Autor: Andrea Agostini Data: Assunto: [NuovoLaboratorio] l'inganno dell'inceneritore a trento
da l'adige.it
martedi 23 novembre 2004
TRENTO
L'inceneritore di Ischia Podetti
l'inganno di una scelta sbagliata
di VIRGINIO BETTINI
La valutazione degli impatti ambientali che consentirebbero di definire
l´idoneità di un luogo prescelto per la realizzazione di un inceneritore,
dovrebbe essere condotta sulla base di una ben specifica e definita
metodologia, che preveda quattro fondamentali scenari: a) come da progetto;
b) il progetto ridimensionato; c) non si fa (do nothing); d) si fa altrove.
Lo Studio di impatto ambientale del progetto di Ischia Podetti non esamina
invece siti alternativi, sostenendo che «l´opera ovviamente potrà essere
realizzata sul sito indicato a meno che non se ne riscontri
l´incompatibilità ambientale».
La risposta è immediata: non esiste incompatibilità ambientale «perché
l´impianto migliorerebbe il sito della discarica».
Il sito prescelto e imposto per la costruzione del nuovo termovalorizzatore
è attualmente una grande discarica controllata, localizzata in quella che un
tempo fu un´area di espansione dell´Adige, area ecotonale utilizzata come
riserva di caccia prima, quindi come territorio di pesca, che faceva da
cerniera a due biotopi di interesse provinciale: le foci dell´Avisio con
un´estensione di 80 ettari e le aree di Soprassasso e Laghetto per 100
ettari. La destinazione a discarica avvenne a metà degli anni ´70,
nonostante fosse area di tutela ambientale, con forte caratterizzazione
carsica, come da studi che risalgono alla fine del secolo XIX. Il Piano
Regolatore di Trento nel 1989 la destinò ad Impianti tecnologici dei servizi
pubblici (sigla Ip). La discarica rispetterebbe quindi le indicazioni di Pre
sulla base del seguente escamotage dei miei colleghi della Facoltà di
ingegneria dell´Università di Trento, estensori dello Studio di impatto
ambientale: «Il vincolo di tutela ambientale non è ostativo alla presenza di
un presidio igienico-sanitario». Cancelliamo quindi ogni parametro
geologico, idrogeologico, morfologico e di landscape e diciamo sì al
termovalorizzatore, che risanerà la discarica.
Un´area, quella di Ischia Podetti, ai margini di quel fiume Adige, oggi reso
canale di scorrimento veloce dalla valle verso la pianura, che
contemporaneamente è: area di tutela ambientale, area di controllo
idrogeologico soggetta a penalità gravi o medie, area per servizi ed
attrezzature.
Ovviamente, quando in Provincia ed in Comune di Trento si è pensato al
termovalorizzatore, nessuno ha voluto ipotizzare soluzioni alternative: il
nuovo impianto avrebbe sicuramente migliorato il sito della discarica. Lo
Studio d´impatto ambientale su Ischia Podetti non considera siti alternativi
perché, sostengono tutti, (Provincia, Comune, Facoltà d´ingegneria,), esiste
«la volontà di realizzare l´impianto in tempi brevi». Esattamente come ad
Acerra: una procedura di valutazione anomala che viene giustificata da
un´emergenza rifiuti che dura da oltre 10 anni. Questo è ciò che pensa il
sottosegretario all´ambiente Franco Tortoli, che così si esprimeva il 24
settembre in occasione del question time in Parlamento sulla compatibilità o
meno dell´impianto di Acerra. Come si vede non si tratta di informazione, ma
di imposizione di una scelta già ben definita.
