[NuovoLaboratorio] Petizione mondiale contro l'escalation de…

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Autore: magnone@chimica.unige.it
Data:  
Oggetto: [NuovoLaboratorio] Petizione mondiale contro l'escalation della guerra in Iraq
Petizione mondiale contro l'escalation della guerra in Iraq

FERMIAMO L'ESCALATION

Una iniziativa del BRussels Tribunal sottoscritta dal Tribunale
Mondiale sul'Iraq

"Senza tener conto delle informazioni su Falluja, un rapporto della
rivista Lancet del 29 ottobre stima in 100.000 gli iracheni morti a
seguito dell'invasione. L'84% delle morti vengono attribuite ad azioni
compiute dalle forze della coalizione e il 95% di quelle morti vengono
attribuite ai bombardamenti ed agli attacchi dell'artiglieria".
(Reuters, 28 ottobre 2004)

La guerra irachena è ben lontana dall'essere conclusa, anzi è appena
iniziata. Gli Stati uniti non sembrano in grado di sconfiggere la
resistenza irachena con i mezzi usati finora. D'altronde non possono
accettare questo imprevisto. L'arroganza propria con cui questa guerra
è stata dichiarata e condotta sta mettendo in discussione tutto il loro
prestigio e di conseguenza decenni di di sforzi per assicurare il loro
dominio nel mondo. La posta in gioco è più alta di quanto non fosse in
Vietnam. Gli Stati uniti non possono lasciare l'Iraq se non dopo aver
insediato un governo amico, ma oggi hanno così pochi amici in quella
parte del mondo che nessuna elezione democratica può produrre un tale
tipo di governo.

Di conseguenza è seriamente ipotizzabile una escalation militare dopo
le elezioni - immediatamente nel caso Bush venga rieletto, forse più
gradulamente nel caso vinca Kerry. Ma neppure il candidato democratico
ha intenzione di ritirarsi dall'Iraq. Il governo statunitense cercherà
di sconfiggere la resistenza ad ogni costo. E' in corso un'operazione
tesa a demonizzare la resistenza presso l'opinione pubblica mondiale
associandola ai rapimenti e agli assassini condannati praticamente da
tutto lo spettro delle organizzazioni politiche del mondo arabo.

Chiediamo che gli Stati uniti guardino in faccia la realtà, si ritirino
incondizionatamente dall'Iraq e traggano le necessarie conclusioni
sulla natura inacettabile della guerra preventiva. E' illusorio
chiedere che le forze nordamericane restino fino a che l'Iraq non sarà
pacificato perchè la loro presenza è talmente odiata che costituisce
l'ostacolo principale verso qualsiasi forma di pace.

Nel frattempo affermiamo che ci opporremo con tutti i mezzi pacifici e
legali a qualsiasi tentativo di schiacciare la resistenza irachena con
una escalation militare come si tentò di fare in Vietnam. Facciamo
appello a tutti i governi perchè garantiscano asilo a tutto il
personale militare statunitense che si rifiuterà di operare in Iraq.
Faremo del nostro meglio per diffondere tutte le informazioni
disponibili per contrastare la propaganda di guerra e cercheremo di
mobuilitare l'opinione pubblica mondiale, come nel 2002, per chiedere
che gli Stati uniti abbandonino il loro tentativo di imporre una
soluzione militare in Iraq.

Chi vuole sottoscrivere lo può fare dal sito
http://www.brusselstribunal.org/
o inviando una mail con scritto "sottoscrivo la petizione fermiamo
l'escalation" a Info@Brusselstribunal. org aggiungendo, se possibile,
professione e luogo di provenienza

Un primo elenco provvisorio delle firme

Jean Bricmont, prof. of theoretical physics, author and political publicist,
writer of this petition, Belgium

Noam Chomsky, author, USA

Margarita Papandreou, former First Lady of Greece

Hans C. von Sponeck, Un Humanitarian Coordinator for Iraq (1998-2000),
Geneva

Ken Coates and Tony Simpson, Bertrand Russell Peace Foundation (UK)

Jayan Nayar, Law Academic, Malaysia, Peoples' Law Programme Lelio Basso
International Foundation

Scott Ritter, former UN weapons inspector, writer, peace activist, USA

François Houtart, Centre Tricontinental (Cetri), Belgium

Edward S. Herman, Professor Emeritus of Finance, Pennsylvania ,
economist and media analyst, USA

Michael Parenti, author, USA

William Blum, author of books on US foreign policy, Washington, DC

...

