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Aihe: [NuovoLaboratorio] inceneritore confronto fra ambientalisti e azienda a brescia
BresciaOggida bresciaoggi
Venerdì 12 Novembre 2004

Il leader dei comitati ambientalisti «informali» e il presidente di Asm Spa
faccia a faccia per due ore, visitando l?inceneritore

Ruzzenenti-Capra, sfida sul Pcb

«Superi gravissimi». «No, a carico nostro solo il 3 per mille dell?
inquinamento cittadino»

di Massimo Tedeschi

Non sarà servita a ridurre distanze, a smussare ostilità e diffidenze, a
comporre dissidi, ma di sicuro la visita al termoutilizzatore di Asm Spa
guidata ieri dal presidente Renzo Capra, dall?assessore Ettore Brunelli e
dal direttore del settore energetico Antonio Bonomo, avendo come ospiti di
riguardo i rappresentanti dei Comitati ambientalisti «informali» guidati da
Marino Ruzzenenti e Luigi Tosetti, si inscrive nelle pagine di civiltà della
recente cronaca bresciana. E, per certi aspetti, nella migliore teatralità
pubblica della ribalta locale.
Non che fra ospiti e «padroni di casa» sia mancato lo scontro dialettico,
anche aspro e risentito. Nell?arco delle due ore abbondanti di confronto -
tanto sono durati la visita e il successivo faccia a faccia - si sono
toccati tutti i registri: il bon ton diplomatico all?accoglienza, le battute
acide e le domande polemiche lungo la visita, il diverbio aperto nell?
interpretazione di alcuni dati alla fine. Ma fra una vasca di ammoniaca e un
silo di carboni attivi, una sbirciata nel forno dove i rifiuti bruciano a
1.100° C e un?occhiata allo scambiatore di calore che riscalda mezza città,
è andata in scena - in fondo - una pagina di civiltà. A confrontarsi c?erano
due schieramenti che sono acerrimi nemici: da un lato gli ecologisti che con
i loro ricorsi hanno imposto in passato un mese di stop al maxi-forno di
Asm, dall?altra i rappresentanti di un?azienda e un?amministrazione che
stanno passando ai raggi X l?ultimo libro di Ruzzenenti (L?Italia sotto i
rifiuti, Jaca Book) per valutare possibili appigli per azioni legali. La
tensione non mancava, e qui e là è esplosa. Eppure il confronto, senza
esclusione di accuse e controaccuse, è stato diretto. Chiarificatore.
In scena sono andate due visioni inconciliabili: i comitati che spingono per
la riduzione della produzione di rifiuti e il riuso delle materie prime, e
considerano preferibile la discarica rispetto all?incenerimento della quota
residuale, che dovrebbe arrivare al 30% e anche meno. Una visione propugnata
da cittadini (erano presenti, oltre a Ruzzenenti e Tosetti, Celestino
Panizza, Enrico Zecca, Josè Savoldi e Fabio Prandelli) che considerano l?
inceneritore Asm un disincentivo su questa strada, una macchina che inquina,
inefficiente dal punto di vista energetico e perfettibile dal punto di vista
ecologico.
Dall?altra un?azienda e un?amministrazione che dichiarano di voler lavorare
per la raccolta differenziata, ma considerano lo sfruttamento energetico dei
rifiuti una scelta razionale in linea con quanto avviene nelle nazioni
europee più avanzate. Un?azienda e un?amministrazione che rivendicano l?
eccellenza energetica di un termoutilizzatore capace di spremere l?80% della
capacità calorica dai rifiuti, ribadiscono che le emissioni sono molto al di
sotto dei valori di legge, che il contributo dell?impianto all?inquinamento
cittadino è irrisorio.
Su questo sfondo si innestano i singoli temi di contrasto. Ad esempio la
Valutazione di impatto ambientale. Brunelli insiste: «Comune e azienda
