[Consumo critico - Milano Social Forum] Olio ogm al Carrefou…

Delete this message

Reply to this message
Author: xawcos@tin.it
Date:  
Subject: [Consumo critico - Milano Social Forum] Olio ogm al Carrefour
http://www.greenplanet.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=6641

L'OLIO OGM A L'ITALIENNE

Beccato. Si chiama "Giusto" e costa solo 89 centesimi di euro nella sua
elegante bottiglia di PET. È fatto con i migliori semi di soia geneticamente
modificata.
Un appello alla cyber-azione.

GREENPLANET COLPISCE ANCORA

Una nostra corrispondente ci segnala che non è assolutamente necessario
sopportare i disagi di un viaggio in Belgio se si desidera acquistare dell'huile
à partir de soia génétiquement modifié.

Ben da prima che ci pensasse Carrefour (che questa settimana ha introdotto
nella sua linea "N°1, la marque la moins chère de Belgique" un olio a base
di soia OGM) l'eccezionale opportunità è stata colta da un'azienda italianissima,
dimostrando (ma ce n'era bisogno?) che in quanto a innovazione, creatività
e genialità, la nostra imprenditoria non è seconda a nessuno.

La Casa olearia italiana spa con sede legale a Ostuni (BR) e stabilmento
a Monopoli (BA), infatti, facendosi un baffo (o, per meglio dire, un moustache)
della grandeur francese, ha bruciato sul tempo la catena d'oltralpe, proponendo
ai gourmet suoi affezionati clienti un irresistibile olio di semi vari,
un raffinato ed esclusivo melange di olio di semi di soia geneticamente
modificata e di oli di girasole.

Al prezzo al pubblico di Euro 0,89 (come si sa, la qualità si deve pagare)
per un un'elegante ed ecologica bottiglia di purissimo PET da 1 litro, il
prodotto è stato individuato dalla nostra attenta corrispondente in un esclusivissimo
supermercato di Manduria (TA).

Per i più fini conoscitori, per chi sa davvero discriminare, l'azienda offre,
nella stessa linea e in contenitore simile, anche dell'olio al 100% da soia
geneticamente modificata, ma al momento della rilevazione della nostra corrispondente
il gradimento di questo nettare degli Dei tra i consumatori era stato tale
da lasciare gli scaffali completamente sguarniti (appena ri-assortiti vi
documenteremo).

Gli amanti del made in Italy che non volessero privarsi di questa superba
gemma della grande tradizione olearia nazionale, non indugino e si rechino
subito a Manduria (la provincia di Taranto, purtroppo, è priva di collegamenti
aerei, ma si può sempre fare scalo a Bari o a Brindisi).

Visto il periodo natalizio, perchè non utilizzare "Giusto" come gradita
strenna ai propri cari?
È possibile ordinarne direttamente un autotreno (ma anche una pedana) direttamente
al confezionatore, con risparmi sul prezzo di vendita al pubblico davvero
interessanti.

L'imballo secondario è un praticissimo termopacco da 12 bottiglie (con un
ingombro di soli 35,5 cm x 25 x 27,2) dal peso contenuto in 11,6 kg.
(E in un europallet ci stanno ben 600 bottiglie: pensate a quanti amici,
parenti e colleghi potreste far contenti con un presente così utile e originale!)


(nell'immagine: Monopoli, particolare)

----------------------

AGGIORNAMENTI DA GREENPEACE (SUGLI SCAFFALI È TORNATO L'OLIO 100% DI SOIA)

Scrive Federica Ferrario (responsabile campagna OGM di Greenpeace Italia):

Grazie per la segnalazione!
Gli attivisti pugliesi stanno rifacendo il giro dei supermercati (lo scaffale
dell'olio di soia a Manduria è stato rifornito...), così ci "divertiremo"
a vedere chi li tiene in negozio...
Oggi daremo anche noi il "benvenuto" a quest'olio che andrà a unirsi, come
rappresentanza italiana, agli altri circa 40 prodotti trovati a livello
europeo.
Sperando di tornare il prima possibile a quota "39" nel panorama europeo,
vi saluto.

