[Incontrotempo] POLITICHE SOCIALI E ORDINARIE INTIMIDAZIONI

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Auteur: Coord. Citt. Operatori Sociali
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Sujet: [Incontrotempo] POLITICHE SOCIALI E ORDINARIE INTIMIDAZIONI
POLITICHE SOCIALI A ROMA: STORIE DI ORDINARIA INTIMIDAZIONE



È trascorso ormai del tempo dal 21 giugno 04, giornata di sciopero nazionale
indetto nel settore delle cooperative sociali. Quella giornata di lotta ha
avuto un valore memorabile: sebbene non abbia modificato l'andamento
complessivo della vertenza contrattuale, essa ha sancito sul piano simbolico
e reale (con la presenza di centinaia di operatori e operatrici in diverse
piazze italiane) la determinazione alla lotta di una figura sociale che si
vorrebbe, al contrario, totalmente addomesticata e pregna dell'ideologia
"no-profit"( accettazione consenziente dello sfruttamento selvaggio e della
precarietà in nome della "mission".). In quella giornata si è violato un
vero e proprio tabù, lo sciopero e la sua praticabilità nel settore
cooperativistico. La possibilità che questo forte messaggio potesse arrivare
alle orecchie dei più distratti, ha provocato non pochi timori in chi, dall'alto,
gestisce a proprio uso e consumo un settore di interesse pubblico che
dovrebbe avere tutt'altre finalità rispetto al profitto. A partire dai mesi
estivi, un forte attacco di carattere politico/repressivo, intrecciato ai
consueti e promessi tagli alle politiche sociali e di assistenza, ha
prodotto una situazione di emergenza che vede centinaia di operatori/rici
sociali licenziati, minacciati, senza lavoro, puniti. Un elenco lunghissimo
di soprusi nei nostri luoghi di lavoro, ha frenato il percorso di
sensibilizzazione e lotta che si stava avviando nel settore, inducendolo ad
un rallentamento per ciò che riguarda la lotta per diverse condizioni di
lavoro, salari più alti, contratti stabili e non precari, qualità dei
servizi, e costringendolo alla spirale repressione/risposta alla
repressione! È così la coop.sociale "Il Cigno", gia recidiva per trattamenti
analoghi ai danni di altri/e lavoratori/rici, e per il verticismo che la
caratterizza, licenzia Roberto D'Elia, uno dei tanti scioperanti del 21
giugno e impegnato in un lavoro di denuncia dello stato di abbandono e
insicurezza delle case di riposo romane. La famigerata Casa dei Diritti
Sociali, balzata alle cronache più per la situazione di povertà estrema dei
suoi lavoratori senza stipendio per mesi e mesi, che per il valore sociale
dei suoi servizi di accoglienza agli immigrati, annuncia un taglio del
personale del 50%! Nella coop. sociale "Cecilia" si licenziano 17 assistenti
nelle scuole per tagli ritenuti "inevitabili", come se a pagare le
contraddizioni sociali apertesi nel campo dell'assistenza scolastica per
disabili, debbano essere sempre i/le lavoratori/rici! Una vera e propria
caccia alle streghe quella scatenata nei canili municipali, dove operatori e
operatrici con il nostro medesimo contratto,si vedono interrotta una
assemblea sindacale dalle forze dell'ordine, dopo che la mannaia dei
licenziamenti e delle contestazioni disciplinari si era già abbattuta su
decine di persone. Se poi aggiungiamo i 27 lavoratori/rici delle biblioteche
comunali, "a spasso" dopo estenuanti trattative circa il loro futuro e con
il beneplacito della CGIL, il quadro si fa fosco, ma diventa chiarissima la
lettura politica di queste avverse circostanze: il Comune di Roma, l'Assessorato
politiche sociali, l'Assessorato al lavoro, i CdA delle coop sociali,
rappresentano un fronte compatto e monolitico che oltre ad essere sordo ai
bisogni sociali, si configura come il massimo responsabile della precarietà
lavorativa nella città e centro di strategie repressive volte a punire chi
alza la testa per l'affermazione dei propri diritti! Come lavoratori e
lavoratrici che operano nei servizi sociali, intendiamo respingere al
mittente questo disegno che ci vede colpiti in prima persona! Mentre si
consumano atti intimidatori e punitivi, le buste paga degli operatori
sociali continuano ad essere misere e prive, in molti casi, persino di quel
ridicolo aumento contrattuale sottoscritto dai sindacati concertativi e
dalle centrali cooperative: dopo 29 mesi di ritardo e la firma di un
contratto bidone che peggiora le nostre condizioni economiche e lascia
aperte le porte alla precarietà della legge 30, lor signori non concedono
neanche ciò che, tra di loro, hanno pattuito!

Basta con ricatti, rinunce, repressione: gli operatori e le operatrici del
sociale non sono più disposti/e a pagare la scelte impopolari della giunta
Veltroni, la giunta della precarietà!

Stiamo organizzando iniziative di lotta sui temi su indicati: partecipa alle
riunioni del

Coordinamento cittadino operatori e operatrici sociali

Ogni giovedì sera ore 21 via Appia Nuova 357 metro A Furio Camillo
cocittos@???