L'azione del 30 ottobre in un superstore di una 
catena commerciale di Milano e' stato un momento 
di comunicazione a lavoratori e consumatori per 
lanciare i Punti San Precario, una rete nazionale 
di sportelli di tutela individuale e solidarietà 
collettiva rivolti alle varie figure del 
precariato italiano. L'azione, gioiosa ma 
fortemente incisiva , si è svolta all'interno di 
una due giorni che ha visto protagoniste precarie 
e precari in tantissime citta' italiane (Milano, 
Bologna, Macerata, Bari, Trento, e molte altre).
Al contrario di quanto affermato da ansa e digos, 
l'azione non aveva affatto come obiettivo la 
riappropriazione di merci, bensì la comunicazione 
con commesse e banconieri, spesso precari 
bistrattati dal misero contratto della grande 
distribuzione, e con le altre persone presenti 
all'esselunga di via ripamonti in quel sabato 
pomeriggio. Ad un tratto, duecento attivisti sono 
emersi dal parcheggio riuscendo a montare in 
quattro e quattr'otto uno stand mobile e musicale 
di San Precario, distribuendo volantini e 
questionari sulle condizioni di vita e di lavoro 
(tipologia contrattuale, straordinari, lavoro 
domenicale, forme di mobbing ecc). Sono stati 
letti brani che descrivono la precarieta' 
predominante nel commercio, nella logistica e nei 
servizi delle metropoli italiane, fatto 
riflessioni sull'impoverimento dei lavoratori 
italiani rispetto al resto d'Europa, e dato la 
parola a ex lavoratori dell'esselunga, che hanno 
illuminato i presenti sulle benemerite opere di 
Caprotti & Co (decine di megastore in costruzione 
con l'avallo della destra al potere in regione e 
in comune).
Fin dal 2001, con la MayDay Parade di cui siamo 
promotori, abbiamo contribuito a dare voce ai 
mille volti del precariato italiano e a porre la 
questione della precarietà all'attenzione del 
dibattito pubblico e sindacale: affrontare la 
questione precaria è ormai diventata una 
questione di democrazia in italia e in europa. 
Nel 2004, sfilando dietro l'effige di San 
Precario (altro simbolo alla cui creazione, con 
la rete precog, abbiamo concorso), 100.000 
precarie e precari da tutta italia hanno 
partecipato alla parata del primo maggio a 
Milano, gemellata con una analoga a Barcellona, 
riuscendo ad imporre ad ogni livello politico e 
sindacale un forte dibattito sulle questioni 
della precarizzazione e dell'imbarbarimento delle 
condizioni sociali che da questa derivano 
suscitando, incredibilmente, più l'interesse dei 
media europei che quello dei media italiani.
La questione del carovita, benché giustamente da 
tutti venga percepita come una calamità, secondo 
noi deve essere subordinata a quella più generale 
dello strapotere dell'aziende sulla vita di 
ognuno di noi, infatti è proprio il vampirismo 
sociale di queste a generare precarietà, disagio 
e nuove povertà. In quest'ottica le mayday 
italiane ed europee come le azioni del 30 ottobre 
a Milano, come la giornata di mobilitazione del 6 
novembre a Roma fanno parte dello stesso percorso 
attraverso cui il soggetto precario (7 milioni di 
persone in italia fra part-time, tempo 
determinato, apprendistato, coprò e le mille 
altre forme di frammentazione del lavoro) sta 
prendendo coscienza di sé e della propria 
condizione in tutta la penisola.
Giovani e meno giovani che vivono un disagio 
sempre maggiore e scivolano verso la povertà 
stanno autorganizzandosi per reclamare reddito, 
servizi, saperi, accesso a mobilità, cultura e 
conoscenza.
Abbiamo riassunto tutto questo nel concetto di 
Flexicurity* (sicurezza nella flessibilità) 
perche' vogliamo si affermino diritti sociali che 
consentano di essere flessibili senza dover 
subire la precarietà. In altri termini vogliamo 
ribadire la precedenza della vita sul lavoro e 
dei tempi degli affetti e della socialita' sui 
ritmi dell'economia.
Evidentemente il consenso suscitato da tutto ciò 
e la forza immaginifica e propulsiva di San 
Precario è ciò che più innervosisce  chi 
amministra oggi il potere, e che ricorre, anche 
retroattivamente, alle forme piu' becere del 
controllo sociale e poliziesco: solo cosi' 
riusciamo a comprendere la sproporzione tra i 
fatti avvenuti (un presidio in cui nessuno si è 
spaventato e nessuno è stato aggredito) e la 
gravita' delle imputazioni confezionate dalla 
digos. Per non parlare della violenta ondata 
criminalizzatrice che ha paragonato la spesa 
sociale del 6 novembre romano alle più svariate e 
oramai innumerevoli _emergenze nazionali_ 
inondando i media di banalità, luoghi comuni e 
prese di posizioni ipocrite visto gli enormi 
guadagni che le imprese (di chi governa e non) 
continuano ad avere anche in periodo di crisi dei 
consumi prodotta della precarizzazione 
generalizzata.
Siamo devoti di San Precario ma non siamo fessi. 
Siamo convinti che per affrontare la precarieta', 
ci si debba autorganizzare socialmente e sia 
necessario rinnovare le forme e la comunicazione 
del proprio agire politico e sindacale. Come in 
tutte le altre iniziative che ci hanno visto 
promotori e protagonisti in questi anni insieme a 
decine di migliaia di precari, cognitari, 
contorsioniste della flessibilità ed equilibristi 
della precarietà, anche nelle iniziative del 30 e 
31 ottobre abbiamo puntato sulla comunicazione, 
sull'immaginario e sull'attivazione diretta di 
tutti coloro che sono costretti a sperimentare le 
privazioni e gli arbitri imposti da questo stato 
di cose. Sappiamo che la soluzione alla 
precarieta' dilagante non arriverà dall'alto per 
grazia divina, ma che questa situazione 
degradante e degradata muterà solo attraverso 
l'azione congiunta di giovani, donne, migranti, 
se riusciranno a riappropriarsi del tempo della 
propria esistenza per sperimentare nuove 
solidarietà e agire attraverso nuove forme di 
conflitto.
Precarie e Precari di Milano e di Monza
Chainworkers - FOA Boccaccio - Reload ... reality 
hacking - Cicloprecarie alla deriva
*flexicurity = 
http://www.chainworkers.org/dev/node/view/102
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