando i suoi spinosi baffetti. L'intero 
mondo trema: e il mio libro sarà forse come 
una farfalla sopra un falò consumato in meno 
di un secondo".    


"Il modo migliore per aiutarvi a prevenire la
guerra non è di ripetere le vostre parole e
seguire i vostri metodi, ma di trovare nuove
parole e inventare nuovi metodi. Non è di
entrare nella vostra associazione, ma di
rimanere fuori pur condividendone il fine. E il
fine è il medesimo: affermare il diritto di tutti -
di tutti gli uomini e di tutte le donne - a vedere
nella propria persona i grandi principi della
Giustizia, dell'Uguaglianza e della Libertà".
Le tre ghinee, Virginia Woolf
    

3) il terzo brano è in inglese, è molto lungo, e
racconta della condizione delle donne
palestinesi detenute, ve lo porto.
Ditemi la vostra
Ciao a domani al sit-in
milva


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