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Autor: Andrea T
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Costa d'Avorio:
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=4635

Amy Goodman: l'unica giornalista "libera" d'America?            
da 
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=4638


Amy Goodman: l'unica giornalista "libera" d'America?            
di  Bianca Cerri
26 Nov 2004    
In occasione della breve visita a Roma di Amy Goodman, giornalista 
americana di Democracy Now, il popolare sito ha voluto dedicare due 
articoli alla situazione nostrana nel quale compaiono, ahimè, notizie che 
conoscevamo almeno da una quindicina d?anni. Forse ci faremo dei nemici ma 
dobbiamo dirlo: il giornalismo di Goodman è probabilmente stato 
santificato troppo in fretta, come ha scritto provocatoriamente Richard 
Oxman su più di un giornale.


E? probabile che questo non faccia piacere alla nostra sinistra, che ha
già assegnato a Goodman la palma aurea di unica giornalista ?libera?
d?America, ma Oxman non ha completamente torto e forse sarebbe utile
un'analisi più approfondita dei meccanismi giornalistici prima di
avventurarsi nell'assegnazione di titoli onorifici.

Lustrini e paillets non devono accecarci o trasformeremo la storia in un
lanoso mammuth sprofondato in un lungo letargo. Non aggrappiamoci ai
venditori di fumo, visto che la realtà chi ha già privati di ogni alito di
speranza.

Il professor Robert Jensen, che il giornalismo lo fa e lo insegna
all?Università di Austin, ha detto chiaramente: ?Se gli europei
conoscessero il nostro sistema politico o si soffermassero a considerare
quanto è articolato, non prenderebbero Michael Moore o chi per lui per un
liberatore?.

Jensens ha ragione: alcune forme di potere presentano aspetti bestiali che
nè Moore nè Goodman nè qualsiasi altro sono in grado di domare. I
ramoscelli d'olivo sbandierati ogni volta che c'è un film o un libro da
piazzare non sconfiggeranno i mostri e non accorceranno la strada che
dobbiamo ancora percorrere, meglio non fingere di non saperlo. Le ombre si
stanno facendo troppo scure e gli idealisti della politica dovrebbero
rendersi finalmente conto che stiamo vivendo in un'epoca molto complicata,
dove non ci si può continuare ad illudere che esista un'unità dei
movimenti o che un giorno, magari per magia, Israele si pentirà e ci
sveglieremo in un mondo senza più povertà globale.

Tanto medo possiamo credere che saranno le Amy Goodman o i Michael Moore a
salvarci, perchè non ci sono riusciti neppure la scienza, nè la Chiesa e
meno che mai la politica estera.

Il vento che soffia è troppo forte e non si placherà, se non quando
inizieremo a pensare, di nuovo, con le nostre teste.

Bianca Cerri