[NuovoLaboratorio] palestinesi a genova

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Venerdi 26 novembre ore 17 c/o lab.Buridda Via Bertani 1
l’Associazione Ya Basta! Organizza:

STORIE CHE EVADONO. LA COMUNICAZIONE NELLA GUERRA GLOBALE
incontro con Nadia e Dyala
studentesse di BirZeitUniversity Ramallah,
collaboratrici del Medical Relief
e media/attiviste di Global Radio Palesatine

PROIEZIONE VIDEO STORIE CHE EVADONO
APERITIVO con assaggi dell’olio “Kifah” - in palestinese “Lotta” - importato
da Ya Basta! direttamente dalla zona di Ni’lin
per sostenere le comunità rurali palestinesi

NADIA E DYALA saranno a Genova per raccontare la realtà palestinese, per
parlare di Global Palestina e dell'importazione dell'olio palestinese. Sono
due studentesse palestinesi dell’Università di BirZeit, l’ateneo costretto a
mesi di chiusura durante la rioccupazione dei territori palestinesi nel 2002
e tuttora ostaggio della volontà dell’esercito israeliano. Sono
collaboratrici dell’ HDIP un gruppo che nasce per monitorare la situazione
sanitaria nei Territori che ha sede a Ramallah, tra i PROTAGONISTI della
campagna "stop the wall" e che fa parte del movimento "Al Mubadara" che
raccoglie tutte le principali ONG e gruppi contro l’occupazione in
Palestina. Fanno parte del gruppo di ragazzi che seguono il progetto di
comunicazione Global Radio Palesatine, una nuova isola nell’arcipelago della
comunicazione libera da confini e da muri che vogliono separare le vite
all’interno dello stesso pianeta.
Durante la serata ci potranno narrare le storie di come l’occupazione
militare, la costruzione del muro, il sistema dell’apartheid - che pesa ogni
giorno nei territori palestinesi occupati - trova risposta nelle forme
quotidiane di resistenza della popolazione civile e nel salvaguardare una
rete di relazioni sociali che cercano di spezzare i fili spinati, il rumore
di carri armati e ruspe.

IL VIDEO: Storie che evadono Riprese e montaggio: Fabio Pelagalli Progetto e
produzione: Ya Basta e Global Project .Questo video parla di una Palestina
come non l’avete mai vista, raccoglie e fa evadere i sogni, le speranze, i
desideri di migliaia di persone. Racconta anche l’esperienza di una
comunicazione non "sulla" Palestina ma "dalla" Palestina. Global Radio
Palestine è un progetto, recentemente finanziato anche dalla Regione Friuli
Venezia Giulia, che rappresenta un contributo piccolo di fronte all’enormità
della situazione, ma che può essere uno dei tanti granelli di sabbia che
inceppa l’incedere della macchina militare, e che può contribuire, come
questo video, ad un racconto e ad una narrazione fatta dai protagonisti,
fatta dei tanti episodi che vengono cancellati, fatta delle tante storie ed
immagini destinate a sparire.

IL PROGETTO KIFAH : IMPORTAZIONE DELL’OLIO PALESTINESE
Questo olio extravergine d’oliva, ribattezzato “Kifah” che in palestinese
significa “Lotta”, arriva direttamente dalla zona di Ni’lin, dove
quotidianamente il popolo palestinese si vede sottrarre oltre alle terre,
alle risorse idriche e le case anche il futuro e i sogni dei propri figli,
la propria storia familiare, le proprie radici. Attraverso il progetto
Kifah, YaBasta! adotta 20 piccole comunità agricole, aiutandole a creare
infrastrutture produttive per l’intera comunità. Con il ricavato della
vendita dell’olio Kifah, ottenuto attraverso lavorazioni artigianali da
olive coltivate ancora oggi con metodi completamente naturali, Ya Basta!
sostiene le attività dell’HDIP (Health Development Informatin and Policy
Institute), un’associazione non governativa palestinese che svolge attività
di monitoraggio sulle condizioni igienico-sanitarie nei villaggi rurali. Con
il progetto “Kifah” le comunità rurali, creando una rete di produzione,
commercializzazione, stoccaggio e vendita dell’olio d’oliva in Italia, non
dipendono più dalla politica israeliana di occupazione, entrano in contatto
con il mondo cooperativo e associativo internazionale e, con il ricavato
della vendita, raggiungono due scopi:
Dalla vendita a Ya Basta! dell’olio d’oliva, a prezzi parificati a quelli
del mercato internazionale, ottengono la possibilità di autosostentamento,
di sviluppo sociale ed economico della comunità, e di conservazione della
propria identità culturale e produttiva.
Dal ricavato della vendita dell’olio d’oliva in Italia, la possibilità di
dotarsi di attrezzature che garantiscano loro la produzione anche in
condizioni rese difficili dall’occupazione militare o dall’ostilità dei
coloni.