Rassegna quotidiana di notizie verdi.
SOMMARIO:
- Commissione UE. Pecoraro: ora Frattini faccia dimenticare Buttiglione
- OGM. De Petris: ricerca pubblica italiana ha evidenziato i rischi
- OGM. Pecoraro Scanio: riecco la lobby filo biotech
- OGM. Cortiana: presenteremo ddl per regolarizzare lobby
- Arafat. Cento: cinismo Sharon insopportabile
- Internet. Cortiana scrive a Urbani contro il deposito di tutti i siti
italiani
- Voto USA. Bulgarelli: Kerry insegna che al centro si perde
- Finanziaria. Verdi: serve reddito minimo
- Marghera/Alcoa. Zanella: scongiurare chiusura Fusina
- Università. Cento: Fini e centro destra avevano torto
- Commissaria Kroes. Verdi europei: Governo olandese non approfitti della
Presidenza UE per proteggerla
- Emilia-Romagna. Verdi: un vasto programma per le politiche sociali in Albania
- Greenpeace a Veronesi: ogm per tutti? No, grazie
- Ambiente. Lester Brown: Bush dovra' affrontare questione clima
- Ambiente. Con stile di vita di italiani servirebbero 3 pianeti
Econews dalle agenzie estere:
- Study: Antarctic Wildlife Facing Food Shortages
http://www.planetark.com/dailynewsstory.cfm/newsid/28015/story.htm
- Scientists Intrigued by Dead Whale Washed Up on Beach in Eastern Australia
http://www.enn.com/today.html?id=304
Commissione UE. Pecoraro: ora Frattini faccia dimenticare Buttiglione
Al di là delle considerazioni sul suo nome, la sensazione è che la scelta di
Frattini sia nata male, condizionata dalla rissa interna alla Cdl. Lo ha
dichiarato il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Dopo la pessima
figura di Buttiglione ha aggiunto Pecoraro ci auguriamo ora che Frattini
faccia dimenticare larroganza del suo predecessore e che la sua designazione
non apra un teatrino infinito in Italia con un nuovo capitolo di una verifica
oramai senza fine nel centrodestra.
OGM. De Petris: ricerca pubblica italiana ha evidenziato i rischi
"Gli improvvisati sostenitori di oggi devono sapere che la ricerca pubblica
italiana impegnata sul fronte degli ogm ha gia' evidenziato i rischi per la
salute umana, per l'ambiente e per l'economia agricola nazionale derivanti da
una incontrollata diffusione di questi prodotti. E' semplicemente falso che
tutto il mondo della ricerca sostiene il transgenico". Loredana De Petris,
senatrice dei Verdi e capogruppo in Commissione agricoltura, interviene sulle
polemiche seguite all'appello di scienziati, reso noto nei giorni scorsi ed ora
sostenuto anche da alcuni esponenti politici. "L'Istituto nazionale di ricerca
sugli alimenti e la nutrizione (Inran) - prosegue la senatrice - ha reso
note lo
scorso 5 ottobre le prime risultanze di una linea di ricerca pubblica che
coinvolge decine di ricercatori in molte universita' italiane, evidenziando il
rischio di impatto sulla flora autoctona, l'insufficienza delle analisi
disponibili sulla tossicita' e allergenicita' degli ogm, le conseguenze
negative
sui prodotti di qualita' dell'agroalimentare italiano". Per quello che riguarda
il mais - dichiara l'esponente dei Verdi - voglio ricordare che l'unica
varieta'
ritirata dal mercato, anche dalle autorita' statunitensi, perche' rischiosa per
la salute umana e' la transgenica 'starlink', mentre il rischio di aflatossine
e' dovuto prevalentemente alle cattive modalita' di conservazione in silos a
prescindere dal tipo di coltivazione". Gettare fango sui prodotti tipici e
biologici - conclude De Petris - "danneggia l'agricoltura nazionale. I
consumatori e i produttori agricoli italiani restano contrari agli ogm: noi ci
battiamo per sostenere il loro diritto di scelta e per incrementare la
ricerca".
