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Autore: Info biblioteca di Sarajevo
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Giovanni Gentile: un'intitolazione per ricordare? - di Massimiliano Bini - 28/11/2004


GIOVANNI GENTILE: UN'INTITOLAZIONE PER RICORDARE?
Dare un nuovo nome ad una strada è sempre un'operazione impegnativa e piena di conseguenze per la comunità in cui ciò si verifica. A Maglie è stato deciso di dedicare una porzione di Via Montegrappa alla memoria di Giovanni Gentile, il filosofo trucidato in un agguato nel 1944 a Firenze, in località Salviatino. Non è chiaro se l'amministrazione abbia deciso di dedicare a questo personaggio una via in quanto vittima della violenza partigiana o per riconoscere le benemerenze che Gentile guadagnò nei confronti della cultura italiana, con una parte del suo operato. Gentile cadde per mano di alcuni partigiani all'interno di una guerra civile drammatica, che nasceva da venti anni di feroce oppressione, fatta di esili, manganellate, bevute conviviali di olio di ricino, emarginazioni dalla vita civile e tanti altri fatti di non trascurabile importanza. Forse ci si dimentica che assieme a Giovanni Gentile ebbero troncata la vita centinaia di migliaia di persone, di ogni età e condizione, che non avevano avuto alcuna compromissione con il regime fascista. Niente può indurre ad approvare un omicidio, la soppressione di una vita umana, la cui sacralità deve essere concordemente sentita perché possa esistere una qualsiasi comunità, ma si deve tener ben presente che quel gesto nacque da complesse e molteplici motivazioni che non possono essere trascurate tout court, e cancellate con un colpo di spugna, in nome di una pacificazione generale o dell'esigenza di voltare la pagina della storia nazionale.
Dicevo sopra delle benemerenze nei confronti della cultura italiana. Sicuramente Gentile si inserisce in quel ristretto novero di filosofi italiani, la cui fama ha travalicato l'angusto panorama nazionale, a cavallo tra XIX e XX secolo; leggo su alcuni articoli che addirittura Lenin citò un saggio di Gentile con parole positive. Il nostro filosofo fu direttore dell'Accademia d'Italia e dell'Istituto fondato da Treccani, che dette il via alla pubblicazione dell'omonima Enciclopedia. Non si deve dimenticare la riforma scolastica voluta nel 1923 che per decenni ha dettato le linee guida della scuola italiana. Ma non deve essere taciuta la pubblicazione del 'Manifesto degli intellettuali fascisti', cui per fortuna e per l'onore del nostro paese rispose Benedetto Croce con il 'Manifesto degli intellettuali antifascisti'; quanto alla pubblicazione dell'Enciclopedia, dopo iniziali promesse di imparzialità e di libera voce per tutti i collaboratori, varie furono le defezioni, dopo che si constatò l'impossibilità di una espressione libera. Vorremmo ricordare e sottolineare che Gentile fu anche tra i firmatari del Manifesto della Razza, una delle pagine più vergognose della storia nazionale. Marcello Veneziani, intellettuale di centrodestra, afferma che Gentile in privato aiutò e protesse ebrei. Lodevole ! Ma in pubblico non si schierò mai contro chi si era reso corresponsabile di crimini tanto orrendi. Il nostro filosofo dopo il 25 luglio aderì alla neocostituita Repubblica Sociale Italiana., che sappiamo che cosa è stata. Non si trattava del gesto romantico di un adolescente, cresciuto tra la propaganda ed i falsi ideali del regime, ma della scelta di un settantenne, indubbiamente colto, che non ebbe il coraggio civile di ripudiare una parte della sua vita e di opporsi ad un regime fantoccio guidato dall'invasore germanico. Vorremmo ricordare che Concetto Marchesi, uno dei più grandi latinisti del nostro paese, dopo avere invitato gli studenti alla Resistenza, lasciò l'incarico all'Università. Non c'è niente di particolarmente onorevole nell'atteggiamento di Giovanni Gentile. Altri intellettuali preferirono la via dell'esilio, del confino in zone malsane (come l'archeologo Zanotti Bianco inviato nella contrada malarica e paludosa di Sibari ) e del carcere ( Gramsci fu scarcerato solo quando si fu certi che li restava poco da vivere) alle rutilanti uniformi e alle feluche degli Accademici d'Italia. Anche a Maglie, nel suo piccolo, non mancarono gli esempi di coraggio civile, di una rinuncia non facile agli agi e alla tranquillità in nome della propria coscienza e dignità; vogliamo ricordarne qualcuno? Giuseppe Vella, ebanista di grande valore, cui fu tolta la cattedra alla Scuola d'Arte di Galatina, Francesco Casatello, che rifiutò di indossare la giacca d'orbace. Questi sono gli eroi dimenticati di Maglie, che testimoniarono che cosa sia la dignità umana nella "banalità" del quotidiano, senza atti eclatanti, a cui oggi si porge un sonoro schiaffo dedicando una via al filosofo Giovanni Gentile. Questa operazione locale di toponomastica si colloca, d'altronde, nel silenzioso lavoro di " sdoganamento " del fascismo che oggi si sta portando avanti da più parti con una metodologia tanto sottile quanto antica nella prassi. Personalmente, fatte le debite proporzione, tutto questo mi ricorda Ottaviano Augusto, che, pur mantenendo vive la diarchia fra consoli e senato e tutte le istituzioni repubblicane, svuotò tutto dall'interno, per creare una monarchia. Così oggi nessuno osa levare apertamente la voce contro l'Antifascismo, ma cerca di picconarlo sottilmente con mille piccole chiose, che, lungi dall'avere come intento la ricerca della verità storica, costituiscono la base per un revisionismo odioso. L'intitolazione di Via Montegrappa a Giovanni Gentile si inserisce a buon diritto in questo processo e mostra come la nostra cittadina sia pienamente collocata all'interno di tale 'laboratorio storico-politico' d'inizio XXI secolo.

Massimiliano Bini, membro dell'Associazione politico-culturale " Biblioteca di Sarajevo "




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