[Cm-milano] la gna e la decrescita

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: riccardo
Dátum:  
Tárgy: [Cm-milano] la gna e la decrescita
concordo in pieno e ho attuato consapevolmente tutti o quasi i punti
elencati.
Il risultato e' che sono isolato dal mondo civile e vivo randagio con un
cane di razza belga.
Non e' molto appagante.

Se qualcuno vuole darmi una mano ecco quello che faccio:
http://www.treditore.com

>
> CAMPAGNA PER LA DECRESCITA
> I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita
> 1. Liberarsi dalla televisione
> Per entrare nella decrescita, la prima tappa è prendere coscienza dei propri
> condizionamenti. Il primo portatore di condizionamenti è la televisione.. La
> nostra prima scelta sarà di liberarsene. Così come la società dei consumi
> riduce l'uomo alla sua dimensione economica - consumatore -, la televisione
> riduce l'informazione alla superficie, l'immagine. Media della passività,
> quindi della sottomissione, non smette di far regredire gli individui. Per
> sua natura, la televisione richiede la rapidità, non tollera i discorsi
> approfonditi. La televisione inquina al momento della sua produzione,
> durante l'utilizzo e poi come rifiuto.
> Noi le preferiamo la nostra vita interiore, la creatività, imparare a fare
> musica, fare ed assistere a spettacoli viventi.Per tenerci informati abbiamo
> delle scelte: la radio,
> la lettura, il teatro, il cinema, incontrare gente, ecc.
>
>
> 2. Liberarsi dall'automobile
> Più che un oggetto, l'automobile è il simbolo della società dei consumi.
> Riservata al 20% degli abitanti della terra, i più ricchi, porta
> inesorabilmente al suicidio ecologico per la distruzione delle risorse
> naturali (necessarie per la sua produzione) o per i diversi tipi di
> inquinamento tra cui l'aumento dell'effetto serra. L'automobile provoca
> guerre per il petrolio di cui l'ultima per data è il conflitto irakeno.
> L'automobile porta anche come conseguenza una guerra sociale che provoca un
> morto ogni ora solamente in Francia. L'automobile è uno dei flagelli
> ecologici e sociali del nostro tempo.
> Noi le preferiamo: il rifiuto dell'ipermobilità. La volontà di abitare
> vicino al luogo di lavoro. Camminare a piedi, andare in bicicletta, prendere
> il treno, utilizzare i trasporti collettivi.
>
> 3. Liberarsi dal telefonino
> Il sistema genera dei bisogni che diventano delle dipendenze. Ciò che è
> artificiale diventa naturale. Come numero di oggetti della società dei
> consumi, il telefonino è un falso bisogno creato apposta dalla pubblicità.
> "Con la telefonia mobile, siete mobilitabili in un istante". Assieme al
> telefonino butteremo via i forni a micro-onde, le falciatrici a motore, e
> tutti gli oggetti inutili della società dei consumi.
> Noi preferiamo al telefonino la posta, la parola, ma soprattutto cercheremo
> di vivere per noi stessi invece di cercare di riempire il vuoto esistenziale
> con degli oggetti.
>
>
> 4. Rifiutare l'aereo
> Rifiutare di prendere l'aereo, è prima di tutto rompere con l'ideologia
> dominante che considera un diritto inalienabile l'utilizzo di questo mezzo
> di trasporto. Però, meno del 10% degli esseri umani hanno già preso l'aereo.
> Meno dell'1% lo utilizza tutti gli anni. Questo 1%, la classe dominante,
> sono i ricchi dei paesi ricchi. Sono loro che detengono i media e fissano le
> regole della società. L'aereo è il mezzo di trasporto più inquinante per
> passeggero trasportato. A causa dell'alta velocità, sballa la nostra
> percezione delle distanze.
> Noi preferiamo andare meno lontano, ma meglio, a piedi, sul carretto a
> cavallo, in bicicletta o in treno, in barca a vela, con ogni veicolo senza
> motore.
>
> 5. Boicottare la grande distribuzione
> La grande distribuzione è inscindibile dall'automobile. Disumanizza il
> lavoro, inquina e sfigura le periferie, uccide i centri delle città,