(Dire)
OGM. Pecoraro Scanio: riecco la lobby filo biotech
Ogni volta che si cerca di garantire il principio di precauzione riemerge la
lobby filo biotech, non solo attraverso la scontata mobilitazione delle
multinazionali del settore, proprietarie dei brevetti, ma anche di una
parte del
mondo scientifico che cerca di criminalizzare lagricoltura biologica. Lo ha
detto il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio aggiungendo che ciò che
si sta riproponendo in questi giorni assomiglia alla favola dellagnello e del
lupo, dove il lupo transgenico accusa lagnello del biologico e del tipico per
poterselo mangiare. La vera campagna oscurantista aggiunge il leader del
Sole che ride è quella di chi nasconde i rischi da laboratorio del
transgenico
e i danni economici allagricoltura italiana criminalizzando invece
lagricoltura tipica e biologica. Si tratta di un approccio ideologico secondo
il quale il naturale è negativo e ciò che è artificiale è sempre positivo. Un
atteggiamento fondamentalista al pari di chi rifiuta qualunque innovazione
scientifica. I Verdi spiega Pecoraro hanno sempre detto sì al biotech per
la salute e no alle speculazioni delle multinazionali sul cibo e lagricoltura.
Vogliamo garantire la libertà di ricerca senza danneggiare la libertà di scelta
di agricoltori e consumatori.
OGM. Cortiana: presenteremo ddl per regolarizzare lobby
"Sulle politiche degli ogm e sulla loro regolamentazione, troppe cose non sono
chiare e assistiamo a prese di posizione tanto autorevoli, quanto
strumentali. A
tal proposito presenteremo un ddl per regolarizzare le attività delle lobby,
come già succede in America, e per rendere pubblici i bilanci delle fondazioni,
anche quelle promosse da personaggi prestigiosi, affinché siano accessibili a
tutti e trasparenti". Lo afferma il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana. "Ciò
che oggi succede per gli ogm, ieri per i farmaci o i prodotti audiovisivi,
investe le attività che le lobby promuovono nelle istituzioni. Queste lobby che
non operano alla luce del sole tutelano interessi economici particolari in
palese contrasto spesso con il bene collettivo. Pertanto, la
regolarizzazione di
queste attività sommerse renderebbe trasparenti le finalità e, allo stesso
tempo, tutelerebbe quelle associazioni che operano in modo trasparente. Ad
esempio - conclude Cortiana - l'associazione 'Un ponte per Baghdad', sulla
quale
sono stati riversati cumuli di falsità, già oggi rende pubblici i propri
bilanci".
Arafat. Cento: cinismo Sharon insopportabile
Una figura di grande prestigio, un riferimento per generazioni di palestinesi
che hanno lottato per la loro patria. Paolo Cento, coordinatore dei Verdi,
esprime apprensione per levolversi delle notizie sulla sorte di Yasser Arafat,
"una figura che ha dedicato tutta la sua vita al sogno della nascita di uno
stato palestinese. La comunità internazionale dovrà impegnarsi a realizzare
quel
sogno nello spirito delle risoluzioni dell'Onu secondo il principio due
popoli-due stati. In queste ore non possiamo non rilevare l'insopportabile
cinismo di Sharon che, di fronte ad una vicenda umana così drammatica, ha già
fatto sapere che si opporrà anche al rientro della salma dell'anziano leader".
Internet. Cortiana scrive a Urbani contro il deposito di tutti i siti italiani
Gentile Ministro, nel mese di Aprile fu approvata la Legge n. 106, "Norme
relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati
all'uso pubblico", normativa fortemente contestata, perché, credo e spero per
ignoranza del legislatore, introduce l'obbligo di deposito per qualunque
contenuto, compresi i "documenti diffusi su supporto informatico" e i
"documenti
diffusi tramite rete informatica", pena sanzioni fino a 1500 euro così scrive
in una lettera al ministro Urbani il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana. La
pretesa che chiunque costruito un sito, debba poi depositarlo presso le
autorità
è illogica dal punto di vista tecnico e non tiene conto della realtà in
continua
evoluzione di internet e delle possibilità di informazione date dalla
bassissima
soglia di accesso a tali strumenti informativi. Pensare che tutta l'internet
italiana debba essere messa a disposizione senza alcun discernimento né
selezione, non farebbe altro che aggravare inutilmente le casse dello Stato,
vista l'enorme quantità di contenuti di cui stiamo parlando Spero che il
ritardo
nell'emanazione dei decreti attuativi di tale legge nasca dalla considerazione
dell'inapplicabilità e dell'insensatezza della norma, e spero altresì
conclude
Cortiana - che Lei possa rapidamente decidere: o tutte le forze del Parlamento
si fanno carico della revisione di una norma evidentemente sbagliata, oppure i
decreti attuativi dovranno eliminare l'ipotesi del deposito dei contenuti
trasmessi attraverso la rete.
