COMUNICATO STAMPA
Oggi è morto un costruttore di pace.
Perugia, 11 novembre 2004 -Dichiarazione di Flavio Lotti, coordinatore
nazionale della Tavola della pace, di Giulio Cozzari, Presidente del
Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, e
di p. Nicola Giandomenico, del Sacro Convento di San Francesco d'Assisi,
sulla morte di Yasser Arafat.
Alle 3.30 di questa mattina, il Presidente dell'Autorità Nazionale
Palestinese, Yasser Arafat, ha cessato di vivere. E' finita la sua agonia e
la sua vita.
Oggi è morto un costruttore di pace. Non un ostacolo alla pace, ma un uomo
che ha saputo abbandonare le armi per cercare la via della pace. Un uomo
generoso che ha speso tutta la sua vita per dare unità, libertà e dignità
al suo popolo fino a diventarne, nonostante le critiche, il simbolo più
amato e rispettato. Un uomo che come tutti gli uomini ha commesso i suoi
errori, ma che ha sempre pagato di persona sino a condividere la prigionia
del suo popolo che lo ha costretto alla morte. Un uomo che per decenni si è
appellato al mondo per mettere fine alle sofferenze del popolo palestinese
riconoscendo per primo il diritto all'esistenza dello Stato di Israele. Un
uomo che è stato, e continua ad essere anche dopo la sua scomparsa, oggetto
di una brutale aggressione da parte di tutti coloro che non hanno mai
voluto riconoscere ai palestinesi il diritto alla vita e all'indipendenza.
Yasser Arafat ha lasciato la sua terra inviando baci, a piene mani, al suo
popolo. Possano quei baci alleviare il dolore di tutte le bambine e i
bambini, le donne e gli uomini che in Terra Santa e nel mondo piangono la
sua prematura partenza.
Di fronte al profondo dolore e smarrimento del popolo palestinese che ha
perso il suo principale leader storico non bastano però le parole di
cordoglio e di solidarietà.
Yasser Arafat è morto senza vedere realizzato il suo sogno: veder
finalmente riconosciuti i fondamentali diritti del popolo palestinese.
L'Italia, l'Europa e l'Onu portano il peso di grandi responsabilità per non
aver fatto tutto quello che potevano per mettere fine a questa tragedia.
Molte opportunità di pace sono state sprecate a causa dell'indifferenza,
della miopia e del cinismo di tanti governi.
Tutti sanno che senza un deciso intervento dei responsabili della politica
internazionale sarà impossibile spezzare la catena della morte che
insanguina la Terra Santa.
L'Italia, l'Europa, l'Onu, devono rompere l'immobilismo e agire subito per
accompagnare il popolo palestinese nella difficile transizione politica
interna e nel cammino verso la fine delle sofferenze e il pieno
riconoscimento dei loro sacrosanti diritti. E' interesse dell'Italia,
dell'Europa e dell'intera comunità internazionale.
Tutti sanno che la soluzione del problema sta nel riconoscere ad entrambi i
popoli -israeliano e palestinese- gli stessi diritti: due popoli, due
Stati, la stessa dignità, gli stessi diritti, la stessa sicurezza. Per
raggiungere questo obiettivo, oggi ancor più di ieri, è necessaria la
mobilitazione solidale della società civile, di tutte le organizzazioni, di
tutte le donne e gli uomini di buona volontà nella consapevolezza che "non
ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace. E
tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione
straordinaria sul pianeta intero".
Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace
Giulio Cozzari, Presidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali
per la Pace e i Diritti Umani
p. Nicola Giandomenico, Sacro Convento di San Francesco d'Assisi
Perugia, 11 novembre 2004
Ufficio Stampa Tavola della pace
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