[Badgirlz-list] GAY, REFUSNIK, ANARCHICO

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Da "Umanità Nova", giornale anarchico al quale ho
avuto il piacere di
collaborare fin dal 1969, porto a vostra conoscenza
l'articolo seguente
che
ho trovato di grande interesse e attualità, apparso
sul numero del 24
ottobre scorso. L'indirizzo del giornale è:
fat@???

Buona lettura,

Massimo Consoli



A colloquio con Yossi di "Anarchici contro il Muro"

GAY, REFUSNIK, ANARCHICO

Nella sede dell¹Ateneo Libertario di Milano
incontriamo Yossi Bartel,
un
anarchico israeliano, obiettore al servizio militare,
di ³Anarchici
contro
il Muro² e di ³Lavanderia nera².
Il primo gruppo, che ormai i lettori di Umanità Nova
hanno imparato a
conoscere, dopo il giro di conferenze della compagna
Liad, e'
soprattutto
impegnato nell¹azione diretta, il secondo e' invece un
collettivo di
riflessione e intervento sulle tematiche gay,
lesbiche, transessuali e,
in
genere, sui diritti umani. Il suo scopo e tentare di
collegare le varie
lotte contro l¹oppressione mettendo insieme la
resistenza contro
l¹occupazione, l¹omofobia, lo sciovinismo, il
capitalismo, lo specismo,
il
razzismo.
Il nome del gruppo ³Lavanderia nera² in ebraico
rimanda ad un gioco di
parole intraducibile, poiche' ³Lavanderia Nera² e
³Pecora Nera² si
pronunciano alla stesso modo. L¹allusione e' a cio'
che viene tenuto
nascosto perche' vergognoso, i cosiddetti ³panni
sporchi², che il
gruppo
vuole invece mostrare con orgoglio a tutti.

QUAL E' L¹ATTIVITA' DI ³LAVANDERIA NERA²?

Facciamo manifestazioni, performance,
controinformazione. Un esempio
recente
e' l¹iniziativa che abbiamo organizzato in occasione
della visita in
Israele
di Arnold Schwarzenegger: abbiamo manifestato sia
contro la sua
omofobia sia
contro l¹appoggio all¹occupazione della West Bank e di
Gaza.
Ogni anno la piu' importante manifestazione che
facciamo e' all¹interno
del
Gay Pride, che si tiene sia a Tel Aviv che a
Gerusalemme. La nostra e'
di
fatto una contromanifestazione: noi non siamo
invitati, ci
intrufoliamo,
gridiamo slogan contro l¹esercito, l¹occupazione e
contro la cosiddetta
³famiglia gay², perche' noi sosteniamo che in Israele,
dove la famiglia
e'
militarista, quello che serve e' una famiglia
alternativa, non una gay
sul
modello di quella eterosessuale. Utilizziamo a scopo
provocatorio anche
dei
pupazzi: una volta abbiamo sfilato con dei neonati in
uniforme.

CI HAI DETTO CHE NEL VOSTRO GRUPPO CI SONO ANCHE
PALESTINESI DI
NAZIONALITA'
ISRAELIANA, QUALI SONO INVECE I VOSTRI RAPPORTI CON I
GAY CHE ABITANO
IN
CISGIORDANIA?

Abbiamo rapporti personali non organizzativi, poiche'
non vi sono
organizzazioni gay in Palestina, dove c¹e' un clima di
pesante
repressione
contro i gay. Nei paesi arabi chi reca vergogna alla
famiglia spesso
viene
ucciso dai parenti. Quando lo Shin bet, il servizio
segreto interno
dello
stato di Israele, scopre un gay palestinese cerca di
arruolarlo come
spia,
minacciandolo di rivelare alla famiglia la sua
tendenza sessuale.
Spesso i
ragazzi sono obbligati a scegliere tra essere uccisi
dai parenti e
diventare
informatori dei servizi. Accade anche che, quando in
Palestina un gay
viene
³scoperto², sia ucciso perche' sospettato di essere al
servizio dello
Shin
bet.
I gay palestinesi che scappano in Israele sono
immigrati clandestini,
spesso
obbligati alla prostituzione. Quando capitano nelle
mani della polizia
israeliana vengono consegnati all¹autorita'
palestinese con il marchio
di
gay e prostituti, ben sapendo che vanno incontro a
torture, umiliazioni
ed
alla morte. La costruzione del Muro peggiora la loro
situazione perche'
passare il confine e' diventato ancora piu' difficile.

PARLIAMO QUINDI DEL MURO. CI RACCONTI DELLA VOSTRA
ATTIVITA'?

Quando abbiamo iniziato, ci siamo concentrati sulle
azioni dirette
contro la
recinzione, tentando di tagliare le reti. Durante una
di queste azioni
nel
dicembre 2003 e' stato colpito alle gambe il compagno
Gil Naa¹mati. Noi
abbiamo fatto queste azioni, in se simboliche, perche'
speravamo
potessero
essere il detonatore che inducesse anche le comunita'
dei villaggi
coinvolti
nella costruzione del Muro a praticare l¹azione
diretta. L¹intento e'
stato
raggiunto e nei primi mesi dell¹anno si sono svolte
manifestazioni
pressoche' quotidiane contro il Muro. In ogni
occasione oltre al nostro
gruppo e agli internazionali ci sono sempre stati gli
abitanti dei
villaggi
palestinesi. Le iniziative hanno avuto carattere
non-violento sul lato
palestinese mentre da parte dell¹esercito israeliano
sono sempre state
molto
violente, con utilizzo di gas lacrimogeni, pallottole
di gomma, e armi
³vere² utilizzate (se si eccettua il caso di Gil)
contro i palestinesi,
quando noi siano stati assenti. In tre diverse
occasioni l¹esercito ha
aperto il fuoco ed ha ucciso 6 palestinesi.

