Szerző: Giacomo Elia Dátum: Tárgy: [Cm-roma] per M.Pierfranceschi da P.Bellino
>
>Pierfranceschi, ora ti dico due cose.
>Leggiti questa mail fino in fondo.
>
>Tu non sai di cosa parli.
>
>Stai assistendo, tuo malgrado, a cose che sono fuori dal tuo "controllo".
>Stai tentando affannosamente di rincorrere una cosa che ti sfugge, che non
>riesci a capire. Che non puoi capire.
>Non puoi. Non ce la fai.
>
>Molti di noi in lista -lo so- hanno messo dei filtri per non farsi arrivare
>la mail scritte da te. Io no -in realtà me ne scordo, anche se penso che è
>una buona idea-, semplicemente non ti leggo e ti cancello.
>Mi è toccato farlo perchè in un post odierno di Nunzio -persona che
>apprezzo
>e stimo (a differenza di te: capisci cosa dico?) e a cui solo dopo averlo
>apprezzato e stimato ho imparato a volere bene- c'era in qualche modo un
>richiamo ad una tua mail in cui si parlava a vanvera di una mia bici. Ho
>dovuto quindi leggere -con una certa fatica- le cose che hai scritto ripeto
>a vanvera sulla costosissima biciclettina vandalizzata che hai visto. Non
>avevo ancora cancellato di default.
>
>Il tuo sommo disgusto. La tua presunzione di sapere di cosa parli. La tua
>sentenza su una cosa di cui non sai niente.
>
>Non sai niente, Pierfranceschi. Tu sei un imbecille. Ora ti dico perché.
>
>(Non perché hai sputato sulla mia biciclettina del cavolo).
>No, tu proprio non sai di cosa si sta parlando. Suppongo -ma spero di
>sbagliare, oh cristaccio quanto lo spero altrimenti siamo circondati e
>forse
>fottuti- che tu non sappia in genere di cosa si stia parlando. In genere: e
>per in genere intendo anche le opinioni sul tempo meteorologico o sulla
>spesa al mercato.
>
>Credo che tu pensi di parlare a delle entità che si radunano sotto l'egida
>di una sigla, in questo caso la massa critica (fenomeno che ti fa gola e
>che
>vorresti in qualche modo gestire per avere un maggior consenso intorno alle
>iniziative della tua associazione, o dell'associazione che ti fa suo: è lo
>stesso).
>
>No. Tu non lo sai ma stai parlando a delle persone.
>
>Ma questo ancora non importa. Aspetta un po' e abbi la pazienza di leggere,
>come io ed altri -ripeto, lo so- hanno la pazienza di sopportare le tue
>noiose banalità in lista se non hanno ancora deciso di mettere i filtri o
>cancellarti come faccio io.
>
>Tanto per cominciare ti racconto la storia della bici che ha provocato il
>tuo sussulto "proletario" di disgusto verso la "fashion" del momento -cioè
>un fenomeno voluto&spontaneo che tu non hai minimamente contribuito a
>creare
>e di cui non sai un accidente, e che ovviamente scambi per fashion essendo
>appunto un incapace di intendere la realtà delle cose, quindi un imbecille.
>E per imbecille non intendo stupido o poco intelligente: intendo uno
>incapace di capire perché non sa e non vuole sapere perché sa già tutto ciò
>che gli serve: te lo ridico acché non ci siano fraintendimenti-.
>Quella bici è stata fatta a partire da un telaio regalato. L'ho avuto da un
>negozio di bici. Il proprietario aveva rotto quel telaio e aveva smontato
>tutti i pezzi (trattandosi di un telaio in carbonio C4 del valore di 2.000
>euro circa, e ti prego di non controcitare la cifra esatta al centesimo, le
>cose appiccicate là sopra dovevano avere un prezzo all'altezza, credo) per
>rimetterli su un telaio nuovo. La forcella andava bene e se l'è tenuta,
>giustissimamente. Il telaio aveva una fessura.
