Vi mando anche l'inchiesta svolta daPaolo Attivissimo, che si occupa di
bufale informatiche, altre informazioni di questo tipo le trovate sul suo
sito, ciao
ASnna
2004/11/14
[IxT] Antibufala: allarme per il peperoncino cancerogeno
Questa newsletter vi arriva grazie alle gentili donazioni di "Karim Gor***",
"stefano_mastroi****" e "mau.calbi".
Dai primi di ottobre 2004 circolano varie versioni di un appello secondo il
quale alcuni prodotti alimentari attualmente in vendita conterrebbero
"peperoncino cancerogeno" o più propriamente peperoncino trattato con un
colorante, il Sudan rosso 1, ritenuto cancerogeno.
Le marche dei prodotti citate dall'appello sono fra le più note: Kraft,
Star, Cirio, Del Monte, Barilla, Conad, Arena e tante altre. L'appello è
insolitamente circostanziato: cita l'Agenzia regionale protezione ambientale
di La Loggia, in provincia di Torino, il procuratore aggiunto Raffaele
Guariniello e una decisione della Commissione Europea del 20 giugno 2003, e
segnala che il colorante pericoloso si può trovare anche in sughi pronti,
salumi e paste.
Inoltre l'appello talvolta cita, apparentemente come garante, il "Dottor
Alessandro Barelli... Direttore del Centro Antiveleni del Policlinico
Gemelli, Docente e Ricercatore nel campo della Tossicologia e della
Rianimazione."
La dovizia di dettagli, decisamente inconsueta per la media degli appelli
circolanti in Rete, ha una ragione ben precisa: l'appello è infatti
autentico, anche se contiene alcune lievi imprecisioni.
Infatti il Sudan rosso 1 è effettivamente un colorante che è considerato
cancerogeno dall'Unione Europea ed è effettivamente stato rinvenuto in
numerosi prodotti alimentari contenenti peperoncino in vendita in tutta
Europa nel 2003 e nel 2004.
In sintesi, l'elenco di prodotti citato dall'appello è tratto, spesso in
modo incompleto, da un'indagine del settimanale di difesa dei consumatori
"Il Salvagente", pubblicata il 21 ottobre 2004:
http://www.ilsalvagente.it/modules.php?name=News&file=article&sid=41
Secondo varie fonti, compreso il Ministero della Salute, i prodotti elencati
non sono però gli unici a rischio. Lo sono, infatti, tutti i prodotti che
contengono peperoncino contaminato con Sudan rosso 1, che è principalmente
di provenienza indiana. Tali prodotti comprendono alcune miscele di spezie,
couscous, curry, tandoori masala, salsicce e paste alimentari, e altro
ancora. Lo sono anche molti prodotti di origine non italiana. I prodotti
contenenti peperoncino italiano e i peperoncini italiani freschi non sono a
rischio: non è il peperoncino in sé a essere cancerogeno, ma il colorante
Sudan rosso 1 che vi viene immesso.
L'Unione Europea ha già disposto, sin da giugno 2003, misure d'emergenza per
bloccare l'importazione di ulteriori partite di peperoncino contaminate dal
Sudan rosso 1 e per disporre la distruzione delle partite già importate
nell'UE. Tuttavia, fonti giornalistiche e del Ministero della Salute
italiana segnalano che anche nel 2004 sono state trovate partite
contaminate.
In dettaglio, il problema della presenza del Sudan rosso 1 negli alimenti è
emerso a giugno 2003, quando l'Unione Europea, a seguito di segnalazioni
provenienti dalla Francia, ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'UE
del 21/6/2003 una "Decisione della Commissione... recante misure di
emergenza relative al peperoncino rosso e ai prodotti derivati".
http://europa.eu.int/eur-lex/pri/it/oj/dat/2003/l_154/l_15420030621it01140115.pdf
Da questa decisione cito alcuni paragrafi che corrispondono a quanto
descritto nell'appello:
a.. "Il 9 maggio 2003 la Francia ha notificato attraverso il sistema di
allarme rapido per gli alimenti e i mangimi l'individuazione del colorante
Sudan rosso 1 in peperoncini rossi originari dell'India. Non risulta che la
notifica riguardi prodotti di origine comunitaria [....]"
