Autore: Andrea Agostini Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] ecoreati indagati i vertici enipower
da lanuovaecologia.it
Martedì 2 Novembre 2004
ECOREATI|Un'inchiesta della Procura di Rovigo
Indagati i vertici di Enipower
A Loreo sarebbero stati accumulati materiali nocivi provenienti dal
Petrolchimico di Mantova. Il sospetto dell'accusa è che i rifiuti contengano
sostanze tali da assoggettarli alla categoria delle scorie "pericolose".
Avviso di garanzia per l'amministratore delegato della società
C'è anche l'amministratore delegato di Enipower, Giovanni Locanto, fra le
sette persone indagate dalla Procura della Repubblica di Rovigo nell'ambito
di un'inchiesta su un'area di Loreo (Rovigo) nella quale sarebbero stati
accumulati senza autorizzazione rifiuti provenienti anche dal Petrolchimico
di Mantova. Complessivamente la mole di sostanze portate nell'area, e
qualificate come rifiuti "non pericolosi", ammonta a 150.000 tonnellate. E
di questi, un terzo provenivano dal petrolchimico di Mantova. Oltre a
Locanto, sul registro degli indagati, per l'ipotesi di inquinamento,
figurano anche due funzionari di Enipower. Con loro altre quattro persone
responsabili a vario titolo della gestione e della costruzione del cantiere
di Loreo dove dal dicembre del 2003 al maggio scorso Enipower avrebbe
portato i rifiuti.
Il sospetto dell'accusa è che i rifiuti contengano sostanze tali da
assoggettarli alla categoria delle scorie "pericolose", e per questo siano
stati accumulati senza le necessarie autorizzazioni. L'area in questione,
28.000 metri quadrati, è situata nella località Biconca di Volta Grimana a
Loreo: una zona, compresa fra il Po di Levante e il Canalbianco, dove un
piano di lottizzazione prevede la costruzione di un cantiere navale. Per
creare il sottofondo nell'area golenale, e costruire un rialzo di cinque
metri sul piano campagna per realizzare il cantiere, la ditta proprietaria
del terreno, la Cnp di Porto Viro, aveva chiesto alla Provincia di poter
gestire rifiuti speciali non pericolosi. Nel marzo scorso, sulla base di
alcuni sopralluoghi effettuati dal Corpo Forestale, la Pm Fasolato aveva
chiesto e ottenuto il sequestro preventivo dell'area.