lancio li alcune riflessioni sul dopo 6...
1) La street è stata qualcosa di qualitativamente alto, anche se quantitativamente poteva essere molto ma molto più numerosa.
Qualitativamente alto, perchè in quella street camminavano assieme, sotto la rivendicazione di un reddito per tutti\e, i vigili del fuoco e i media
attivisti, le comunità montane di Rieti (su 82 dipendenti 70 precari) e i precari della pubblica ammnistrazione, il sindacalismo di base che quest'anno ha
mosso grossi pezzi di lavoratori anche garantiti e dall'altra parte occupanti di casa, c'era quel variegato mondo del precariato sociale che è difficile inquadrare in
una "categoria" ma che invece è il gigantesco serbatoio di ricambio del lavoro e allo stesso tempo centrale in quella produzione di ricchezza
sociale diffusa (innovazione, creatività, cultura...). Dentro questa dimensione, tutta sociale e politica allo stesso tempo, si sono mosse quelle
realtà di lotta territoriale, dai disoccupati a chi sta facendo sportelli metropolitani e quant'altro. Insomma il qualitativo sta nel fatto di aver
vissuto una giornata di esperienze di lotta trasversali da una parte e dall'altra tutte attive, cioè in azione ora, dentro la propria specifictà
territoriale, lavorativa, sociale. Questa ultima è garanzia di continuità, perchè gli occupanti di casa, street o meno, continueranno con le loro
lotte, cosi come i precari delle PA, cosi come gli sportelli, cosi come i disoccupati e via discorrendo.
Qualitativamente alta anche per via della forte comunicativa che c'era alla street.Stencil, striscioni, sound, pupazzi, murghe, scritte e quant'altro hanno
avuto un ruolo centrale nel corteo.
Inoltre, anche se in mille modi diversi, tutti hanno posto la questione del reddito come centrale (era una street per il reddito d'altronde...), dandone
siginificati diversi, molti dei quali molto interessanti che legavano la questione del reddito alla qualità della vita (voglio reddito perchè cosi nn
sono costretto a comperare benzina per andare a lavorare dicevano i ciclisti a tempo indeterminato...)...insomma una ricchezza diffusa anche di idee e prospettive...
2) Sotto questo punto di vista quindi possiamo dire che è andata bene e che si tratta di una scommessa tutta da giocare a partire dai territoti di intervento (urbani, lavorativi, universitari, sociali, virtuali...) la dove queste lotte sono inserite e vivono oltre la street.
Quantitativamente poteva essere meglio, non solo per l'enorme esercito di precari che vive in questa penisola, ma proprio perchè oggi esistono
moltissime lotte, frammentate, divise, non comunicanti, ma che esistono. Per esempio di comitati di "cartolarizzati" ce ne erano alcuni ma potevano
essere di più, cosi come di collettivi di precari o singoli giramondo. Questo è un punto di riflessione che ci deve aiutare a riflettere sulla
necessità di continuare a sviluppare alleanze sociali con i settori sociali che vivono questa situazione e che debbono divenire nostri primi
interlocutori.
Una street che da un segnale forte anche alla politica nazionale e non solo, perchè dalle fredde statistiche (più o meno finte) dell'Istat sull'inflazione e sul carovita, e le mille inchieste sulla trasformazione del lavoro e la crisi complessiva, si sono visti i corpi, i visi, i desideri di coloro che subiscono questa condizione e che hanno necessità assoluta di trasformare il proprio esitente ora.
Un segnale ai bertinotti quindi, ai pecorari e alla gad tutta, in primis. Ma un segnale forte al paese, ai settori sociali nn ancora organizzati, ai lavorator@ che non hanno ancora alcun legame con la ripresa della lotta. Insomma un segnale a tutt@ in cui il leit motif è di fatto: riprendere la lotta, conquistare spazi di libertà.
Sarà interessante ora capire e vedere effettivamente che cosa succede, anche sotto il punto dei rapporti di forza interni alla gad quali saranno le centralità dei futuri programmi anche governativi. Nn che questo sia determinante per un movimento sociale, ma sicuramente nn può essere snobbato, anzi. E sarà interessante anche capire che ricadute avremo sotto il profilo dell'intervento sociale della gap....
3) e qui comincio ad avere delle strane sensazioni.
