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Autor: Luca
Data:  
Assunto: [Forumlucca] [bebi news] da segreteria rete ccp: informativa convegno ccp di FI

Università degli Studi di Firenze


Corso di laurea in “Operazioni di Pace, Gestione e Mediazione dei conflitti”
RETE EUROPEA DI UNIVERSITA’ PER LA PACE(con particolare riferimento ai Balcani)
con la collaborazione della Regione Toscana, Progetto Balcani, dell ‘IPRI (Italian Peace Research Institute) e della Rete Italiana dei Corpi Civili di Pace


organizzano un convegno internazionale su


“L’EUROPA, LA PREVENZIONE DEI CONFLITTI ARMATI, LA DIFESA NONVIOLENTA, ED I CORPI CIVILI DI PACE”


Firenze, 3-4-5- Dicembre 2004


Sedi: la giornata di venerdì nell’ Aula Magna del Rettorato dell’Università di Firenze; Piazza San Marco, il sabato e la domenica mattina il convegno proseguirà presso l’Istituto Salesiano, Via del Ghirlandaio 40, Firenze,


Programma
Venerdì 3:

(9-10,15) incontro preliminare per studenti di scuole medie superiori di Firenze e per le persone che vogliono introdursi nell’argomento: presentazione del tema e proiezione (con discussione) di filmati sulla tematica, presiede la Prof.sa Giovanna Ceccatelli Gurrieri, presidente del Corso di Laurea organizzatore: introducono Alberto L’Abate e Lorenzo Porta



10,30-13,00: I sessione,

Saluti delle autorità Introduzioni generali al tema “ L’Europa e la prevenzione dei conflitti armati”; presiede la sessione il Prof. Umberto Gori, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze relatori: Prof. Luc Reichler, Direttore dell’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università di Lovanio (Belgio), Segretario Generale dell’IPRA (International Peace Research Association); Prof. Marco Mayer, docente di “Teorie e Tecniche della diplomazia preventiva” all’Università di Firenze;interventi dei partecipanti e discussione generale



(15,00- 17,00) II sessione,: Il ruolo dei Corpi Civili di Pace nella difesa nonarmata e negli interventi all’estero (precedenti e prospettive) : presiede il Prof. Franco Cazzola, docente di “Scienza Politica” all’Università di Firenze , relatori i Prof.ri Giovanni Salio, dell’Università di Torino e Segretario Generale dell’IPRI; e Arno Truger, Direttore del Centro per la Pace di Burg Schlaining, che gestisce anche l’European University Center for Peace Studies (EPU), Austria; Interventi dei partecipanti e discussione generale



(17,15 – 19,00) III sessione. I Corpi Civili di pace in Italia ed in Europa: Presiede il Prof. Enrico Cheli, dell’Università di Siena-Arezzo, Direttore del CIRPAC (Centro Interuniversitario di Ricerche per la Pace) ; relatori Prof. Francesco Tullio , dell’Università di Siena-Arezzo, e del Centro Studi Difesa Civile (CSDC), e Maria. Martinelli, dell’Istituto di Studi Europei di Bruxelles. Interventi dei partecipanti e discussione generale



Venerdi, presso l’Istituto dei Salesiani, Via Ghirlandaio 40, dalle 21 alle 23 proiezione di documentari sulla Difesa Nonviolenta e sull’Interposizione Nonarmata e Nonviolenta, con domande e discussione, aperti anche al pubblico esterno alla conferenza.



Sabato 4:

(9,30-11,15) I sessione,: I Balcani e l’Europa; il ruolo della difesa civile in Ex Jugoslavia nella esperienza storica e nella situazione attuale; Presiede Marco Mayer, relatori Pedrac Simic dell’Università di Belgrado ed Ambasciatore della Serbia a Parigi, e Zoran Dragisic, della Facoltà di Difesa Civile (ora di Studi sulla Sicurezza) dell’Università di Belgrado;



(11,30-13,30) II sessione: C’è il rischio di una nuova esplosione del conflitto armato per il problema del Kossovo? Presiede Alberto L’Abate, Relatori, da parte serba Prof. Dusan Janjic, dell’Università di Belgrado, da parte albanese Yber Hysa, collaboratore del giornale Koha Ditore, e presidente del coordinamento delle associazioni della società civile albanese del Kossovo (in attesa di conferma) . Interventi dei partecipanti e discussione generale



(15,30- 19,00) III sessione, Il convegno si divide in commissioni di lavoro su queste tematiche:

