----- Original Message -----
From: Massimo Pedone
To: Veronica Criscuoli ; Valerio Pedone ; Stefania Angelantoni ; Sosio Del Prete ; Piero Siesto ; Patrizia Bergantino ; Paolo Telarico ; Paolo D'Alessandri ; Mauro Ziccardi ; Massimo Molinaro ; Massimo Guidone ; Lupin III ; Luigi Di Giorgio ; Lucia Arnone ; Lorenzo e Daniela ; Giulio Bugarini ; Gianfranco Graziani ; Francesco Del Prete ; Fausto Davide ; Di Curzio Rita ; Daniela Maola ; Anna Rita Puglisi
Sent: Wednesday, November 17, 2004 4:03 PM
Subject: Fw: Una lettera che fa riflettere...se ancora ce ne fosse bisogno!
Ricevo purtroppo solo oggi, ma molto volentieri
divulgo ... per risvegliare le coscienze delle
persone oneste!
Fate così anche voi. Con quanta più gente potete!
Questo messaggio è di Piero Ricca, la persona che il 5
maggio 2003 gridò "Buffone, fatti processare" a Berlusconi nel Tribunale
di Milano dove aveva appena rilasciato dichiarazioni spontanee
nell'ambito del processo Sme, denunciato per ingiurie dal predetto "BUFFONE".
La prima udienza si è svolta l'altroieri, lunedì 15 Novembre, ma io ho ricevuto
questa mail solo oggi.
Ciao a tutti, Massimo.
SONO LIETO DI FARMI PROCESSARE!
Cari Amici
con serenità vi dò la notizia che il 15 novembre prossimo si terrà la
prima udienza del processo intentato da Berlusconi nei miei confronti
per la nota contestazione individuale del 5 maggio 2003 al Tribunale di
Milano, altrimenti definita "agguato mediatico studiato con il tg3".
L'accusa è di "ingiuria aggravata", ma il querelante lamenta anche un'
"offesa alla Presidenza del Consiglio". Forse per questo ha scelto di
farsi rappresentare dall'Avvocatura dello Stato.
Superfluo dire che questa scelta mi sembra assai discutibile. Sul piano
giuridico parleranno i miei avvocati. Sul piano politico è evidente che
ci troviamo di fronte all'ennesima, inquietante dimostrazione di
confusione fra persona e carica, oltre che di intimidazione del
dissenso. In quel corridoio, come ho sempre ribadito, ho criticato un
personaggio che utilizza un'enorme concentrazione di poteri pubblici e
privati per sottrarsi alla Giustizia, tentando nel contempo di zittire
ogni voce critica. Le Istituzioni sono fuori causa. E non sono certo io
a offenderle.
Per il reato di cui sono imputato la pena prevista varia dal minimo di
una multa al massimo di una sanzione di sei mesi di reclusione. In caso
di appello il processo di secondo grado verrà celebrato davanti al
Tribunale di Milano. Preciso che sono incensurato. Per la verità non ho
mai "preso" nemmeno una multa, fors'anche perché non ho l'automobile e,
non avendo la tv, non sono obbligato a pagare il canone alla Rai del
dott. Flavio Cattaneo, un tipo che invia gli ispettori nella redazione
di un telegiornale che ha mandato in onda una notizia.
Più sobriamente del querelante, mi faccio assistere da due liberi
professionisti: l'Avvocato Beniamino Ricca, mio fratello, e l'Avvocato
Umberto Ambrosoli, un nuovo e caro amico, conosciuto in occasione di una
commemorazione del padre Giorgio, barbaramente assassinato l'11 luglio
del 1979 da un sicario al soldo del bancarottiere Sindona, con il
sostegno dell' ambiente dell'eversione piduista, nel quale si sono fatti
le ossa molti degli attuali protagonisti della politica, tra i quali il
querelante.
L'udienza, che probabilmente non sarà conclusiva, si svolgerà presso la
sede del Giudice di Pace di Milano. Ricordo che Berlusconi aveva sporto
querela il 6 maggio 2003. Nel gennaio del 2004 il Pubblico Ministero
Chiuri aveva richiesto l'archiviazione, considerando la mia
contestazione una "critica politica", protetta dal diritto di libera
manifestazione del pensiero.