- Conosco numerosi iscritti rdb e cub, che non vivono 365 giorni l'anno "la politica". Erano in piazza alla street ma nn la mattina. Molti mi cominciano ad esporre i propri dubbi. Insomma la sensazione che mi espongono è che in qualche modo la mattina abbia un pò sovradeterminato il pomeriggio. Poi i giornali ce l'hanno messa tutta, personalizzando l'azione (casarini\lutrario\d'erme) cercando di farla passare come un azione tutta politico\giovanilistica (no global\disobbedienti\centri sociali) e infine paragonandola ai "mitici '70" a zampa d'elefante che fa sempre chic! Insomma la sensazione è che molti nn abbiano capito, ne compreso quanto la mattina e il pomeriggio fossero una unica questione...e la vivono come se fossero stati usati il pomeriggio...queste percezioni, fossero anche di poche singole persone, però a me fanno riflettere di quanto effettivamente ci sia un dibattito complessivo, partecipato, trasversale o invece di quanto questo sia più delegato ed inserito dentro alcune dinamiche che si rifanno tutte all'aspetto politicista delle cose...
- molto si è detto anche durante le assemblee nazionali pubbliche in merito alla necessità di una giornata di lotta, che ci fosse come centralità la comunicazione e la riproducibilità dell'azione della mattina.
Abbiamo avuto nel corso di questi mesi, in molte città, ultima ad Afragola in campania, azioni di comunicazione e autoriduzione nei supermercati. Sparse, spesso fatte anche da sconosciuti (io di afragola conosco nulla ). Partecipate da diverse realtà sociali, la dai disoccupati, altrove dai senza casa, in altre città da precari e realtà occupate metropolitane. Insomma variegate, senza regia, e sparse.
Oggi credo che tutto ciò sia molto più difficile che avvenga. Se fino al 5 queste azioni erano dentro una dinamica di crescita e di dislocazione e partecipazione "popolare", oggi credo che la curva, che il picco, sia tremendamente caduto sotto lo 0. Credo che sarà molto ma molto più difficile far si che questo tipo di azioni siano, come si è detto in tutte le assemblee, riproducibili.
Dentro questa dinamica credono che vadana a cadere anche quelle inizitive minime di comunicazione che spesso sono state realizzate...nn sò mi vengono in mente quelle de CW fuori i centri commerciali che erano molto gioiose e appunto comunicative...credo che da domani sarà molto più facile trovarsi di fronte un atteggiamente militaresco e quindi di isolamento...circondati da qualche blindato e impossibilitati a discutere con i lavoratori o con i consumatori di un supermercato...figuriamoci a fare un "natale precario" come lo scorso anno...
- Sulla comunicazione probabilmente è successo qualcosa. Io nn c'ero quindi nn sò esattamente cosa sia successo, materialmente. Ero in radio a fare le corrisponedenze e probailmente avevo un quadro diverso (forse più variegato) di ciò che succedeva. Però credo che qualcosa nn sia andato. Insomma se doveva essere un azione simbolica bastava un carrello, due foto e 4 denunce....se era un azione di riappropriazione allora le modalità dovevano essere altre (a meno che nn siamo diventati tutti kamikaze che caliamo in 400 a volto scoperto per farci fotografare con il carrello pieno...)...se doveva essere una forma di autoriduzione (so di compagni che hanno pagato simbolicamente un tot per il carrello pieno) bisognava in qualche modo determinare una trattativa che salvaguardasse appunto le persone che a volto scoperto e in 400 stavano facendo un'azione di comunicazione e autoriduzione...magari si giungeva ad un accordo (come mi pare sia stato fatto molte altre volte, anche ad afragola, ) su un numero di carrelli, su un tot di sconto per 1 ora e via discorrendo...nn ho capito quale di queste tre opzioni sia andata in opera....ma immagino che ci saranno sedi opportune per discutere anche delle pecche...
Sta di fatto che però, ho l'impressione, che qualcosa nn abbia funzionato e che ci sia una sorta di incomprensione di fondo....una sorta di ricerca di radicalità dentro una dimensione di compatibilità....