1) Master o Dottorato Europeo di Studi per la Pace?, coordinazione e introduzione Prof. Franco Cazzola e Marco Mayer ,del corso di laurea in “Operazioni di Pace, Gestione e Mediazione dei conflitti” dell’ Università di Firenze

2.) La Difesa Popolare Nonviolenta tra Movimento ed Istituzioni: DPN, Peace Keeping ed interventi nonviolenti in area di conflitto armato; coordinazione e introduzione, il Prof. Antonino Drago, dell’Università di Pisa e di Firenze, e del Comitato Ministeriale per la Difesa Nonarmata e Nonviolenta, e Maria Carla Biavati, dei Berretti Bianchi e della Rete Italiana dei Corpi Civili di Pace;

3) Il Servizio Civile Nazionale ed il suo ruolo nella difesa nonarmata e negli interventi civili all’estero, coordinazione e introduzione: Giovanni Grandi dell’Associazione Papa Giovanni XXIII e del Comitato Ministeriale per la Difesa Nonarmata e Nonviolenta, e Claudia Pallottino, del Movimento Nonviolento e della Rete Italiana dei Corpi Civili di Pace

4)L’Educazione alla pace come strumento di prevenzione dei conflitti armati; coordinazione e introduzione i Prof.ri Giovanni Scotto del Corso di laurea di Firenze e del Centro Studi Difesa Civile e Lorenzo Porta, dell’Università di Firenze;

5)La formazione specifica alla difesa nonarmata e nonviolenta ed agli interventi dei corpi civili di pace; coordinazione e introduzione Prof.sa Antonella Sapio, dell’Università di Firenze , e Sandro Mazzi, del Centro Studi Difesa Civile e della Rete Italiana dei Corpi Civili di Pace

6)La Difesa Nonviolenta ed i Corpi Civili di Pace nella lotta contro il terrorismo ; coordinazione e introduzione i Prof.ri Luciano Bozzo, dell’ Università di Firenze e Giovanni Salio, dell’Università di Torino, e dell’IPRI.

7)La Difesa Nonviolenta ed i Corpi Civili di Pace nella protezione dei diritti umani:, coordinazione e introduzione, i Prof.ri. Giancarlo Bruno, dell’Università Orientale di Napoli e Stefano Zoletto, delle PBI- Italia (Peace Brigades International-Italia) e della Rete Italiana dei Corpi Civili di Pace.

Domenica 5

(9,30- 13) sessione unica: Presiedono Giovanni Scotto, e Giovanni Salio

Relazioni delle commissioni di lavoro, interventi dei partecipanti e discussione generale,

Conclusioni del convegno (A. L’Abate)

Per i lavori delle Commissioni di studio saranno accettate comunicazioni precostituite fino al numero massimo di 8 per ogni tematica. Gli studiosi che vogliono presentarle devono indicarne il titolo e inviare una scheda riassuntiva di un massimo di 2 pagine alla Segreteria del Convegno (e-mail conferencesecretariat@??? entro il 20 novembre.



il Comitato scientifico del convegno: i Prof.ri Franco Cazzola, Presidente, Luciano Bozzo, Alberto L’Abate, Giovanni Scotto






I perché di un Convegno



            Il convegno è la chiusura del progetto della Rete Europea di Università per la Pace (cui hanno aderito finora 9 Università o Centri di Ricerca, di cui 4 italiani, e 3 dei Balcani, ma cui varie altre Università e Centri di Ricerca italiane e straniere, si sono dichiarate interessate ad aderire, e stanno realmente aderendo), e l’inizio invece di un altro progetto, di stretto rapporto tra l’Università di Firenze e quella di Belgrado, in vista di costituire in questa ultima Università un primo nucleo  di un Master di Studi per la Pace che si dovrebbe in seguito allargare a livello europeo e forse diventare anche un dottorato. 


            Come è scritto nel documento sottoscritto dalle Università facenti parte del progetto:


          “Per raggiungere una valida integrazione Europea è necessario costituire una cultura di pace comune che, a nostro avviso, non è stata sufficientemente presente nella storia recente di questa area. Eventi politici recenti che hanno visto impegnati paesi di questa area ed anche l’Europa (conflitti in Iraq, nell’ex-Jugoslavia, nel Medio Oriente, ecc.,) hanno mostrato la debolezza di una linea di intervento comune  che appoggiasse i processi di pace. Il ruolo dell’Europa è stato strutturalmente debole e qualitativamente inferiore alle reali possibilità di ricerca e di ricerca per l’azione che sono presenti nell’area.  Secondo noi la frammentazione delle attività di ricerca scientifica in Europa, anche se singolarmente di alto livello, non ha permesso la nascita di una adeguata cultura, teorico-pratica,  sulla prevenzione, la gestione costruttiva, e la risoluzione nonviolenta dei conflitti armati…..    Una rete di questo tipo sembra particolarmente importante per  un attuale e
 futuro valido  inserimento  dei paesi dell’ex-Jugoslavia  all’interno dell’Europa, con riferimento al patto di stabilità ed agli accordi di Ancona e di Bologna.     


