[Cm-roma] manifestazione antifascista a Fiumicino

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A seguito della decisione della coalizione di centro-destra che governa Fiumicino, di intestare una p.zza al gerarca fascista Ettore Muti, i partiti di sinistra rappresentati al consiglio comunale e le loro organizzazioni giovanili promuovono un CORTEO X LE STRADE DELLA CITTA' SAB 27/11/04 CON ASSEMBRAMENTO ALLE ORE 14,30 C/O LA DARSENA DI FIUMICINO.
Il corteo si concluderà a p.zza Grassi con L'INTERVENTO DI UN RAPPRESENTANTE DELL'A.N.P.I.


CHI ERA ETTORE MUTI


«Di certo c'è soltanto che è morto.» Questo fu l'asciutto commento che seguì l'annuncio dell'uccisione di Ettore Muti, ex segretario del partito fascista, trovato cadavere con una pallottola alla nuca nella pineta di Fregene il 24 agosto 1943.

Sulle ragioni del delitto eccellente che funestò i famosi «45 giorni di Badoglio» (25 luglio - 8 settembre 1943) si sollevò un gran polverone in cui convivevano le ipotesi più diverse e contraddittorie. Secondo la versione «badogliana», Muti venne ucciso dai carabinieri mentre tentava di fuggire, dopo essere stato tratto in arresto. Secondo la versione fascista, il suo assassinio fu invece commissionato dallo stesso Badoglio che lo avrebbe ritenuto il solo gerarca capace di tentare un controcolpo di Stato con l'appoggio dei tedeschi.

Durante il periodo della Repubblica di Salò, Pavolini esaltò la figura di Muti, eroico combattente della "Prima ora" e indomito militare e fervente fascista, accusando per la sua morte i traditori servi di Inghilterra, America, URSS.

Ma l'esaltazione di Muti serviva al segretario del Partito Fascista di Salò per arringare i camerati e inneggiare alle gesta degli eroi e dei martiri che di li a poco si sarebbero immolati per il fascismo.

Il fascismo ravennate creò addirittura la "Brigata Nera 'Ettore Muti'". Si trattava di un miscuglio di uomini fanatici e di giovani poco più che ragazzini suggestionati dall'isteria della guerra Questa Brigata, che fece parte integrante dei regolari di Salò, si distinse per la durezza e per la violenza efferata nei delitti e nelle azioni contro i partigiani delle brigate Garibaldi.

Ettore Muti è stato il fascista più popolare d'Italia.

Spavaldo, violento, coraggioso, maschilista, amante rapace «più bello di Rodolfo Valentino», riassumeva tutte le caratteristiche del camerata «perfetto».
L'audacia e lo sprezzo del pericolo erano in effetti i suoi segni distintivi. Votato all'avventura per l'avventura, senza pregiudizi ideologici o morali, fin dalla prima adolescenza non mancò a nessun appuntamento con la guerra. A quattordici anni combatté con gli Arditi sul Piave, a sedici seguì d'Annunzio a Fiume e poi, dopo la marcia su Roma, partecipò come aviatore spericolato alla campagna d'Abissinia, alla guerra di Spagna, alla conquista dell'Albania e infine al secondo conflitto mondiale, guadagnandosi una quarantina di decorazioni, fra cui due medaglie d'oro e dieci d'argento.
Per i suoi meriti «guerrieri», Mussolini lo nominò nel 1939 segretario del partito al posto di Starace, ma dovette ben presto pentirsene: il mestiere del funzionario e del burocrate non si addiceva a un uomo d'azione così ribelle, leale, impolitico e persino onesto.

NON C'E' CHE DIRE.

UN OTTIMO ESEMPIO DI PATRIOTA A CUI INTITOLARE UNA PIAZZA



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