- accanto a questo, molti hanno usato il termine esproprio proletario...al di là delle strumentalizzazioni giornalisitiche e poltiche, va detto che il periodo degli espropri era lo stesso in cui nei quartieri ad esempio, esistevano i comitati di lotta che facevano l'autoriduzione delle bollette e via discorrendo...cioè esiteva di fatto un settore sociale, ampio, enorme, che si era data degli strumenti organizzativi e che vedeva gli espropri partecipati dai "proletari" del quartiere x o y...ecco, ora sappiamo tutti che nn si tratta di esproprio, ma credo che una delle debolezze attuali stia qui, cioè non nel fare o non fare azioni, ma come ci si arriva, chi le fa, con chi si interloquisce prima durante e dopo....insieme a chi si fanno...
calcolate che il supermercato in cui è stata fatta l'azione sta in quartiere popolare di roma, storico per le lotte sociali, ancora oggi abitato da una fettas enorme di proletari, migranti, occupanti di casa...immaggino che molti di questi stiano ancora sorridendo del fatto che sabato mattina hanno avuto l'opportunità di fare la spesa gratis...ma in quel quartiere nn esiste un comitato di lotta, nn c'è un csoa, nn uno sportello...insomma, nn abbiamo neanche il feedback popolare di quella zona, di cosa dicono dopo l'attacco mediatico...magari stanno avendo paura perchè molti di quelli sono comparsi sulle foto dei giornali locali, magari qualcuno ha portato la merce indietro, magari qualcuno ha voglia di ripetere l'azione ma nn sa dove ci si incontra....
- L'attacco individuale poi è l'altro elemnto. Cioè, l'ansa, 10 minuti dopo l'azione, anzi in azione in corso, dava già i nomi dei soliti noti che avevano organizzato la faccenda. E' evidente che le denunce che arriveranno rischiano di essere tante e di colpire nn solo compagn@ che ormai ne fanno "collezione" e che li metteranno in una condizione ulteriormente pericolosa, ma anche di colpire molti di quelli che magari nn sono cosi esposti, che magari appunto si sono sentiti di partecipare a qualcosa che in effetti doveva essere di un certo taglio...appunto, come mi pare sia stato detto anche nel comunicato pre 6, di "supervisione affinchè gli sconti siano garantiti"...
In questo caso credo che la peggior cosa è rispondere individualmente. Sia perchè si avalla la tesi mediatico\inquisitoria, sia perchè si riconduce a poche unità una dimensione di bisogno sociale diffuso. Se effettivamente si parla di 70 denunce mi auguro in una presa di posizione comune, nazionale, e che anche i nomi più noti tra i denunciati, siano messi al riparo da eventuali show televisivi e o da eventuali teoremi giudiziari, stando dentro una dimensione di difesa politica più ampia.
Oltretutto l'attacco personalizzante serve proprio a dire che queste cose nn le fanno i precari che si autorganizzano, ma i soliti volti noti dell'"estremismo rosso", "professionisti" della politica. (operazione già fatta dai media e dai parlamentari di dx e sx).
- Queste sono solo una serie di riflessioni del dopo 6, in cui evidentemente ci sono tantissimi punti su cui ragionare (potrei scrivere ancora ma vi risparmio il pippone), a partire dai dati significativi della partecipazione diversificata del pomeriggio, dei contenuti espressi e delle diverse forme comunicative con cui i partecipanti hanno interagito, del camion iniziale senza firme, anzi in cui la firma era il contenuto "reddito per tutti"...Un momento importante verso la costruzione di un movimento autorganizzato di precari, di rivendicazioni sociali che si incrociano (il diritto alla casa e i nuovi diritti sul lavoro, il reddito per tutti e il sapere...), di realtà di lotta che esistono e si muovono anche oltre la street...
Ma allo stesso tempo, ci sono numerosi punti su cui ragionare anche sotto il punto di vista delle riflessioni meno esaltanti e che fanno del 6 una giornata felice si ma con tanti buchi neri.
A me nn piace esaltarmi a prescindere, ne tantomeno trovare a tutti i costi i buchi neri, ma la sensazione complessiva mi dice che la rilfessione deve essere più profonda se si vuole crescere ed avere le gambe per andare avanti.
Mi fermo qui, anche se le cose da dire sarebbero ancora molte...sta di fatto che oggi sorrido a mezza bocca...anzi direi di più...ho un sorriso un pò amaro...
ciao Nano
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