          Infatti lo smembramento della ex-Jugoslavia ha acutizzato, in questa area,  i problemi dei rapporti tra territori con abitanti di etnie, culture e religioni diverse. L’Università, in questo progetto, si pone come partner che può lavorare per tendere a superare queste barriere cercando di operare per la comprensione reciproca e per la elaborazione di progetti comuni che puntino ad una rivitalizzazione culturale della società civile, in vista di una crescita della comunità sui problemi dello sviluppo del processo democratico e del superamento dei conflitti tra etnie e tra paesi e nazioni diverse.”


            Ma se andiamo a vedere quello che sta realmente avvenendo a livello europeo i problemi esistono e non sono di secondo piano.  In nome della sicurezza si stanno aumentando le spese militari, naturalmente a spese di quelle sociali, e cioè dell’assistenza alle fasce più deboli come i bambini e gli anziani, che viene sempre più lasciata alla carità, alle assicurazioni private, od alle singole famiglie. Ed in nome della sicurezza l’Europa ha dato vita ad una agenzia di coordinamento degli armamenti e delle forze armate, e sta lavorando anche per dare vita ad una polizia europea.. Ma la sicurezza sta realmente  solo in una difesa armata, e data l’attuale politica militare che considera  la difesa non come protezione del territorio del proprio paese,  ma come difesa dei suoi interessi in tutte le parti del mondo,(il che si lega più ad un attacco che ad una difesa) non ci sarebbero proprio altre strade per difendersi meglio?. Uno dei padri della nonviolenza, il Mahatma Gandhi ha
 scritto che la migliore difesa è “il non aver nemici”.  Ma questo significherebbe  il rivedere tutta la politica, anche dell’Europa, e porsi in primo piano il problema degli attuali squilibri tra mondo sviluppato, che sfrutta oltre l’80% delle risorse del mondo, e quello sottosviluppato cui restano solo le briciole, e perciò il pensare seriamente, da una parte, ad uno sviluppo alternativo, che non distrugga il nostro pianeta, e che non sfrutti le sue risorse in modo tale da deprivare di qualsiasi possibilità di sviluppo le generazioni future, e, dall’altra, ad una reale prevenzione dei conflitti armati (che, su dichiarazione degli stessi militari, non è compito né competenza loro). Per questo bisogna cominciare seriamente a comprendere l’importanza e l’efficacia delle lotte nonviolente, fatte da popolazioni intere,   che, in questo secolo, hanno avuto successi importanti, sia per abbattere dittature sostanzialmente militari (Filippine, Cile, Paesi dell’Est), sia per la liberazione
 da regimi di tipo coloniale (India, Sud Africa), sia infine per difendere i diritti delle minoranze (Danimarca, Stati Uniti), ecc. Ma questo significa che l’Europa dovrebbe pensare seriamente a preparare la popolazione a difendersi attraverso le armi della nonviolenza, ed a dar vita a quei Corpi Europei Civili di Pace che il Parlamentare Alto-Atesino Italiano, Alex Langer, aveva fatto approvare, fin dal 1995, dal Parlamento Europeo, e che varie mozioni successive dello stesso Parlamento  hanno visto come parte fondamentale di una politica europea che puntasse alla prevenzione dei conflitti armati 


.Purtroppo proposte innovative, come quella di considerare come parte della politica di sicurezza non solo le forze armate, ma anche i corpi europei civili di pace come strumento importante di una politica europea di prevenzione dei conflitti armati, sono ancora piuttosto emarginate. La nuova Costituzione Europea, che viene firmata solennemente in questi giorni a Roma, li prevede, ma anche andando contro la volontà delle ONG che si occupano di aiuti umanitari, come appoggio a queste ed all’interno della politica di emergenza, dimenticando del tutto che il ruolo principale di questi organismi potrebbe, e dovrebbe, essere, sia quello della prevenzione dei conflitti armati, sia l’organizzazione di forme di Difesa Popolare Nonviolenta di fronte ad eventuali invasori esterni o colpi di stati interni, sia infine di interventi mirati per la ricostruzione del tessuto sociale dopo i conflitti.

