[Incontrotempo] Fw: Articolo da www.unita.it

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Autor: lavoratoriinlotta
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Betreff: [Incontrotempo] Fw: Articolo da www.unita.it

----- Original Message -----
From: "lavoratoriinlotta" <lavoratoriinlotta@???>
Sent: Tuesday, November 30, 2004 5:17 PM
Subject: Fw: Articolo da www.unita.it


>
> Segnaliamo questo articolo pubblicato sul sito http://www.unita.it
>
> ___________________________________________________________________
> Oscurato dal giudice il sito dei precari. Un comunicato non piaceva ai
> datori
> della Associazione Casa dei Diritti Sociali
>
> Un cartello bianco con una scritta nera: "Sito sottoposto a sequestro
> preventivo d'urgenza". E così, le pagine web che fino a pochi giorni fa
> erano raggiungibili al sito www.lavorivariabili.it ora sono chiuse. Chiuse
> d'autorità dai giudici romani. Un provvedimento che ha pochi precedenti,

nel
> nostro paese. Un provvedimento - che ha già suscitato la dura protesta

della
> Fnsi, che all'ultimo congresso ha votato una mozione all'unanimità - che
> dovrebbe essere giustificato da un <i>pericolo</i> reale, gravissimo.
> Invece, tutto nasce da un comunicato. Un comunicato sindacale redatto da

un
> gruppo di lavoratori precari. Quel documento non è piaciuto al loro datore
> di lavoro, che, per quelle parole, s'è sentito offeso e insultato. Ha

sporto
> così denuncia alla Procura di Roma. Con una velocità incredibile, i

giudici
> hanno così deciso il <i>sequestro</i> del sito, dando ordine alla polizia
> postale di Arezzo (le pagine web dei lavoratori precari erano ospitate sul
> sito dei <i>Comitati unitari di base</i>, messo in rete appunto nella

città
> toscana) di oscurare tutto.
>
> Insomma, è una storia che va raccontata nei dettagli. La vertenza comincia
> tre anni fa. Vede impegnati una settantina di Co.Co.Co (come si chiamavano
> allora le persone con i contratti di collaborazione coordinata e
> continuativa) dipendenti della cooperativa <i> Casa dei Diritti

Sociali</i>.
> Si occupa, dovrebbe occuparsi come vedremo, di sostegno ai migranti. Il

nome
> dell'associazione non deve trarre in inganno. Anche perché appena gli

uomini
> e le donne precarie si organizzarono sindacalmente, subito cominciarono i
> problemi. Tentativi di dissuasione, fino a veri e proprio atteggiamenti da
> mobbing. La situazione è poi "degenerata". Anche perché i precari, assieme
> alle rivendicazioni su temi che riguardavano la loro condizione salariale,
> hanno cominciato a protestare per il tipo di servizi offerti dalla coop. E
> in un documento hanno denunciato come i migranti che richiedevano asilo
> politico o quelli senza fissa dimora fossero alloggiati in strutture
> fatiscenti e prive delle norme minime di sicurezza. Hanno cominciato a
> denunciare come i <i>Centri di accoglienza</i>, gestiti dalla cooperativa,
> fossero infestati di scarafaggi, come i cibi in quelle strutture fossero

di
> pessima qualità.
>
> Denunce e lotte. A dicembre dell'anno scorso i precari hanno occupato per

18
> giorni e 18 notti, i locali della sede amministrativa dell'associazione.

Una
> vertenza durissima che alla fine ha pagato. I settanta sono riusciti a
> strappare la firma di un accordo sindacale che prevedeva il passaggio

degli
> allora Co.Co.Co. a contratto di lavoro dipendente. Caso quasi unico nel
> nostro paese.
>
> Dopo la firma, però, sono arrivati i problemi. Per tutto il 2004 i

pagamenti
> hanno continuato a subire ritardi di 5 o 6 mesi, senza considerare le
> sostanziali inosservanze del contratto, e alla fine la <i>perla</i>:
> l'annuncio, da parte dell'Associazione, che alla fine dell'anno 30 persone
> saranno licenziate. Guarda casa, saranno allontanate proprio le persone

che
> con più determinazione si sono battute per l'ingresso del sindacato,

quelle
> che si sono distinte nelle denunce. Insomma, a detta dei precari, si

tratta
> «evidentemente di licenziamenti politici». Questa storia, la stessa

storia,
> i precari l'hanno scritta in un comunicato. Che è stato pubblicato on line
> sul sito www.lavorivariabili.it
>
> La direttrice della cooperativa s'è sentita offesa e ha sporto denuncia.

Il
> resto è cronaca di una settimana fa. La Procura ha ordinato l'oscuramento
> non solo del comunicato dei precari della <i>Casa dei diritti sociali</i>

ma
> dell'intero sito. Mettendo il bavaglio a tutte le notizie, i commenti, le
> riflessioni che riguardavano l'intero universo del lavoro precario, del
> lavoro flessibile, del lavoro nero. Ce n'è quanto basta, insomma, perché

la
> Federazione Nazionale della Stampa esprima «la propria preoccupazione per

il
> ripetersi di interventi censori contro realtà informative che assumono la
> precisa funzione di dare voce ad un pezzo di società, i cui diritti ad un
> lavoro stabile e giuridicamente protetto sono negati».
> ___________________________________________________________________
>
> se vuoi leggerlo online:
> http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=39398
>
> (assicurati che l'indirizzo qui sopra sia riportato per intero nel

browser)
>
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