E' QUINDI EVIDENTE ANCHE LA FUNZIONE DI ³PROTEZIONE²
CHE LA VOSTRA
STESSA
PRESENZA ESERCITA.

Siamo nei fatti degli scudi umani. La nostra presenza
diminuisce il
livello
di violenza. Abbiamo anche fatto azioni per
smantellare i ³war block²,
le
strutture messe di traverso lungo le strade per
rendere piu' difficile
e
umiliante il passaggio della gente. Inoltre facciamo
manifestazioni
all¹interno di Israele, di solito assieme ad altri
gruppi della
sinistra
radicale israeliana.
In questi giorni ci sono continue manifestazioni
contro il muro della
vergogna. Ogni giorno resistiamo contro il muro
assieme ai palestinesi
tentando di bloccare i bulldozer.




Certo lo shock e' stato molto forte, perche' per la
prima volta veniva
colpito un israeliano ebreo (se fosse stato un
palestinese di
nazionalita'
israeliana l¹impatto sarebbe stato di gran lunga
minore: dall¹inizio
della
seconda Intifada l¹esercito ha ucciso 13 palestinesi
di nazionalita'
israeliana). Questo come se la guerra non mietesse
ogni giorno vittime
tra i
palestinesi. Per noi era una sorta di paradosso,
simile a quello che
avrete
notato voi dopo l¹uccisione di Carlo Giuliani. La
globalizzazione
uccide
migliaia di persone ma lo scandalo scoppia quando cade
la prima vittima
europea no-global. Il ferimento di Gil ha avuto una
funzione analoga:
ogni
giorno l¹esercito spara ed uccide civili palestinesi,
ma lo scandalo
scoppia
solo perche' il piombo colpisce alle gambe un ebreo.

TU SEI UN REFUSNIK?

Si'.

PUOI PARLARCENE?

Il servizio militare e' obbligatorio per tutti gli
uomini e le donne
ebrei
al compimento dei 18 anni e dura tre anni per gli
uomini e due per le
donne.
Gli uomini sono inoltre obbligati a prestare un mese
di servizio
all¹anno
sino circa 50 anni. Ci sono due possibilita' di
evitare il servizio
militare. La prima consiste nella pubblica
dichiarazione di
nonsottomissione
che comporta una condanna ad una pena detentiva che
varia dai 4 mesi ai
due
anni. La seconda opzione consiste nel fingersi matti.

QUANTI REFUSNIK SONO IN PRIGIONE?

Dall¹inizio della seconda Intifada sono stati
incarcerati circa 300
obiettori. Parte di loro fanno parte della riserva.
Oggi in Israele il
10%
dei ragazzi in eta' di leva e dei riservisti si
dichiarano matti per
evitare
il militare. Tutti gli anarchici rifiutano l¹esercito.

PUOI PARLARCI DEL MOVIMENTO ANARCHICO ISRAELIANO?

Negli anni ¹50 c¹era un piccolo gruppo, il cui
esponente principale era
Toma
Shik, che e' stato attivo in Israele sino agli anni
¹90. Negli anni
¹60, da
una scissione del PC si e' formato un gruppo
antisionista denominato
Matzpen, al cui interno vi era una forte presenza
anarchica.
Quest¹organizzazione e' stata molto influente nel
paese sino alla meta'
degli anni Œ70, anche se al suo interno convivevano le
piu' diverse
componenti: dai maoisti agli anarcosindacalisti. Dopo
una quindicina
d¹anni
ciascuno e' andato per la propria strada.
Tra la fine degli anni ¹80 e l¹inizio dei ¹90 c¹e'
stata un¹ondata
caratterizzata soprattutto da punk e animalisti. Nel
corso degli anni
¹90
sono sorte decine di piccoli gruppi che si occupavano
di animalismo e
di
lotte antiglobalizzazione. Il tema dell¹occupazione
della Cisgiordania
e di
Gaza aveva un rilievo minore di oggi perche' eravamo
nel periodo del
cosiddetto ³processo di pace². C¹e' stato un fiorire
di pubblicazioni
anarchiche: libri, riviste, opuscoli, fumetti.
La seconda Intifada ha rappresentato uno spartiacque.
Nel 2001 si e'
costituito il gruppo ³One struggle² che mette insieme
la questione dei
diritti umani e di quelli animali. Questo e' un gruppo
che si occupa
soprattutto di propaganda.
Noi, come ³Anarchici Contro il muro², siamo diventati
realmente un
gruppo
durante il campo di Mash¹a. A Mash¹a c¹erano
anarchici, palestinesi,
internazionali. Per la prima volta israeliani e
palestinesi si univano
per
costruire relazioni, conoscenze e per elaborare
progetti: siamo
riusciti a
costruire un rapporto continuativo. Per noi anarchici
il Muro e' stato
l¹elemento catalizzatore della nostra stessa
coscienza: noi siamo
contro
tutti i muri, contro tutti i confini e gli stati.
Molti che non si
consideravamo anarchici hanno capito che questo muro
andava abbattuto.
Noi, diceva il compagno Levinsky, veniamo qui uniti
per combattere
qualcosa
che viene costruito per dividere.

VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?

Per noi e' molto importante ricevere solidarieta', per
aiutarci nella
lotta
contro il governo israeliano (beh siamo ovviamente
contro tutti i
governi) e
per far sapere in giro che cosa succede qui dove c¹e'
gente che resiste
alla
barbarie degli stati.

Intervista a cura della redazione di UMANITA' NOVA
C.so Palermo 46
10152 Torino
tel./fax 011-857850
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