stanno facendo sul serio. È in corso lo Studio di impatto ambientale. Il
ministero ha riconosciuto questa procedura il 28 aprile scorso e ha nominato
due osservatori: lo studio verrà reso pubblico, e tutti i cittadini potranno
fare le loro osservazioni, nelle prossime settimane. È possibile fare la
procedura anche ad azienda in funzione, l?ha fatto da poco anche la
Ecoservizi». Ruzzenenti è di tutt?altro avviso: «Le Via si fanno prima che
le aziende siano costruite o messe in funzione. Questa è una presa in giro».
Ma il contrasto più duro riguarda i fumi. Ruzzenenti: «Insieme all?
inceneritore doveva entrare in funzione il laboratorio pubblico sui
microinquinanti: dopo sei anni non c?è ancora nulla». Replica Brunelli: «Noi
le attrezzature, con i fondi regionali, le abbiamo acquistate subito. Ma
tocca all?Arpa metterle in funzione, e l?inaugurazione è annunciata per il 3
dicembre prossimo, dopo sei anni».
Ruzzenenti e Panizza sferrano l?attacco più pesante sul Pcb: «Brescia è la
capitale del Pcb - dicono - e l?inceneritore continua a emetterne. Una
normativa europea e nazionale per le centrali elettriche che bruciano
rifiuti solidi fissa a 50 nanogrammi per metro cubo i limiti tollerabili di
emissioni di Pcb: in due occasioni le analisi hanno dimostrato nel camino
superi di due e di tre volte rispetto a questo limite. Sono dati di una
gravità enorme. Abbiamo informato le autorità». La replica di Asm: «La
normativa non si applica alle centrali che bruciano rifiuti. Tutti i valori
di cinque anni sono comunque molto inferiori ai 50 nanogrammi di Pcb, e quei
due picchi si spiegano con due situazioni eccezionali, di riaccensione».
Poi è Capra a passare al contrattacco: «Se ci saranno da fare modifiche all?
impianto noi le faremo, secondo le leggi vigenti. Mi chiedo però perchè c?è
tanto accanimento contro un impianto così controllato. Forse perchè siamo
pubblici, siamo trasparenti e qui, in caso di fermate, non si rischiano
posti di lavoro. Ma l?azione dei comitati danneggia l?azienda e i suoi
azionisti. Studi della facoltà di Ingegneria dimostrano che il contributo
del nostro impianto all?inquinamento cittadino è del 3-4 per mille. Un?
inezia».
Poi la difesa della strategia aziendale: «Non è il termoutilizzatore a
frenare la raccolta differenziata: noi applichiamo costi industriali che
sono un terzo della media nazionale. La colpa è della tassa provinciale che
è troppo bassa, dovrebbe essere molto più alta per incentivare i Comuni alla
raccolta differenziata».
Accaniti contro l?Asm? I Comitati replicano. Panizza: «C?è accanimento
perchè qui c?è stato un imbroglio: un impianto che non doveva bruciare più
di 266mila tonnellate ne brucia il triplo». E Ruzzenenti: «Tutti ci accusano
di accanirci: lo dice anche la Caffaro. Ma stiamo lavorando anche sulle
acciaierie: stiamo preparando un convegno scientifico. Per noi in questa
città, oltre al traffico, ci sono tre grandi fonti di inquinamento: la
Caffaro, l?inceneritore e le acciaierie».
Chiarite le rispettive posizioni, ognuno ora va per la sua strada. I
comitati continuano la battaglia sul piano legale ed europeo e mercoledì
sera presenteranno il libro di Ruzzenenti (a San Cristo, dai saveriani).
Brunelli annuncia la presentazione dello studio della Facoltà di Ingegneria
che minimizza il peso dell?inceneritore sull?inquinamento cittadino. L?
azienda prosegue lo studio di impatto ambientale.
La battaglia, insomma, continua. Più che mai, anche dopo il «chiarimento».