La politica europea ha sempre dato una eccessiva importanza alla ricostruzione delle strutture fisiche (case , industrie, ecc.), sicuramente fondamentali, ma ha sempre trascurato invece la ricostruzione dei rapporti umani dopo i conflitti armati, che sono sicuramente molto importanti perché, in caso contrario, c’è il grosso rischio che i conflitti si ricreino e riesplodano. Per questo corpi del genere di quelli previsti dalla proposta Langer potrebbero essere fondamentali. C’è inoltre la proposta, presentata dalla EPLO (European Peacebuilding Liaison Office), (una organizzazione di cui fanno parte molte ONG che intervengono, in forma civile, nei conflitti armati, ed anche la Rete Italiana per i Corpi Civili di Pace) di costituire, accanto all’organo su citato di coordinamento della politica militare, una Agenzia Europea per la Costruzione della Pace. Questa agenzia dovrebbe, se approvata, portare avanti sia ricerche, sia ricerche-intervento, sia iniziative, come ad esempio i citati
Corpi Europei Civili di Pace, per la prevenzione dei conflitti armati, per l’interposizione civile in caso di conflitti, o per la ricostruzione dei rapporti civili ed umani, o per lavorare per il superamento delle ingiustizie interne o esterne che possono portare a conflitti armati. Il nostro convegno ha come uno dei suoi principali obiettivi proprio quello di dare corpo ad una proposta di questo tipo e di farne capire l’importanza all’opinione pubblica italiana, dato il fatto che il nostro paese, con la costituzione di un Comitato Ministeriale per la Difesa Nonarmata e Nonviolenta, e con l’esistenza di una legge che prevede la sperimentazione di forme di difesa nonarmata e nonviolenta, e che gli attuali Obbiettori di Coscienza, ed i Volontari del Servizio Civile Nazionale, possano intervenire anche all’estero in operazioni di questo tipo, è quasi all’avanguardia tra i paesi europei.

Una grossa importanza, all’interno di una politica di pace, è quella della formazione e dello sviluppo di forme di Difesa Nonviolenta di base, che potrebbero permettere alla nuova Europa di eliminare, almeno gradualmente, gli eserciti, da una parte attraverso la costituzione, prevista nello statuto delle Nazioni Unite, di una vera e propria polizia internazionale per fare applicare le sentenze del Tribunale Penale Internazionale, e dall’altra, dall’organizzazione di forme efficaci di difesa nonviolenta

Naturalmente non possiamo caricare il nostro convegno di aspettative troppo grandi, ma vorremmo che fosse almeno un momento importante di approfondimento teorico su questi temi ed anche di avvio di un processo che si muova verso la direzione indicata che potrà essere ulteriormente sviluppato nelle iniziative che si studieranno nel convegno stesso.



Altri documenti preparatori del convegno si possono trovare nel sito Web del Corso di laurea in “Operazioni di Pace, Gestione e Mediazione dei Conflitti” dell’Università di Firenze,

“http://www.operatoriperlapace.unifi.it”



Per i partecipanti al convegno che provengono da fuori Firenze



Sistemazione logistica



I costi degli alberghi a Firenze sono molto alti, ed il periodo del convegno che è vicino alla feste natalizie, rende anche difficile il reperimento di camere, soprattutto se a buon mercato. Per questa ragione la segreteria organizzativa del convegno ha già prenotato, sia per i relatori che per i coordinatori delle commissioni di studio, ma anche per un certo numero di persone che intendono partecipare ai lavori del convegno, delle camere singole o posti letto in camere doppie, presso lo stesso Istituto Salesiano, una delle sedi del convegno stesso, o presso un Istituto religioso molto vicino a questo. I costi delle camere prenotate vanno dai 30 Euro a persona per notte (colazione inclusa) per camere doppie senza bagno interno, ai 33 per camere singole senza bagno interno, ai 35 per camere doppie con bagno, ai 40 Euro per camere singole con bagno Le persone che vogliono partecipare al convegno, sia per presentare eventuali comunicazioni, sia per interesse a partecipare ai
lavori, sono pregate di iscriversi prima possibile (non oltre il 20 novembre, ma possibilmente anche prima) scrivendo alla segreteria del convegno, all’E mail <conferencesecretariat@???>, la soluzione alloggiativa prescelta, l’ora di arrivo e le notti di pernottamento, e, se presentano una comunicazione, titolo ed un breve riassunto della stessa. Per i pranzi e cene verranno indicati al momento del convegno indirizzi e prezzi di riferimento di vari locali nelle vicinanze dello stesso.













                
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