>Io l'ho riparata, dopo aver "battuto" (sai che vuol dire in romanesco
>attuale? Non importa) il telaio al negozio per circa due settimane.
>Il costo della riparazione, fatta da me, è stato di 5 benedettissimi euri.
>Ho cercato della fibra di carbonio a Roma (c'è un solo posto che la vende,
>e
>non ti dico dov'è perché per te non ne vale la pena), e con resina
>epossidica ho riparato la fessura, sentendo prima altre persone, tipo un
>mio
>amico che costruisce alberi in carbonio per barche che tu non avrai mai
>modo
>di conoscere, ed altri amici (persone in carne ed ossa, non iscritti ad
>associazioni e quindi amici: amici, semplicemente); senza contare la mia
>esperienza: vado in mare da molto e ho vissuto alcune cose che mi hanno
>portato a conoscere un po' la vetroresina, altrimenti affondavo; ma anche
>questo non importa e anzi è un po' cafone da parte mia sottolinearlo: ma
>con
>te bisogna farlo.
>Insomma riparo bene 'sto telaio, con mia soddisfazione (regge: non flette e
>non si crepa, e tanto basta).
>Le scritte a pennarello sono intese come un "abbassa le penne, telaietto
>mio
>meraviglioso, sei molto bello e io ti deturpo per farti abbassare le penne:
>fai il tuo mestiere e basta": ma tu questo non puoi capirlo, ne sono certo
>ormai (dopo tutte le mail che mi è toccato leggere, finché non ho deciso di
>cancellarle non appena le trovavo).
>Inutile dirti che faccio bici e poi le metto in mostra e la gente viene a
>vedere queste cose/mostre/(oggi dicono) esposizioni e ne resta
>piacevolmente
>colpita e che io faccio questo non per andare al MoMa di Nuova Iorche ma
>per
>fare un ennesimo tentativo di farli uscire dalle scatolette: ma anche
>questo
>che te lo dico a fare: in realtà lo sto dicendo a quelli che leggono questa
>mail per sputtanarti un altro po'. Assolutamente inutile aprirti una
>finestra sulla vita degli altri.
>
>Ora passiamo alle persone.
>Avrei da raccontarti mille (numero retorico, te lo dico io prima che tu lo
>sottolinei con sapida boria) episodi che ho vissuto con la gente che tu
>raccogli sotto la sigla di critical mass.
>Ho imparato ad apprezzare o a farmi stare sul cazzo questa o quella
>persona.
>
>Qui sarebbe il caso di fare degli esempi sulle persone di cui parlo e a cui
>sto pensando ora.
>Mai io NON MI FIDO di te e quindi non voglio farne.
>Faccio un resoconto diciamo generale, e questo più che un messaggio a te,
>che non sei in grado di comprendere (fidati) è una dichiarazione d'amore
>per
>coloro che ho conosciuto.
>
>Esempi a caso.
>
>Alcuni sono degli acrobati e musicanti di un ballo particolare e molto
>emozionante, che attraverso l'emozione vuole ricordare a chi si ferma a
>guardare il disagio, se non la disperazione, delle fasce di società
>sfruttate fino alla violenza fisica. Altri sono virtuosi della meccanica, o
>della pedalata, lenta o furibonda. Altri ancora (non uso la formula "u"
>altrimenti Pierfranceschi si perde) si sbattono con un lavoro di merda e
>vivono in appartamenti occupati in periferie proverbiali ed hanno comunque
>un sorriso che allarga il cuore, e sanno leggere la realtà come se fossero
>direttori generali della Vita Spa; altri ancora il lavoro non l'hanno
>proprio, studiano e hanno già capito che li aspetta un destino non limpido
>diciamo, e stanno impegnandosi per cambiare la zona di fango in cui si
>trovano (parlo di tempi e modi e luoghi). Altri sanno cucinare benissimo
>per
>un numero imprecisato di persone e quasi piangono dalla gioia quando la
>gente è felice.
