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Autore: Amnesty International - Lucca
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Nigeria: rapporto di Amnesty International su petrolio e diritti umani
COMUNICATO STAMPA
CS152-2004

NIGERIA: RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATONAL SU PETROLIO E DIRITTI UMANI

Il mancato rispetto, da parte del governo della Nigeria, dei propri
obblighi di difesa dei diritti umani sta provocando un escalation di
violazioni dei diritti civili, politici, sociali, economici e culturali
nel contesto delle attivita' esplorative e produttive delle compagnie
petrolifere nel Delta del Niger.

In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International rileva come i
diritti umani di singole persone e intere comunita' siano stati violati a
causa dell'operato di alcune imprese transnazionali nonche' delle azioni e
del mancato intervento delle autorita' federali nigeriane. Il rapporto
illustra tre casi di consultazione parziali delle comunita' interessate e
di mancata pulizia delle aree da cui viene estratto il petrolio, che
coinvolgono la Shell Petroleum Development Corporation e la Nigerian Agip
Oil Corporation. In gioco sono i diritti di cercare, ricevere e fornire
informazioni, a un adeguato standard di vita, a un ambiente generale
soddisfacente e a misure efficaci di rimedio e risarcimento legale.

'Venendo meno all'obbligo di rispettare i diritti della sua popolazione,
il governo nigeriano ha creato un ambiente favorevole per le aziende, in
cui esse possono agire al di fuori di un ambito di responsabilita' legale;
cio' rende difficile per le vittime delle violazioni dei diritti umani
chiedere un risarcimento' ? ha dichiarato Michael Hammer, direttore del
Programma Africa di Amnesty International.

Inoltre, stante la mancata fornitura dei servizi essenziali da parte del
governo, da molti anni le compagnie petrolifere hanno lanciato progetti di
responsabilita' sociale (strade, ospedali, scuole, trasporti e altre
infrastrutture) nelle comunita' presso le quali si trovano a operare.
Sebbene alcuni di questi progetti abbiano dato buoni risultati, altri in
alcune circostanze si sono rivelati inadeguati se non addirittura
inesistenti.

'Assicurare l'accesso universale ai servizi sociali di base rimane una
responsabilita' dello Stato nigeriano; quella delle compagnie
transnazionali e', invece, di assicurare che le aree che hanno accettato
volontariamente di fornire servizi ne beneficino in modo adeguato e non
discriminatorio' ? ha aggiunto Salil Tripathi, ricercatore di Amnesty
International sulle relazioni economiche.

Alcune comunita' che non ricevono gli stessi benefici di quelle che
risiedono vicino alle zone in cui operano le compagnie petrolifere, cosi'
come quelle escluse dai progetti delle stesse compagnie, maturano un senso
di malcontento. Esse vedono le compagnie come attori economici che operano
arbitrariamente sulla loro terra senza la dovuta o adeguata consultazione.

In diversi casi il malcontento e' sfociato in proteste violente, che
secondo alcuni analisti hanno provocato nel solo 2003 oltre mille morti
nel Delta del Niger. Secondo i calcoli di Amnesty International,
potrebbero essere gia' 670 le persone assassinate nel Delta e negli altri
Stati di Rivers e Bayelsa nei primi otto mesi del 2004.

A settembre, Amnesty International ha ricevuto notizie di operazioni
dell'esercito federale contro la popolazione civile. Il 6 settembre c'e'
stato un attacco aereo contro la citta' di Tombia, con un numero
imprecisato di vittime e la distruzione di abitazioni civili e luoghi di
culto, come la chiesa luterana di Santo Stefano. Secondo alcuni testimoni,
centinaia di persone che si erano rifugiate in questo edificio potrebbero
essere rimaste uccise sotto i bombardamenti.

In molti casi le proteste contro le compagnie petrolifere si sono
radicalizzate dando vita a sequestri del personale, sabotaggi e altri atti
di violenza. Le compagnie chiedono alle forze di sicurezza di proteggere
il proprio personale e le installazioni e in alcuni casi queste ultime
agiscono arbitrariamente e in modo sproporzionato.

Sebbene le attivita' delle compagnie transnazionali non siano l'unica
causa della violenza nel Delta del Niger, Amnesty International ritiene
che gli Stati abbiano la responsabilita' primaria di assicurare che queste
rispettino i diritti umani nelle loro zone di operazioni.

'Le compagnie petrolifere e il governo, a livello statale e federale,
devono assumere misure urgenti per porre fine alle violazioni e agli abusi
dei diritti umani che molti nigeriani stanno subendo e devono prendere in
considerazione il malcontento delle comunita' locali. Le compagnie che
operano in Nigeria devono, se non l'hanno ancora fatto, operare nel
rispetto delle leggi nigeriane che regolano le loro attivita' ed evitare
politiche che possano contribuire direttamente o indirettamente ad abusi
dei diritti umani. Esse devono agire nel rispetto delle Norme delle
Nazioni Unite sulla responsabilita' delle imprese transnazionali ed altre
imprese riguardo ai diritti umani' ? ha concluso Tripathi.

Amnesty International ritiene che la Nigeria, in quanto principale
produttore di petrolio dell'Africa, ha la responsabilita' di adottare
standard che possano essere applicati in tutto il continente.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 9 novembre 2004

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