[NuovoLaboratorio] brescia dura polemica sull'inceneritore

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Autore: Andrea Agostini
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Oggetto: [NuovoLaboratorio] brescia dura polemica sull'inceneritore

da brescia oggi
venerdi 19 novembre 2004

LA POLEMICA. Duro attacco durante la presentazione del libro «L'Italia
sommersa dai rifiuti» «L'inceneritore Asm inquina» Ruzzenenti: «Altro che
impianto modello, è un monito a tutta l'Italia!»

«Le emissioni dell'inceneritore di Brescia superano i limiti ragionevoli.
Anche nelle analisi condotte dall' istituto "Mario Negri" si sono registrati
esuberi». Alla presentazione del libro «L'Italia sommersa dai rifiuti», ieri
sera nella sala conferenze dei Saveriani, davanti d un'affollata platea il
suo autore, Marino Ruzzenenti, è partito subito all'attacco.
Un esordio al vetriolo e una conclusione che non è da meno: «Brescia
potrebbe già essere a un tasso di raccolta differenziata del 70%, una
percentuale già raggiunta da tanti comuni del Veneto, del Friuli e di altri
parti d'Italia. Ma si ritroverebbe con sole 100 mila tonnellate di rifiuti
all'anno e il suo inceneritore dovrebbe chiudere, oppure importare rifiuti.
Credo che l'esempio della nostra città possa fungere da monito al resto d'
Italia».
Ruzzenenti ricorda la visita all'inceneritore fatta nei giorni scorsi e
riferisce della disponibilità del suo amministratore a installare nuovi
impianti per l'abbattimento dei fumi, per la riduzione delle emissioni:
«Sono gli enti preposti a dover imporre queste scelte». Ruzzenenti accenna
anche agli studi che sta portando avanti sull'inquinamento prodotto dalle
acciaierie di Brescia e dell'Hinterland, «ma almeno questi impianti sono
vecchi di decenni, mentre l'inceneritore di Brescia ha solo sei anni».
Non si tratta solamente della presentazione di un libro, ma di un vero e
proprio dibattito sull'Ambiente. Il comitato bresciano contro l'inceneritore
e contro la Caffaro da ieri sera è entrato a far parte del Forum
Ambientalista italiano «per poter avere più peso a livello nazionale».
Matrice comune del movimento è la critica a 360 gradi del concetto «viziato»
di sviluppo sostenibile di cui fanno vanto tante istituzioni: la verità,
sostiene, è che si è inseguito lo sviluppo, dettato dalle lobby economiche,
«e poi si "aggiusta" questo sviluppo sul discorso ambientale. Dobbiamo
ribaltare questa impostazione».
Il Forum è attivissimo di questi tempi ad Acerra, dove combatte la lotta
contro un inceneritore che la popolazione non vuole. A spiegare le ragioni
della protesta campana ieri sera c'era Ciro Pisacane, coordinatore nazionale
del Forum ambi- entalista: «E' la raccolta differenziata la vera soluzione
al problema rifiuti in Campania, quella che le istituzioni non sono riuscite
a risolvere in 10 anni di commissariamento». E la necessità di potenziare al
massimo la raccolta differenziata, tendendo al 100% del riciclaggio, è la
matrice comune a tutti gli ospiti presenti. Andrea Poggio, presidente di
Legambiente Lombardia, ricorda che per certe tipologie di rifiuti sarebbe
preferibile l'inertizzazione e il conferimento in discarica alla soluzione
inceneritore. Il professor Salvador del Wwf Veneto parla «dell'i- nerzia di
tutte le forze politiche, Verdi compresi» e parla di politiche per la
riduzione dei rifiuti (leggi che impongano drastiche riduzioni degli
imballaggi) che in Italia non vengono fatte, a differenza della Germania,
dove gli inceneritori sono in fase di dismissione. Patrizia Sentinelli,
capogruppo di Rifondazione al comune di Roma, ricorda che «la combustione
degli inceneritori produce una grande quantità di ceneri e diossine
altamente inquinanti».
L'intervento del professor Mario Capponi a strenua difesa dell'inceneritore
Asm («Inquina mille volte meno di tutte le altre fonti: acciaierie,
traffico») suscita viva reazione tra i presenti. Mirko Lombardi riporta la
discussione su quello che l'esponente di Rifondazione definisce «il grande
imbroglio: avevano promesso che avrebbero bruciato 266 mila tonnellate all'
anno. Sono arrivati a 750 mila». E Ruzzenti chiude aggressivamente: «credo
che questo ecomostro sia senza futuro; l'Europa non permetterà a lungo che
continui la propria attività».
Pietro Gorlani

Giovedì 18 Novembre 2004
«Se serve, fermiamo il termoutilizzatore per tutte le verifiche» Capra sfida
gli ambientalisti: «Pronti ad affrontare ogni test»
Una sfida. Un po' duello stile western, un po' ordalia di stampo medievale.
La propone il presidente di Asm Spa, Renzo Capra, ai detrattori del «suo»
termoutilizzatore, che addebitano al maxi-forno di via Ziziola un contributo
pesante all'inquinamento cittadino. Ieri, nel giorno in cui veniva
presentato il libro di Marino Ruzzenenti che mira a smontare l'immagine
«nazionale» del termoutilizzatore bresciano, Capra ha rilanciato la sua
sfida.
«L'ho dichiarato durante l'incontro con i rappresentanti dei comitati nei
giorni scorsi - sottolinea il presidente di Asm - e lo ribadisco alla città:
siamo pronti a fermare l'impianto per cinque giorni affinchè un soggetto
terzo, di gradimento di entrambi i contendenti, scelga il periodo e faccia
tutte le analisi dell'aria in città prima, durante e dopo la fermata dell'
impianto. Siamo talmente sicuri del nostro dire che siamo pronti ad
accettare anche questa prova».
I dati dell'Istituto Negri che «promuovono» le emissioni del camino Asm,
ricorda Capra, sono stati convalidati nelle settimane scorse dalle analisi
di due «Arpa» extralombarde, quella di Firenze e quella di Torino. Ma l'
azienda di via Lamarmora si fa forte soprattutto di un altro esperimento
«forzato»: lo stop di un mese imposto dal Tar al maxi-forno nel dicembre del
2000. «Allora - sottolinea Capra - le centraline del Comune non accertarono
alcun apprezzabile miglioramento dell'aria cittadina. Anzi, durante quel
periodo le condizioni peggiorarono anche un po'. È la dimostrazione che sono
altri i fattori che influiscono sulla qualità dell'aria».
Gli uffici Asm offrono, in questo senso, un'elaborazione delle medie
relative ai 22 giorni che precedettero la fermata, i 22 di stop totale e i
22 successivi.
Da questa elaborazione risultano i seguenti dati: la media di polveri
sottili nei 22 giorni prima dello stop era di 55,48 microgrammi, nei 22
giorni di fermo fu di 67,54 microgrammi, nei 22 giorni dopo 50,66
microgrammi.
La media degli ossidi di azoto prima del fermo era di 63,56 microgrammi,
durante lo stop di 63,60 microgrammi, successivamente di 61,19 microgrammi.
Le polveri totali sospese erano 72,92 microgrammi prima del fermo, 89,28
durante e 57,93 dopo. Infine l'ossido di carbonio: 1,97 microgrammi prima
del fermo, 1,77 durante, 1,62 dopo.
Sulla base di queste cifre Capra lancia il nuovo guanto di sfida. E si
dichiara pronto allo «stop» dimostrativo.m.te.