>Ci sono ventenni e cinquantenni. Ci sono novantenni? Può darsi. Uomini e
>donne, io conosco, di qualsiasi età. In mezzo - sai che vuol dire in mezzo?
>o altrove?- altre donne e uomini.
>Non passeggiate con la tessera, ma anche mangiare e dormire insieme, e ti
>prego Pierfranceschi: non pensare al sesso quando dico dormire: vuol dire
>dormire.
>Li abbraccio tutti.
>Con alcuni di questi ho anche litigato, ma per motivi di vita vissuta. Poi
>ci siamo riappacificati. Questo, Pierfranceschi, si chiama "normale
>svolgimento della vita", e succede anche a quelle mitiche entità che la tua
>fiab vorrebbe gestire, cioè le persone che compongono l'associazione
>concorrente della tua nota con il nome di "critical mass roma" (oddìo...
>che
>me tocca dì...).
>
>Di me non dico niente di particolare. Ho la mia vita, la svolgo, la metto
>lì.
>
>Ora una parolina sulla MODA di cui parli, cioè la ruota fissa.
>
>Qui dimostri di essere un imbecille nel senso tecnico di cui parlavo
>prima.
>
>
>Ci sono cose che sfuggono dalla tua comprensione, e sono tante. Io non mi
>voglio dilungare a spiegartele.
>Sappi solo che non abbiamo (ancora) brevettato la ruota fissa, quindi se te
>ne vuoi appropriare e dire che la fiab o pierfranceschi hanno inventato e
>lanciato questa moda fallo pure (per "fallo" intendo: fai ciò).
>
>Ti prego di non rispondere a questa mail: e non perché abbia timore della
>tua risposta (purtroppo inevitabile, porcodiddio) ma perché sostanzialmente
>mi annòi (rechi a me noia) e non voglio avere alcun tipo di dialogo con te:
>e dire che a suo tempo scrissi: che costui parli, il dialogo non è mai
>male:
>fui imbecille io, allora. Chiedo scusa a tutti.
>Tu non hai niente da dire. Ti vedo come un patetico imbecille. In buona
>sostanza, un coglione (termine gergale di uso comune che la Cassazione ha
>già assolto dall'accusa di essere offesa penale).
>
>Paolo Bellino, o Rotafixa.
>
>(Qui sotto il riferimento alle frasi di Pierfranceschi che mi hanno spinto
>a
>scrivergli.)
>Volevo davvero mettere una pietra sopra questa storia. Non pensarci più.
>Poi sabato, prima della manifestazione (breve apparizione a piazzale
>Ostiense)
>mi è caduto l'occhio su una strana bici "impreziosita" da scritte amanuensi
>a
>pennarello... :-/ ...il telaio, per l'occhio allenato, aveva un'aria
>decisamente "carestosa" che contrastava con l'allestimento "rotafixa",
>mancando di freni e cambio... "sarà questa?" ho pensato... mah?
>Non posso esserne certo, e probabilmente preferisco non saperlo, ma per
>questo
>solo pensiero ci sono stato male per tutto il weekend.
>Ho pensato che anch'io ho delle bici costose, sebbene non navighi nell'oro,
>quella che avevo sabato mi è costata usata più di un mese di stipendio, e
>se
>
>me la rubassero, nuova non me la potrei più permettere... ho pensato che in
>fondo potrei farmi una ragione se qualcuno si prendesse una mia bicicletta
>e
>
>la usasse per quello che è, ma pensare una bici così, meccanicamente
>perfetta, nata per correre, per fare centinaia di chilometri, per
>affrontare
>
>salite e discese mozzafiato, mutilata al punto da ridurla ad un "giocattolo
>per velocity", in omaggio all'ultima MODA del ciclismo "critico" (ma in
>questo caso "critico" de che????) beh, lasciatemelo dire, è una cosa che mi
>dà il voltastomaco, è l'apoteosi della vanità.
>Poi magari mi sbaglio, magari quella bici non esiste, o io non l'ho
>vista... ...ma il disgusto rimane, profondo.
>Ciao
>