[Incontrotempo] officina non si tocca!

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著者: rafael@acrobax.org
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題目: [Incontrotempo] officina non si tocca!
http://italy.indymedia.org/news/2004/12/687932.php


UNO SGUARDO RETROSPETTIVO SULL'ESPERIENZA STORICA DI OCCUPAZIONE E LOTTA A
NAPOLI

01 05 1990

A metà del guado del primo anno dell'ultimo decennio del secondo millennio,
Due anni prima di tangentopoli ed otto anni dopo il terremoto,
Nel pieno del movimento della Pantera ed a pochi mesi dalla I guerra del Golfo,
Napoli sperimenta una forma inedida di protagonismo diretto dei giovani.

Viene occupato uno stabile a Via Carlo di Tocco, nr.99.

In piena zona orientale, quartiere dormitorio schiacciato tra la
deindustrializzazione
e la lottizzazione del nuovo centro direzionale, un gruppo di donne ed uomini,
studenti e disoccupati, militanti degli anni '70 e proletari di quartiere danno
vita ad una esperienza già conosciuta da anni nel nord italia, e che rivive nei
racconti dei giovani emigranti: la riappropiazione diretta di spazi sociali.

L'occupazione delle case sfitte ha vissuto una stagione prolifica nel post
terremoto, ma nel meridione stentano a svilupparsi esperienze collettive di
autogestione.

L'eroina domina i quartieri, l'alienazione urbana subentra all'edonismo
reganiano ed al gelido dirigismo tacheriano. Gli sprechi ed i ladrocini degli
anni '80 stanno mostrando il loro passo corto, nello stesso anno crolla il muro
di Berlino ed il capitale mondiale integrato inizia la sua lunga corsa verso il
dominio globale dell'economia sulla politica.

Il lungo ciclo delle lotte operaie è chiaramente chiuso, e con lui si compie il
riflusso delle organizzazione della sinistra extraparlamentare, le galere di
stato sono ancora piene di centinaia di prigionieri rivoluzionari. Da pochi
anni si è vinto uno storico referdum contro il nucleare, che ha visto in nuce
il nucleo nuovo della sinistra critica e di base. Uno sguardo sul futuro e
nuove forme di protagonismo vengono delineate dai movimenti ambientalisti e
contro le basi militari.

L'occupazione di Officina 99 ha attraversato quasi 15 anni di vita di questa
città, ha resistito a due sgomberi e diversi arresti mirati e preventivi. A
partire dall'Assemblea Nazionale "L'utopia ed il progetto: Rompere la Gabbia"
del 1991, il collettivo politico di gestione si è rapportato ed è stato parte
attiva e riconosciuta di tutti i movimenti sociali napoletani, italiani,
europei ed internazionali.

Da lì nascono i colletivi internazionalisti di appoggio alla I Intifada, le
lotte degli studenti medi ed universitari del 1993 e 1994 contro il I govenro
Berlusconi e la privatizzazione del sapere(SABOTAX), l'occupazione del Lab.Okk.
Ska, le sinergie con il movimento dei disoccupati organzizzati di Banchi Nuovi
(l'ultimo che è andato a lavorare). Attorno ad Officina 99 ruota il collettivo
di appoggio alla rivolta zapatista che participerà al I ed al II Incontro
Internazionale contro il Neoliberismo e per l'umanità (1994 e 1995),
praticamente il primo embrione di Porto Alegre e del Movimento No Global.

Migliaia di concerti a prezzo politico, centinaia di rappresentazioni teatrali e
cinematografiche, innumeri ore di tempo liberato e sottratto al degrado ed
all'alienazione, per reinventarsi come intelligenza collettiva e sfida di
costruire un futuro migliore qui, ora e subito.

Rifiuto di rassegnarsi all'accettazione dell'esistente e sguardo degno e fiero
rivolto verso l'avvenire.
Questa è la storia di Officina 99. Instancabili, mai proni agli schemi della
politica partitica ma partecipi attivi al dibattito ed alle lotte, in dialogo
perenne con quanto si muove a sinistra.

Questi sono alcuni scampoli di memoria sull'esperienza passata di Officina 99,
il presente è più noto a tutti.

Il CSOA OFFICINA 99 è un patrimonio di memoria vivente della città di Napoli e
di tutto il movimento. Un terreno ancora ubertoso che può dare innumeri frutti
e formare ancore molte generazioni di giovani dediti a migliorare lo stato di
cose presenti, come ha già fatto e continua a fare.

Ogni attacco contro Officina 99 è un attacco contro la storia perché immemore
del ruolo svolto e dell'innumerevoli esperienze di vita, di lotta, di amore che
la hanno attraversata in 15 anni e che attraverso lei hanno compartecipato
attivazmente alla vita politica e sociale di Napoli e dell'Italia. Chiunque
tenti di chiudere questa esperienza ha come scopo vero la rimozione di una
parte sana della vita di questa città.

La criminalità, il degrado, l'emarginazione le disuguaglianze sono i parametri
del nostro odio.
Tutto il resto è vita, lotta, passione. Abbiamo trovato 15 anni fa uno strumento
per vivere, lottare, amare, è il CSOA Officina 99 e la pratica della
rippropriazione diretta degli spazi abbandonati ad uso sociale e collettivo.
Questa è ormai nuova legalità, con radici antiche.

Il seme si è diffuso e riprodotto, ha rizomaticamente invaso Napoli e così
continuerà a fare, ponendo nuove domande ed sperimentando risposte comuni.

Non siamo all'inizio del cammino, ma neanche a metà del guado.