A quel provvedimento si era opposta l'Avvocatura dello Stato, con
ricorso firmato dall'avvocato Damiani, poi accolto dal Gip Pizzonia, che
ha ordinato al Pubblico Ministero la formulazione del capo di accusa e
ha fissato l' udienza per lunedì 15 novembre, davanti al Giudice Morone.
Vorrei mettere un inciso. L'Avvocatura dello Stato, che ora è chiamata a
sostenere l'accusa contro di me, rappresenta la Presidenza del
Consiglio, parte civile nei processi a Previti e Berlusconi. L'Avvocato
Generale Salvemini, che ha svolto in modo indipendente quell'incarico, è
stato trasferito. Non solo: l'Avvocatura dello Stato ha dovuto opporsi
duramente per ottenere il ritiro di un provvedimento governativo che,
nel giugno del 2003, dopo l'arringa dell'Avvocato Salvemini, era volto a
dimezzarne le competenze, sottraendole, guarda caso, quelle nelle cause
penali. Voglio confermare la mia stima per un uomo come l'Avvocato
Salvemini. E nel contempo mi chiedo: c'è qualcuno, nell'Avvocatura dello
Stato, che avverte un leggero disagio per tutto questo? Me lo può
comunicare, anche solo in forma privata? Mi farebbe piacere saperlo,
perché la possibilità di riscatto è nel coraggio di chi sa pronunciare
qualche "no".
Per quanto mi riguarda sono sereno. Ritengo di aver esercitato il mio
dovere di critica, per un'esigenza di verità. Sono convinto che un
Giudice indipendente potrà disporre di tutti gli elementi per
assolvermi. Se anche dovesse condannarmi, accetterei un'eventuale
sanzione come il giusto prezzo da pagare per la mia libertà di
espressione, in un'epoca in cui lo spazio per la critica sembra ridursi
ogni giorno che passa.
Un secondo inciso, in forma di dubbio. Che cosa diventeranno processi di
questo tipo quando la Magistratura sarà ricondotta - come si vuole -
sotto il controllo di fatto del Governo? Quale reale libertà di giudizio
avrà un Giudice o un Piemme, avendo di fronte gli avvocati del Potere?
Ci avviamo forse a contemplare una Giustizia innocua con i colletti
bianchi, quanto spietata contro i politicamente malvisti?
Mi riempie il cuore di gioia e annulla tutte le offese e le provocazioni
che ho subito, pensare in questo momento alla straordinaria energia che
si è sprigionata da quell'urlo: gli innumerevoli attestati di simpatia
che ho ricevuto, le tante occasioni di dibattito e manifestazione alle
quali ho potuto partecipare, le persone straordinarie che ho avuto
l'occasione di conoscere, tutti coloro che hanno dimostrato di non
essersi lasciati intimidire da quel dito puntato e da quell'ordine
impazzito: "identificatelo!". In realtà, com'è chiaro, con quel gesto è
lui che si è fatto identificare: ed è questo che nel suo intimo non mi
perdona. Lui e i suoi sanno fin troppo bene che c'è la coscienza civile
di milioni di persone dietro un urlo come quello. Ed è per questo che
hanno bisogno di archiviarlo come un'ingiuria, addirittura recata alle
Istituzioni.
Loro, che le occupano.
Soprattutto è per me impagabile l'emozione di condividere con tantissimi
altri la medesima esigenza di vivere in un Paese di cui non doversi
vergognare. E' un'esigenza che nessun prepotente, per quanto
organizzato, potrà mai toglierci o farci morire dentro.
Ed è questa "esigenza" che prima o poi farà vincere le nostre buone
ragioni.
Scusate se l'ho fatta un po' lunga.
Mi piacerebbe che molti cittadini, di ogni opinione politica,
decidessero di essere presenti in quell'aula di Giustizia, per farsi
un'opinione diretta su un episodio che, forse, non riguarda solo me.
A Te, che ti riconosci in quel che ho detto, chiedo una cosa in più:
aiutami a far girare questa lettera, mandala ai tuoi amici in email,
fotocopiala, imbucala, falla conoscere a chi la pensa diversamente da
noi. E' prima di tutto loro che chiama in causa l'udienza di Lunedì 15
novembre, dalle ore 9,30, presso la sede del Giudice di Pace di Milano,
in via Guastalla.
Un caro saluto a tutti,
Piero Ricca
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