Visitate il sito: camminerete in un deserto di rotoballe sulla sponda destra
dell´Adige sotto un´alta parete di roccia che si innalza per oltre un
centinaio di metri, saldando i bordi del sito, attraverso l´ex cava di
inerti a monte del primo lotto esaurito della discarica. Qui arriverà la
piena massima di 2.660 metri cubi, il cui tempo di ritorno è stato calcolato
ottimisticamente in 150 anni, e da qui l´acqua arriverà all´impianto, lo
sommergerà e libererà le migliaia di metri cubi di ceneri prodotte dal
termovalorizzatore, stoccate nelle sue parti basse, ceneri che diverranno le
particelle tossiche sospese dell´Adige, in grado di avvelenare tutto il
fiume ed i terreni a valle.
Certo, la soluzione paventata dagli ingegneri dell´Università di Trento è
subito a portata di idea: utilizziamo la tecnologia della torcia al plasma,
vetrifichiamo le ceneri ed il cerchio sarà chiuso. L´impianto al plasma,
depennato a causa delle molte polemiche su questa tecnologia che non
convince, considerata inaffidabile in Europa ed ora posta in discussione in
Giappone, rientra dalla finestra per una totale blindatura tecnologica di
Ischia Podetti. Gli ingegneri bonificheranno la discarica bruciando le
rotoballe ora depositate sul terreno utilizzando il termovalorizzatore a
griglia, quella tecnologia che tanto è piaciuta ai precursori
dell´incenerimento a Brescia; si alzeranno le difese delle arginature del
fiume in modo da rendere sicura l´area da esondazioni e si introdurrà, quale
ultima tessera del mosaico tecnologico, il trattamento al plasma per
vetrificare, quindi immobilizzare le scorie.
L´impianto di termovalorizzazione congelerà, per le sue caratteristiche di
funzionamento, la raccolta differenziata a livello del 50% (in questo
momento attorno al 30-35%), negando quindi uno dei princìpi base
dell´analisi di massa dei rifiuti solidi urbani, articolata sul recupero di
materie ed energia, come a lungo ci hanno insegnato Barry Commoner e Giorgio
Nebbia. Si manterrà quindi aperta una grave minaccia nei confronti
dell´ambiente della valle e della salute degli abitanti dell´area
metropolitana di Trento, fino ed oltre Lavis. L´impianto sarà una negazione
della salute degli abitanti, ed una violazione delle leggi della landscape
ecology, i cui principi vengono ridotti alla poca cosa di un corridoio
artificiale ai margini dell´impianto verso la sponda destra del fiume.
Un´ipotesi di corridoio ecologico che sarà una traccia verde per ciclisti e
pedoni sensibili allo slogan «le vie della salute passano
dall´inceneritore».
Il paesaggio, in poche parole, sarà il termovalorizzatore, armonia ultima
dell´area industriale. Sostengono infatti gli ingegneri che hanno redatto lo
Studio d´impatto ambientale: «Il termovalorizzatore è fondamentale per
migliorare le condizioni di qualità ambientale: bonifica più
termovalorizzatore significa messa in sicurezza dell´area». La ciminiera
dell´impianto, a sua volta, con i suoi 100 metri si eleverà contro una
parete caratterizzata dalla formazione dell´ornostrieto, area di rifugio,
nutrimento e nidificazione dell´avifauna (nessuno ha mai pensato alla
verifica dell´analogo, poco distante, del cementificio?). I fumi, oltre ai
danni provocati alla valle per via degli impatti cumulativi con la densità
dei residenti ed il traffico autoveicolare in crescita, interesseranno anche
gli insediamenti di Terlago, della Valle dei Laghi e dei sistemi forestali.
Chiediamoci se l´area sia stata biomonitorata nelle aree definite a maggior
rischio. No, non è stato fatto, forse si farà, dopo, ad impianto realizzato.
Ed ora, cosa scegliere? L´impegno ad informare, ad indicare le ragioni di
una scelta tecnologica sbagliata come l´incenerimento, a valutare il sito
nelle sue molte indicazioni di non sostenibilità di Nimby trentino, o la
pressione realizzatrice e sistematica di ogni progetto?
VIRGINIO BETTINI
Università IUAV di Venezia