Vedi le tantissime altre firme alla pagina:
http://www.uruknet.info?p=7117

L'indirizzo originale di quest'articolo è :
http://www.brusselstribunal.org/
Testo inglese, francese e tedesco:
http://www.uruknet.info/?p=m6822

-------------- parte successiva --------------

Petizione mondiale contro l'escalation della guerra in Iraq

FERMIAMO L'ESCALATION

Una iniziativa del BRussels Tribunal sottoscritta dal Tribunale
Mondiale sul'Iraq

"Senza tener conto delle informazioni su Falluja, un rapporto della
rivista Lancet del 29 ottobre stima in 100.000 gli iracheni morti a
seguito dell'invasione. L'84% delle morti vengono attribuite ad azioni
compiute dalle forze della coalizione e il 95% di quelle morti vengono
attribuite ai bombardamenti ed agli attacchi dell'artiglieria".
(Reuters, 28 ottobre 2004)

La guerra irachena è ben lontana dall'essere conclusa, anzi è appena
iniziata. Gli Stati uniti non sembrano in grado di sconfiggere la
resistenza irachena con i mezzi usati finora. D'altronde non possono
accettare questo imprevisto. L'arroganza propria con cui questa guerra
è stata dichiarata e condotta sta mettendo in discussione tutto il loro
prestigio e di conseguenza decenni di di sforzi per assicurare il loro
dominio nel mondo. La posta in gioco è più alta di quanto non fosse in
Vietnam. Gli Stati uniti non possono lasciare l'Iraq se non dopo aver
insediato un governo amico, ma oggi hanno così pochi amici in quella
parte del mondo che nessuna elezione democratica può produrre un tale
tipo di governo.

Di conseguenza è seriamente ipotizzabile una escalation militare dopo
le elezioni - immediatamente nel caso Bush venga rieletto, forse più
gradulamente nel caso vinca Kerry. Ma neppure il candidato democratico
ha intenzione di ritirarsi dall'Iraq. Il governo statunitense cercherà
di sconfiggere la resistenza ad ogni costo. E' in corso un'operazione
tesa a demonizzare la resistenza presso l'opinione pubblica mondiale
associandola ai rapimenti e agli assassini condannati praticamente da
tutto lo spettro delle organizzazioni politiche del mondo arabo.

Chiediamo che gli Stati uniti guardino in faccia la realtà, si ritirino
incondizionatamente dall'Iraq e traggano le necessarie conclusioni
sulla natura inacettabile della guerra preventiva. E' illusorio
chiedere che le forze nordamericane restino fino a che l'Iraq non sarà
pacificato perchè la loro presenza è talmente odiata che costituisce
l'ostacolo principale verso qualsiasi forma di pace.

Nel frattempo affermiamo che ci opporremo con tutti i mezzi pacifici e
legali a qualsiasi tentativo di schiacciare la resistenza irachena con
una escalation militare come si tentò di fare in Vietnam. Facciamo
appello a tutti i governi perchè garantiscano asilo a tutto il
personale militare statunitense che si rifiuterà di operare in Iraq.
Faremo del nostro meglio per diffondere tutte le informazioni
disponibili per contrastare la propaganda di guerra e cercheremo di
mobuilitare l'opinione pubblica mondiale, come nel 2002, per chiedere
che gli Stati uniti abbandonino il loro tentativo di imporre una
soluzione militare in Iraq.

Chi vuole sottoscrivere lo può fare dal sito
http://www.brusselstribunal.org/ o inviando una mail con scritto
"sottoscrivo la petizione fermiamo l'escalation" a Info@
Brusselstribunal. org aggiungendo, se possibile, professione e luogo
di provenienza


Un primo elenco provvisorio delle firme

Jean Bricmont, prof. of theoretical physics, author and political
publicist, writer of this petition, Belgium

Noam Chomsky, author, USA

Margarita Papandreou, former First Lady of Greece

Hans C. von Sponeck, Un Humanitarian Coordinator for Iraq (1998-2000),
Geneva

Ken Coates and Tony Simpson, Bertrand Russell Peace Foundation (UK)

Jayan Nayar, Law Academic, Malaysia, Peoples' Law Programme Lelio Basso
International Foundation

Scott Ritter, former UN weapons inspector, writer, peace activist, USA

François Houtart, Centre Tricontinental (Cetri), Belgium

Edward S. Herman, Professor Emeritus of Finance, Pennsylvania ,
economist and media analyst, USA

Michael Parenti, author, USA

William Blum, author of books on US foreign policy, Washington, DC

...

Vedi le tantissime altre firme alla pagina:
http://www.uruknet.info?p=7117

L'indirizzo originale di quest'articolo è :
http://www.brusselstribunal.org/
Testo inglese, francese e tedesco:
http://www.uruknet.info/?p=m6822


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