Voto USA. Bulgarelli: Kerry insegna che al centro si perde
"Non capisco in base a quali considerazioni alcuni esponenti del centrosinistra
italiano ritengano che l'insegnamento proveniente dall'esito delle elezioni Usa
sia quello di riservare più attenzione al centro dell'elettorato. Mi sembra una
lettura strumentale che non rispecchia la realtà delle cose". Lo afferma Mauro
Bulgarelli (Verdi). "La corsa al centro - spiega - è una strategia suicida e
alla destra liberista estremista occorre contrapporre un'alternativa chiara, un
modello di società radicalmente diverso, basato sulla pace, sui principi di
equità sociale, sull'inclusione e la cooperazione, sulla difesa delle libertà
civili. Temi fondamentali che, anche nel nostro paese, sarebbe gravissimo
sacrificare per inseguire un moderatismo ambiguo e dai contenuti
inintelligibili". A sostegno della sua tesi Bulgarelli analizza la campagna
elettorale di Bush e Kerry, la prima "improntata sulla difesa a oltranza di una
guerra catastrofica per gli stessi americani, sul fondamentalismo religioso e
sul contingentamento delle libertà civili in nome della sicurezza". Mentre
"sull'altro fronte Kerry ha scelto di inseguire Bush sugli stessi piani ma con
toni più smorzati, presentandosi come comandante in capo ideale e,
sfoggiando un
trasformismo inquietante, proponendosi all'elettorato in qualità di
ambientalista, cacciatore, soldato, difensore delle libertà civili, cattolico
fervente e garante della laicità delle istituzioni. Insomma, un gran pasticcio,
combinato proprio per inseguire un fantomatico centro che, tuttavia, si è
guardato bene dal votarlo". "Con il suo programma fatto di se e di ma Kerry -
aggiunge - non ha convinto quella grande fetta di americani, molti dei quali
hanno continuato a disertare le urne, che si aspetta non solo la fine della
guerra ma anche un impegno concreto per il sociale". (Ansa)
Finanziaria. Verdi: serve reddito minimo
Un reddito sociale minimo di 8 mila euro l'anno per aiutare i cittadini con
meno
di 5 mila euro di reddito l'anno e alle famiglie di 2-3 persone che guadagnano
meno di 25-30 mila euro. Il tema del precariato entra nella Finanziaria con la
proposta di introduzione di un "salario sociale minimo" contenuta in un
emendamento alla Finanziaria dei Verdi. Il costo dell'intervento - che è stato
presentato ieri mattina - è stimato in 2,5 miliardi e verrebbe coperto con tre
misure: l'equiparazione delle tasse dei guadagni finanziaria ai redditi da
lavoro (sottoponendoli all' Irpef o ad una ritenuta secca del 25%); la
reintroduzione della tassa di successione sui grandi capitali; e l'aumento al
7,25% l'Irap per le società finanziarie, le banche e le grandi imprese. "San
Precario arriva in Parlamento", ha detto il deputato Verde Paolo Cento
presentando l'iniziativa che coincide con una manifestazione organizzata per
sabato a Roma proprio dalla "Rete per il reddito sociale e per i diritti" per
chiedere sia l'introduzione del reddito minimo sia la cancellazione della legge
30, la cosiddetta Legge Biagi. L'Italia, con la sola compagnia di Spagna e
Grecia, è uno dei pochi paesi a non avere un reddito di sostegno, che spesso si
concretizza in una assegno di disoccupazione. "Vogliamo per questo - spiegano i
firmatari dell'emendamento - avviare un dibattito in Parlamento. Il reddito
minimo deve diventare anche una questione politica da discutere nel