Federica

***********************



ADERISCI ALLA CYBER-AZIONE DI GREENPEACE!

GREENPEACE HA PREDISPOSTO UNA LETTERA DA INVIARE A CASA OLEARIA ITALIANA
CHIEDENDOLE DI ADOTTARE OGNI MISURA NECESSARIA PER EVITARE L'USO DI OGM
NELLE SUE PRODUZIONI.
FIRMA IL MODULO CHE TROVI ALL'INDIRIZZO http://www.greenpeace.it/ogm/prodotti.html
!

***********************

DA MONOPOLI PARTE LA CROCIATA: "BOICOTTIAMO L'OLIO OGM"

La nuova bestia nera del movimento anti-ogm è un liquido giallino prodotto
nell?Amazzonia degli ulivi, ovvero nelle campagne di Monopoli.
Dove agronomi e ingegneri teorizzano un parco delle piante secolari, dalle
quali Legambiente sta per produrre un olio Doc.
Anche la società che produce l?olio di Frankenstein mantiene saldo, nel
nome e nella sua promozione pubblicitaria, il legame con la tradizione molto
pugliese di ricavare il condimento da quei carnosi frutti ovali che crescono
sugli alberi.
E invece "Casa olearia italiana", azienda di Ostuni con sede a Monopoli,
propone il suo pallido olio, chiamato "Giusto", con "semi di soia geneticamente
modificata" misto ad altro olio di semi.
Un litro costa 89 centesimi e qualche massaia apprezza, soprattutto di questi
tempi.
Più di qualcuna, spiegano gli attivisti del sito Internet "Greenplanet",
che ironizzano: «Per i più fini conoscitori, per chi sa davvero discriminare,
l?azienda offre, anche dell?olio al 100 per cento da soia modificata, ma
al momento della rilevazione il gradimento di questo nettare degli Dei tra
i consumatori era stato tale da lasciare gli scaffali sguarniti».

Sebastiano Venneri, di Legambiente, annuncia: «Lanceremo una campagna di
boicottaggio davanti ai supermercati: è assurdo che questa roba sia prodotta
in Puglia».
E Greenpeace: «I nostri attivisti pugliesi stanno facendo il giro dei supermercati,
ci divertiremo a vedere chi lo tiene in negozio».
Ma "Casa olearia" alle battaglie degli ambientalisti è abituata: è già nel
mirino dei Verdi per il "termovalorizzatore" che sta realizzando a Monopoli.
In realtà, quello di "Casa olearia italiana" non è un vero e proprio termovalorizzatore:
è una centrale a biomasse.
Ma i Verdi di Monopoli temono che, autorizzazione dopo autorizzazione, si
appresti a diventare, come la "Olearia pugliese" di Modugno, un vero e proprio
impianto di trattamento dei rifiuti.
Il proprietario dello stabilimento, del resto, Nicola Marseglia, è stato
più volte accusato, in passato, di alimentare l?importazione di olio di
colza o di nocciola da Paesi come la Turchia e la Tunisia, venduto poi come
"olio extravergine di oliva" in Italia.
Se n?è parlato anche in una trasmissione di Report, ma nessuno è mai riuscito
ad andare oltre le congetture e l?imprenditore è risultato sempre estraneo.

Ora deve vedersela contro i nemici dell?olio Ogm.
Spiega Venneri: «Commercializzarlo è assolutamente legale. Noi, però, dubitiamo
che i consumatori siano informati su quello che comprano. L?etichetta che
specifica "olio da organismi geneticamente modificati" è piccolissima».


La campagna degli ambientalisti, intanto, è partita. Soprattutto da Manduria,
dove Greenplanet, ha effettuato la sua "rilevazione".
E il caso scoppia proprio in un momento in cui si teme che il prezzo dell?olio
possa diminuire, analogamente a quel che è avvenuto per l?uva da tavola.