b.. "In base ai dati sperimentali disponibili il colorante Sudan rosso 1
può essere considerato una sostanza cancerogena genotossica. Pertanto è
impossibile stabilire una dose giornaliera tollerabile. Sudan rosso 1 può
anche provocare reazioni di sensibilizzazione per via cutanea o per
inalazione. L'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha
inoltre classificato il colorante nella categoria 3 delle sostanze
cancerogene."
c.. "Gli Stati membri vietano l'importazione di peperoncino rosso e dei
prodotti derivati, definiti all'articolo 1, a meno che le partite siano
accompagnate da un certificato comprovante che il prodotto non contiene il
colorante Sudan rosso 1 (CAS n. 842-07-09)."
d.. "I prodotti [...] nei quali è stato individuato il colorante Sudan
rosso 1 devono essere distrutte [sic]."
Il problema è stato inoltre segnalato, in termini che confermano la sostanza
dell'appello, da moltissime fonti:
a.. Libero news, settembre 2003
b.. Prontoconsumatore.it, ottobre 2003
c.. La trasmissione RAI La Radio a Colori del 24 settembre 2003, la cui
registrazione è ascoltabile via Internet e le cui pagine di approfondimento
forniscono molti dettagli, compresi i nomi di altri prodotti italiani
contenenti Sudan rosso 1 trovati nei negozi esteri
d.. Tiscali notizie dell'11 novembre 2004
e.. Il sito della Food Standards Authority britannica, ente preposto al
controllo della qualità degli alimenti, che elenca i prodotti contenenti
Sudan Rosso 1
f.. Un rapporto del Ministero della Salute italiano sulle segnalazioni di
presenza di Sudan rosso 1 nel 2003 nei prodotti italiani venduti all'estero
e in Italia e nei prodotti esteri in vendita in Italia, che segnala che "la
tipologia degli alimenti riscontrati positivi al Sudan 1 è eterogenea,
comprendendo sia miscele di spezie e condimenti (tra cui paprica e pepe) sia
prodotti alimentari quali sughi piccanti, salami, pesti rossi, pasta
piccante."
g.. Un altro documento del Ministero della Salute italiano, datato luglio
2004 e riferito al secondo trimestre 2004, che conferma il persistere del
problema: "La situazione nel secondo trimestre del 2004 conferma il trend
emerso lo scorso anno, essendo pervenute 37 notifiche (48 notifiche nel
primo trimestre)". Le notifiche in tutto il 2003 erano state 129.
Per finire, l'apparente "garante" dell'allarme, il "Dottor Alessandro
Barelli, [...] Direttore del Centro Antiveleni del Policlinico Gemelli,
Docente e Ricercatore nel campo della Tossicologia e della Rianimazione",
esiste realmente. Una ricerca in Google conferma quanto indicato
nell'appello: Alessandro Barelli è effettivamente il direttore del Centro
Antiveleni nel Dipartimento di Tossicologia Clinica dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore, Largo Agostino Gemelli 8, Roma, noto anche come
"Policlinico Gemelli".
A quanto risulta, il dottor Barelli ha ritrasmesso l'appello dal proprio
indirizzo privato. L'uso dell'indirizzo privato sembra indicare l'intento di
non coinvolgere il Policlinico Gemelli come autorità garante del messaggio.
L'indagine antibufala completa, con i suoi eventuali aggiornamenti, è a
vostra disposizione presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/peperoncino/sudan.htm
Ciao da Paolo.
Anna Maria Melone
Via Confalonieri, 11 20124 Milano
Tel +39 026072626 fax + 39 0229529155 Cell. 335 7835377
melan@???
----- Original Message -----
From: <xawcos@???>
To: "Gruppo Consumo Critico" <Consumo-critico-msf@???>
Sent: Tuesday, November 16, 2004 3:21 PM
Subject: sudan rosso 1: il peperoncino che uccide
Credo che sia importante far circolare questa mail, visto che i prodotti
(fine messaggio) che contengono questo peperoncino sono veramente di uso
comune.
Abbracci, Stefano
Salute - 28/10 sudan rosso 1: il peperoncino che uccide
il Ministero della Salute dorme. E' chiaro che le mail che informano
sull'ultima porcheria aumentano
In Italia sta circolando un tipo di peperoncino rosso che contiene
un
colorante cancerogeno vietato dall'Unione Europea. Lo ha scoperto l'Arpa
(Agenzia regionale protezione ambientale) di La Loggia, in provincia di
Torino, che ha trasmesso un rapporto alla Procura del capoluogo piemontese.
Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ha informato la Regione e il
Ministero della Salute perché vengano presi i provvedimenti del caso. Sotto
accusa è il colorante "Sudan rosso 1", molto impiegato in India, che la
Commissione Europea ha vietato il 20 giugno del 2003 perché "considerato
una
sostanza cancerogena genotossica", vale a dire dannoso anche per la
riproduzione.
Al momento sono ben dieci le aziende italiane produttrici di
alimentari contenenti peperoncino indiano indagate dalla Procura di Torino.
L'ipotesi di reato contestata dal pm Raffaele Guariniello, titolare
dell'inchiesta, è di somministrazione di sostanze alimentari pericolose
per
la salute pubblica. Su incarico del magistrato torinese, i Nas stanno
eseguendo controlli in tutta Italia alla ricerca di prodotti contenenti
questa spezia che, secondo quanto stabilito a un decreto dell'Unione
europea, una volta individuati devono essere sequestrati e distrutti. Il
problema riguarderebbe in particolar modo il nostro Paese visto che gli
alimenti incriminati trovati anche in altri stati d'Europa proverrebbero
proprio dall'Italia.
Secondo la Procura il problema è più vasto di quanto si possa pensare:
infatti oltre che nel peperoncino in polvere, il Sudan 1 si può trovare
anche in sughi pronti, salumi e paste. Inoltre, a confermare la gravità
dell'accaduto, sembra che numerose aziende italiane stiano provvedendo 'alla
chetichella' al ritiro volontario di centinaia di prodotti, nelle ultime
settimane, dagli scaffali di numerosi supermercati italiani. In effetti
solo
la catena di supermercati Conad ha avvisato i propri clienti dei ritiri
in
atto, pubblicizzando nomi e marchi addirittura sul proprio sito internet.
Chi dorme invece tranquillo e non si preoccupa minimamente di avvertire
i
consumatori italiani di quanto sta accedendo, è il nostro ministero della
Salute che tace in tutta tranquillità.
L'allarme sul colorante cancerogeno presente nei peperoncini
provenienti dall' India è partito dalla Francia, ed è stato preso in seria
considerazione dalle autorità europee. La Commissione è arrivata a vietare
l'importazione di peperoncino rosso e dei prodotti derivati "a meno che
le
partite non siano accompagnate da un certificato comprovante che il prodotto
non contiene il colorante Sudan rosso 1". Le partite con il colorante
"devono essere distrutte".
"Il colorante Sudan rosso 1 - si legge nel testo della "decisione
della Commissione" - può essere considerato una sostanza cancerogena
genotossica. Pertanto è impossibile stabilire una dose giornaliera
tollerabile". Il colorante "può anche provocare reazioni di
sensibilizzazione per via cutanea o per inalazione. L'agenzia internazionale
per la ricerca sul cancro (Iarc) ha inoltre classificato il colorante nella
categoria 3 delle sostanze cancerogene".
La lista dei ritiri italiani
KRAFT
Mato Mato piccante
STAR
Granpesto alla siciliana Tigullio;
Granpesto mediterraneo Tigullio;
Gransugo alla diavola;
Insaporitore aglio e peperoncino;
Spaghetti con broccoletti;
Spaghetti alla mediterranea
CIRIO
I sughi rustici all'arrabbiata
DEL MONTE
Hot Ketchup
BARILLA
Sugo all'arrabbiata
(lotti: 044423, 044433, 044443, 044913, 044923, 044933, 044943,
044503);
Pesto alla calabrese
(lotti: 054513, 054523, 054663, 054673, 055003, 055013)
MAMA SITA'S
Sweet chili
CONAD
Vongole al pomodoro
(lotto Lt 298A4);
Sugo al peperoncino
(lotti: LP015, LP016, LP157);
Taralli al peperoncino
(tutti i lotti con scadenza antecedente l'1/02/04)
ARENA
Zuppa di pesce Mare Pronto
( 18 lotti con scadenza fino a ottobre 04)
Sugo alla marinara Mare Pronto
(6 lotti con scadenza fino al dicembre 04)