centrosinistra, da inserire nel programma". Il riferimento è alle altre
proposte
avanzate dai Ds, come il reddito d'inserimento per il Sud: "In questo caso -
dice Cento - c'é una visione assistenzialista, mentre il reddito sociale è una
proposta che si inserisce nei nuovi diritti di cittadinanza". "L'introduzione
del reddito sociale minimo - spiega inoltre Luana Zanella che in commissione
bilancio della Camera ha dato battaglia sull'emendamento - avrebbe tra i suoi
obiettivi anche quello di rilanciare l'economia, puntando ad aiutare chi ha
bisogno e a tassare chi specula". Inizialmente, infatti, l'emendamento
prevedeva
una copertura con l'introduzione della Tobin Tax, la tassa sulle grandi
speculazioni finanziarie tanto cara al popolo no-global. Poi alla richiesta di
una ulteriore copertura si è provveduto con la tassazione Irpef delle rendite
finanziarie (dai Bot ai Capital Gain di borsa) e con un'Irap più alta per le
banche, le società finanziare e le grandi società che hanno maggiore
possibilità
di effettuare ricorso a capitali finanziari. L'iniziativa parlamentare vuole
portare alla Camera anche la voce di un movimento contro la precarizzazione
della società, movimento che ha iniziato ad operare in molte regioni e che
sabato darà vita a Roma ad una manifestazione, che si snoderà alle 15 da piazza
della Repubblica per arrivare in serata a Piazza Navona, guidata dallo slogan
"Reddito per tutti, guerra per nessuno". "Il dibattito politico - afferma Cento
- non può rimanere confinato in studi e convegni sul precariato della società.
Bisogna essere consapevoli che sta nascendo un movimento nella società e che
questo sarà un tema su cui bisognerà confrontarsi in futuro, per evitare di
scoprirlo dopo, come è accaduto a Seattle con il movimento no-global". (Ansa)
Marghera/Alcoa. Zanella: scongiurare chiusura Fusina
La deputata Verde Luana Zanella sostiene pienamente liniziativa del collega
Bruno Cazzaro tesa a scongiurare la chiusura della stabilimento di Fusina
con le
conseguenze drammatiche per centinaia di operai. La fonderia di Fusina -
spiega
Zanella - non può essere abbandonata al suo destino e il silenzio del ministro
competente è molto preoccupante. I Verdi ritengono opportuna la costituzione di
un comitato, del quale devono far parte anche tutti i parlamentari della zona,
che pretenda un tavolo di discussione con il Governo e lAlcoa, entrambi
soggetti chiamati a dare garanzie sul futuro dello stabilimento e di chi ci
lavora.
Università. Cento: Fini e centro destra avevano torto
Quella di ieri è stata una campagna decisa a tavolino e orchestrata a fini
propagandisti da parte di An e del centrodestra - ha dichiarato il deputato
Paolo Cento, coordinatore della segreteria di Presidenza dei Verdi - anzi, il
vice premier Fini aveva torto a voler intervenire al Convegno sullEuropa
che si
doveva tenere alla Sapienza in quanto si trattava di una decisione contraria
alle regole previste dall'ateneo sulla campagna elettorale universitaria che è
in corso. Si è trattato quindi di una grave provocazione che aveva lobiettivo
di criminalizzare la protesta dellopposizione, svoltasi per altro in modo
pacifico, e condizionare il risultato delle elezioni universitarie. Ma il bluff
è stato smascherato e chi con troppa facilità ha parlato di squadrismo e ha
condannato i fatti della Sapienza ora abbia il coraggio di ammettere
lerrore fatto.