Eppure, fino a quest?estate tirava un buon vento per l?olio: stando ai dati
dell?Unaprol, le vendite di extravergine sono in aumento e ad agosto erano
già ridotte le scorte delle olive da tavola.
Quel che invece stenta a diffondersi è la produzione degli oli a denominazione
di origine protetta che, malgrado gli sforzi e gli incrementi, continuano
a rimanere un prodotto di nicchia, anche a causa dei costi.
Biologico e Dop stanno conquistando sempre più mercato.
Ma quando bisogna stringere la cinghia, i consumatori diventano sempre meno
esigenti e si accontentano di tutto, anche dell?olio Ogm.
A meno che si punti, come sta facendo Legambiente, sulla sensibilizzazione
sociale: l?associazione ambientalista sta producendo, insieme alla cooperativa
"La Pugliese" di Carovigno, un olio tratto dagli ulivi secolari.
Per finanziare anche il parco degli ulivi secolari che docenti del Politecnico
e agricoltori vorrebbero realizzare proprio tra Monopoli e Ostuni.
Un?altra idea di olio.

Repubblica, 4 dicembre 2004

---------------

"NON CE LO TROVEREMO NEI RISTORANTI?" SI CHIEDE RADIO LIFEGATE

E' lì, al supermercato, nella sua bottiglia di plastica, in mezzo agli altri.
Costa molto poco, 89 centesimi al litro. Lo produce una grande azienda olearia
meridionale. E' il primo "prodotto a partire da soia geneticamente modificata"!

Eccolo, l'olio di semi OGM.

Lo ha scovato tra gli scaffali di un supermarket in Puglia un corrispondente
di Greenplanet.net.
E' il primo olio di semi transgenico italiano, è "olio di soia geneticamente
modificata e semi di girasole", ed è in vendita, con la sua etichetta.
E' il primo olio Ogm che compare al supermercato. Ricordiamolo, in Italia
sarebbe legale vendere OGM nei supermercati.
Da aprile 2004 si può, ma con l'obbligo di etichettatura.
Finora però non c'era nessun prodotto.
Erano state fatte ricerche, e non ce n'erano, forse per il fatto che gli
italiani paiono non gradire prodotti OGM: il 70% non li vuole, secondo i
dati dello stesso Ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno, intervistato
da LifeGate.
Ora, invece, ecco il primo olio "prodotto a partire da soia geneticamente
modificata".
In vendita, con regolare dicitura in etichetta, a 89 centesimi al litro.
Molto poco.

Il tema su cui ci si può interrogare è questo.
Leggendo l'etichetta un consumatore attento può accorgersene - certo dovrebbe
controllarne il retro.
Ma se questo olio viene usato in mense, ristoranti, bar, come possiamo accorgercene?
"Non c'è modo di individuare l'olio Ogm se utilizzato in ristoranti - ci
conferma Roberto Pinton, direttore di Greenplanet, intervistato su LifeGate
Radio - c'è l'obbligo di indicare tra gli ingredienti la presenza di OGM.
Ma non c'è obbligo sui menù dei ristoranti, o sui cartelli all'esterno;
effettivamente non avremo certezze, a meno che non ci sia un'asserzione
'ogm-free' del ristorante...".
"Noi abbiamo individuato quest'olio in un supermercato in Puglia, ma essendo
prodotto da una grande azienda olearia, sarà in tutta Italia. E' vero che
in etichetta, sul retro, si legge 'prodotto da soia geneticamente modificata',
ma il carattere con cui è scritto è minuscolo. Ci possiamo aspettare che
chi non è abituato a leggere gli ingredienti anche dell'olio ("è olio" -
si può pensare), lo acquisti senza volerlo.
Trattandosi poi di olio da frittura ci sarebbe da attendersi che un ristorante
di qualità eviti questo prodotto, ma non è escluso che nei locali di più
basso costo...
Un nodo affrontato in Germania a marzo di quest'anno: per indicare la presenza
di Ogm anche nei ristoranti stanno pensando di imporre una norma che marchi
chiaramente anche i menu con Ogm, ma è solo un'ipotesi".

Su quest'olio Ogm, insomma, che non scivoli via la nostra attenzione...

Stefano Carnazzi e Claudio Vigolo


Greenplanet.net, 2 dicembre 2004
Greenpeace, 3 dicembre 2004
Lifegate, 3 dicembre 2004