> favorisce l'agricoltura intensiva, centralizza il capitale, ecc. La lista
> dei flagelli che rappresenta è troppo lunga per essere elencata qui.
> Noi le preferiamo: prima di tutto consumare meno, l'autoproduzione
> alimentare (l'orto), poi le botteghe di quartiere, le cooperative,
> l'artigianato. Questo ci porterà anche a consumare meno e a rifiutare i
> prodotti industriali.
>
> 6. Mangiare poca carne
> O meglio, mangiare vegetariano. Le condizioni di vita riservate agli animali
> di allevamento rivela la barbarie tecnoscientifica della nostra civiltà..
> L'alimentazione carnea è anche un grosso problema ecologico. E meglio
> nutrirsi direttamente dei cereali che utilizzare il terreno agricolo per
> nutrire animali destinati al macello. Mangiare vegetariano, o comunque
> mangiare meno carne ci porta anche una miglior igiene alimentare, meno ricca
> in calorie.
>
> 7. Consumare prodotti locali
> Quando si compra una banana delle Antille, si consuma anche il petrolio
> necessario al suo trasporto verso i nostri paesi ricchi. Produrre e
> consumare localmente è una delle condizioni migliori per entrare nel
> movimento di decrescita, non in senso egoistico, chiaramente, ma al
> contrario perché ogni popolazione ritrovi la sua capacità di
> autosufficienza. Per esempio, quando un contadino africano coltiva delle
> noci di cacao per arricchire qualche dirigente corrotto, non coltiva di che
> nutrirsi e nutrire la sua comunità (vedere il testo "Dieci forti obiezioni
> al commercio equo" http://ecolo.asso.fr/textes/20020314equiit.htm).
>
> 8. Politicizzarsi
> La società dei consumi ci lascia la scelta: tra Pepsi-Cola e Coca-Cola o tra
> caffè Lavazza e caffè "equo" di Max Havelaar. Ci lascia delle scelte da
> consumatori. Il mercato non è né di destra, né di centro né di sinistra: lui
> impone la sua dittatura finanziaria avendo come obiettivo di rifiutare
> qualunque contraddittorio o conflitto di idee. La realtà sarà l'economia:
> gli umani si sottomettano. Questo totalitarismo è paradossalmente imposto in
> nome della libertà, di consumare. Lo status di consumatore è addirittura
> superiore a quello di essere umano..
> Noi preferiamo politicizzarci, come persone, nelle associazioni, nei
> partiti, per combattere la dittatura delle fabbriche. La democrazia esige
> una conquista permanente. Muore quando viene abbandonata dai cittadini. E'
> ora di propagare l'idea della decrescita.
>
> 9. Sviluppo della persona
> La società dei consumi ha bisogno di consumatori servili e sottomessi che
> non desiderino più essere degli umani a tutto tondo. Questi non possono più
> esistere che grazie all'abbrutimento, per esempio davanti alla televisione,
> ai "divertimenti" o al consumo di psicofarmaci (Prozac.)
> Al contrario, la decrescita economica ha come condizione uno sviluppo
> sociale ed umano. Arricchirsi sviluppando la propria vita interiore.
> Privilegiare la qualità della relazione con se stessi e con gli altri a
> detrimento della volontà di possedere degli oggetti che a loro volta vi
> possiederanno. Cercare di vivere in pace, in armonia con la natura, non
> cedere alla propria violenza, ecco la vera forza.
>
> 10. Coerenza
> Le idee sono fatte per essere vissute. Se non siamo capaci di metterle in
> pratica, serviranno solo a far vibrare il nostro ego. Siamo tutti a bagno
> nel compromesso, ma cercheremo di tendere alla maggior coerenza. E' la
> scommessa della credibilità dei nostri discorsi. Cambiamo ed il mondo
> cambierà.
> Questa lista sicuramente non è esaustiva. A voi completarla. Ma se non ci
> impegniamo a tendere verso la ricerca della coerenza, ci ridurremo a
> lamentarci ipocritamente sulle conseguenze del nostro stile di vita.
> Evidentemente non c'è un modo per vivere "immacolati" sulla Terra. Siamo
> tutti a bagno nel compromesso, e va bene così.
>
>
>
>
>
>