Commissaria Kroes. Verdi europei: Governo olandese non approfitti della
Presidenza UE per proteggerla
A commento del processo di ricomposizione della Commissione Barroso, Monica
Frassoni e Daniel Cohn-Bendit, co-presidenti del gruppo Verdi/ALE al Parlamento
europeo, hanno dichiarato: "Le dimissioni di Rocco Buttiglione e Ingrida Udre
rappresentano un fatto indubbiamente positivo, che facilita di molto la ricerca
di una nuova composizione della Commissione Barroso. Ovviamente tali
dimissioni,
da sole, non bastano. Ci rivolgiamo allora al Presidente Barroso perché non
dimentichi che anche altri commissari designati sono stati criticati dal
Parlamento europeo. E' inevitabile quindi che anche Laszlo Kovacs (Energia),
Stavros Dimas (Ambiente), Mariann Fischer Boel (Agricoltura) e Neelie Kroes
(Concorrenza) debbano essere o sostituiti o assegnati ad un diverso
portafoglio.
"Ci preoccupa non poco il fatto che il Governo olandese approfitti della sua
posizione alla Presidenza della UE per impedire che la Kroes - un caso lampante
di conflitto di interessi - venga sostituita o assegnata ad un portafoglio
diverso. E' il caso che Barroso colga l'occasione offertagli dal Parlamento
europeo per ripresentarsi con una Commissione più forte e meglio assortita, e
resista alla tentazione di cedere a ricatti, da qualunque Governo essi
provengano. Solo se agirà così riuscirà a guadagnarsi l'appoggio ed il rispetto
del Parlamento europeo per la Commissione che presiederà."
Emilia-Romagna. Verdi: un vasto programma per le politiche sociali in Albania
Un programma sulle politiche minorili in Albania, sul decentramento dei servizi
sociali e la protezione dei diritti dellinfanzia, sulla giustizia minorile,
sulle politiche migratorie. La sua realizzazione, che sarà avviata nel
corso del
primo semestre 2005, spetterà alla Regione Emilia-Romagna: è il motivo della
missione che ha portato nei giorni scorsi il presidente Vasco Errani e
lassessore alle Politiche sociali e Cooperazione internazionale Gianluca
Borghi
a Tirana, per una serie di incontri istituzionali con le massime autorità del
Paese in cui sono state discusse le modalità della collaborazione. In
particolare, con il presidente del Consiglio dei ministri Fatos Nano, è stata
siglata una dichiarazione congiunta per promuovere ulteriori forme di
collaborazione tra Emilia-Romagna ed Albania, al fine di valorizzare le
rispettive risorse locali. Attualmente in Albania è in corso una riforma
istituzionale, che prevede il trasferimento agli enti locali di funzioni,
esperienze e competenze nel settore dei servizi sociali. La Regione
Emilia-Romagna si è impegnata ad affiancare e sostenere questo importante
processo di decentramento delle politiche di welfare e della sua pianificazione
territoriale, con particolare attenzione al tema dei minori. Il programma
prevede la creazione di strutture polifunzionali, contenitori di attività e
servizi rivolti ai minori ed alle famiglie. Il programma avrà la durata di tre
anni e sarà fondamentalmente finanziato dal ministero degli Esteri italiano. La
Regione Emilia-Romagna è capofila, affiancata da Puglia e Marche: gli
interventi
si concentrano sulle città di Valona, Scutari ed Elbasan. Il finanziamento
ammonta a circa 2 milioni di euro, di cui 1,5 milioni a carico del Ministero,
175 mila dellEmilia-Romagna e 165 mila stanziati da ciascuna delle altre due
Regioni. Nellambito del decentramento delle politiche di welfare,
lEmilia-Romagna sostiene in Albania con proprie risorse già da quattro anni
progetti di cooperazione allo sviluppo, realizzati in collaborazione con enti
locali italiani, associazioni e organizzazioni non governative, rivolti in
particolare ai territori che fanno capo alle città di Scutari ed Elbasan, due
realtà particolarmente critiche per le condizioni socio-economiche. Beneficiari
degli interventi sono le fasce più deboli della popolazione: minori, donne e
anziani. Siamo impegnati da diversi anni in progetti di cooperazione
decentrata
in Albania, con il coinvolgimento degli Enti locali della nostra regione, di
molte Ong e in rapporto diretto con il Governo italiano ha affermato
Errani -.
Stiamo lavorando in modo specifico nel settore delle politiche sociali, con
particolare attenzion e per i giovani, le donne e linfanzia. Limpegno e la
serietà del lavoro svolto sino ad ora sono unanimemente riconosciuti. Ora
ha
aggiunto il presidente della Regione -, è possibile e necessario passare a
interventi di cooperazione economica e di formazione professionale. Alcune
imprese dellemilia-Romagna sono già insediate in Albania; si tratta di
lavorare
per creare le migliori condizioni per una presenza più ampia dei nostri settori
produttivi di punta. Su questo obiettivo ho riscontrato il massimo
interesse del
Governo albanese. Per lassessore Giunluca Borghi è particolarmente
significativo il fatto che, dopo la Bosnia e la Serbia, il sistema
emiliano-romagnolo promuova innovazione e qualificazione della protezione
sociale anche in Albania. È questo il nostro valore aggiunto: reti sociali ed
istituzionali che nelle due sponde delladriatico scommettono sulla centralità
di politiche sociali in grado di accogliere e promuovere il cambiamento.
Greenpeace a Veronesi: ogm per tutti? No, grazie
Ogm per tutti? No, grazie. Greenpeace replica al professor Umberto Veronesi
sugli Ogm: Il professore tira in ballo il decreto Alemanno sostenendo che
bloccherebbe la ricerca, ma non è affatto così, stiamo parlando di altro. Quel
decreto risponde semplicemente ad unesigenza concreta: se introduciamo la
coltivazione di Ogm in campo aperto imbocchiamo una strada senza ritorno.
Non lo
dicono gli oscurantisti, ma i rapporti scientifici sul mais Mon863 della
Monsanto che parlano di topi con anomalie ai reni e al sangue se nutriti con
questo mais, e sul mais Nk603 dove frammenti di Dna non intenzionalmente
inseriti risultano funzionali e dove differenze significative sono state
riscontrate tra questo e la varietà convenzionale, ma queste differenze non
sono
state studiate, e questa la sicurezza degli Ogm di cui si parla? Afferma
Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace. Per difendere la
nostra agricoltura ci vuole un dibattito sereno e razionale. Perché fare invece
dellallarmismo? Non è con al cancro, al cancro su basilico e polenta che si
informa lopinione pubblica.
Ambiente. Lester Brown: Bush dovra' affrontare questione clima
"Non importa se non ne ha voglia, Bush sara' obbligato a fare qualcosa per la
politica ambientale". A dirlo e' Lester Brown, presidente dell'Earth policy
institute (Epi) di Washington, uno degli esponenti piu' influenti del mondo
ambientalista, rispondendo ai giornalisti a margine del Forum internazionale
"Economia e eco-economia" di Greenaccord. "Dobbiamo prepararci a un nuovo
terribile 11 settembre, ma con milioni e milioni di vittime - ha aggiunto Brown
- e la causa non sara' il terrorismo internazionale, ma il deficit delle
riserve
di cereali nel mondo". Grano, orzo, riso infatti "sono il vero e piu'
importante
carburante del pianeta, che sta conoscendo un trend produttivo negativo e
impressionante, che scatenera' un drammatico incremento dei prezzi del cibo". E
per far fronte al disastro, "Kyoto non basta, dobbiamo fare di piu'". Brown,
consigliere ambientale del candidato democratico sconfitto Kerry, e' convinto
che Bush non potra' sottrarsi al confronto con il tema del riscaldamento
globale. "E' difficile dire cosa fara' la nuova amministrazione repubblicana -
ha aggiunto il presidente dell'Earth policy institute - ma una cosa e'
certa: se
vedremo ulteriori gravi cambiamenti climatici, allora chiunque si trovera' al
comando degli Stati Uniti dovra' rispondere dei problemi del riscaldamento
gobale". Un ruolo importante per una nuova politica ambientale degli stati
uniti, paese cruciale per uno sviluppo sostenibile del pianeta, visti i suoi
livelli di consumo, puo' arrivare anche dai singoli stati che lo compongono.
"Gli stati possono fare molto per influenzare la politica ambientale
americana -
ha spiegato Brown - ce ne sono gia' diversi che stanno applicando proprie norme
di tutela ambientale, senza preoccuparsi di cosa fa il governo federale". La
pressione sul governo federale arriverebbe dalle industrie, pero',
attraverso le
scelte dei singoli stati federali. "Le imprese, infatti, sono confuse dalle
varie legislazioni ambientali - spiega Brown - che variano da stati piu'
attenti, come la California, ad altri meno sensibili sui temi ambientali. E
proprio per avere una legislazione coerente le compagnie faranno pressione sul
governo federale perche' fissi degli standard nazionali". Le industrie dovranno
fare i conti con tecnologie pulite e sviluppo sostenibile anche per mantenere i
propri margini di profitto. "Il miglioramento delle tecnologie e' inevitabile-
aggiunge il presidente dell'Epi - perche' ogni paese deve rendersi conto che
l'impegno tecnologico e' inevitabile non solo per un ambiente migliore, ma
anche
per sviluppare fonti energetiche alternative e tecnologie pulite, che domani
saranno quelle che daranno il successo economico e finanziario". (Dire)
Ambiente. Con stile di vita di italiani servirebbero 3 pianeti
Se al mondo tutti vivessero come gli italiani, con il nostro consumo di
risorse,
avremmo bisogno di tre pianeti come il nostro. A livello globale, invece,
consumiamo il 21% in piu' di quello che la terra puo' darci, e "la chiave per
raggiungere un'economia sostenibile e' riuscire a gestire correttamente il
patrimonio naturale e la sua rigenerazione". Lo ha ricordato ieri Mathis
Wackernagel, fondatore e direttore esecutivo del Global footprint network,
intervenendo al forum internazionale "Economia e eco-economia" organizzato da
Greenaccord al museo della Grancia in Serre di Rapolano. Wackernagel ha ideato
uno strumento che misura la dipendenza umana dal capitale naturale, i limiti
imposti dalla natura e l'impatto umano sull'ambiente: l'ecological footprint
(impronta ecologica). E' l'indicatore che misura la quantita' di territorio
(terrestre e acquatico) necessaria a una determinata popolazione per sostenere
il consumo di risorse e il conseguente smaltimento di rifiuti. Il metodo
dell'impronta ecologica oltre a stimare l'area biologica necessaria per
garantire lo stile di vita di una popolazione, valuta i progressi raggiunti
nella sostenibilita' per pianificare uno sviluppo realmente sostenibile per
ogni
singola realta'. L'impronta ecologica usa come unita' di misura gli ettari
globali, cioe' lo spazio biologicamente produttivo calcolato sulla media
mondiale. Nel 2001 la biosfera aveva 11,3 miliardi di ettari biologicamente
produttivi, cioe' circa un quarto della superficie del pianeta: dividendo la
superficie produttiva per gli abitanti del pianeta, 6,15 miliardi (dati 2001),
lo spazio di superficie biologicamente produttiva per persona e' di 1,8 ettari
globali. Calcolando l'impronta ecologica per persona, questa e' di 2,2 ettari
globali, cosa che crea un deficit per ogni abitante del pianeta di 0,4 ettari
globali. "In sostanza stiamo usando il nostro pianeta al di sopra delle sue
possibilita', causando un vero e proprio deficit- ha spiegato Wackernagel- per
fare un esempio, nel 1961 usavamo il 49% del pianeta, nel 2001 invece l'uso era
del 121%, cioe' chiediamo alla terra il 21% in piu' di quello che puo' darci".
Il superconsumo richiesto alla terra non e' uguale dappertutto sul pianeta:
l'impronta ecologica dei paesi a alto reddito e' 6,4 ettari globali, quasi tre
volte la media mondiale, quasi in linea quella dei paesi a medio reddito, 0,9
ettari globali, e nettamente inferiore quella dei paesi a basso reddito, che si
fermano a 0,8 ettari globali per persona. E l'Italia non e' affatto virtuosa:
chiediamo al nostro territorio un impegno che crea un'impronta ecologica di 3,8
ettari globali a persona, ma la biocapacita' italiana e' di 1,1 ettari globali,
generando un deficit di 2,7 ettari globali per cittadino. Insomma, fosse
per gli
italiani, ci sarebbe bisogno di piu' di tre pianeti per tenere il nostro stile
di vita. (Dire)
---
Federazione dei Verdi di Lucca ->
www.verdi.luccanet.com