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Autore: Amnesty International - Lucca
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Usa: Amnesty International chiede ai candidati Bush e Kerry un impegno per porre fine alla tortura
COMUNICATO STAMPA
CS147-2004

USA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AI CANDIDATI BUSH E KERRY UN IMPEGNO PER
PORRE FINE ALLA TORTURA

I due principali candidati alle elezioni presidenziali degli Usa
dovrebbero impegnarsi ad agire per prevenire la tortura e i trattamenti
crudeli, inumani e degradanti dei prigionieri in custodia statunitense e
per istituire una commissione indipendente d'inchiesta su tutte le
procedure d'interrogatorio e di detenzione. E' quanto ha dichiarato oggi
Amnesty International, pubblicando un nuovo rapporto di 200 pagine sul
tema delle torture e dei maltrattamenti da parte delle forze statunitensi
nel corso della 'guerra al terrore'.

'Nei dibattiti presidenziali, il presidente Bush e il senatore Kerry non
hanno parlato del trattamento dei detenuti da parte degli Usa in Iraq e in
Afghanistan, a Guantánamo e in centri segreti situati in altri paesi' ? ha
rilevato Amnesty. 'Adesso, ciascun candidato dovrebbe promettere che, in
caso di elezione, assumera' immediate iniziative per affrontare il
problema. La prevenzione della tortura e dei maltrattamenti e'
essenzialmente un fatto di volonta' politica. Per questo, chiediamo ai
candidati di impegnarsi per istituire una commissione d'inchiesta e
introdurre un sistema di garanzie nei confronti della tortura e dei
maltrattamenti'.

Il rapporto di Amnesty International individua uno schema di violazioni
dei diritti umani che parte dall'Afghanistan per giungere ad Abu Ghraib
attraverso Guantánamo, evidenziando come ? nonostante l'amministrazione
Usa sostenga che le atrocita' dell'11 settembre 2001 abbiano introdotto
'un nuovo paradigma' che richiede 'un nuovo pensiero' ? ci si trovi
davanti a un sistema storicamente familiare di violazione dei diritti
umani in nome della sicurezza nazionale.

'La negazione dell'habeas corpus, l'uso della detenzione senza contatti
col mondo esterno, il ricorso alla detenzione segreta (in alcuni casi
assimilabile al fenomeno delle 'sparizioni') nonche' l'ufficializzazione
di tecniche estremamente dure d'interrogatorio sono risposte classiche ma
deboli' ? si legge nel rapporto di Amnesty. 'Riducendo le garanzie,
demonizzando i detenuti e mostrando disprezzo per i propri obblighi
internazionali, l'amministrazione Usa nella migliore delle ipotesi ha
seminato confusione tra le persone addette agli interrogatori e nella
peggiore ha dato luce verde alla tortura e ad altri trattamenti crudeli,
inumani e degradanti'.

Amnesty International ha apprezzato le indagini ufficiali e la revisione
delle procedure avviate quando, a seguito delle fotografie provenienti da
Abu Ghraib, le autorita' Usa sono state spinte a reagire in modo diverso
rispetto a quanto fatto nei due precedenti anni, di fronte ad analoghe
denunce. Queste indagini hanno sgonfiato la tesi ufficiale che le torture
e i maltrattamenti fossero limitati ad Abu Ghraib e al comportamento
aberrante di pochi soldati.

Tuttavia, Amnesty ritiene che vi sia ancora bisogno di una commissione
d'inchiesta piu' ampia, anche perche' finora le revisioni svolte non
possono essere considerate del tutto indipendenti, non sono state condotte
a 360 gradi e hanno mostrato indulgenza per tecniche d'interrogatorio
illegali. Questa commissione d'inchiesta, che Amnesty sollecita da maggio,
potrebbe giovarsi di contributi internazionali, come quello del Relatore
speciale dell'Onu sulla tortura.

La commissione d'inchiesta, composta da persone di comprovata esperienza,
potrebbe essere nominata dal Congresso ma dovrebbe in ogni caso essere
indipendente dal governo. Per assicurare il pieno accertamento delle
responsabilita', dovrebbe avere i poteri necessari per esaminare a fondo
tutte le direttive, le prassi e le strutture dei centri di detenzione
gestiti dagli Usa nel contesto della 'guerra al terrore' e per svolgere
indagini a ogni livello sulle agenzie governative. A oggi, per esempio, le
attivita' della Cia rimangono avvolte dal segreto, cosi' come i presunti
trasferimenti segreti di detenuti da un paese all'altro.

'Mentre molte questioni restano senza risposta, le direttive che
facilitano la tortura sono ancora in vigore' ? ha osservato Amnesty. 'Le
ripetute affermazioni dell'amministrazione Usa, secondo cui la dignita'
umana e' un diritto non negoziabile, suonano false di fronte all'assenza
di un cambiamento fondamentale d'indirizzo dopo lo scandalo di Abu
Ghraib'.

Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani sottopone al governo
Usa oltre 65 raccomandazioni, unitamente all'invito a basarsi in futuro
sul 'Programma in 12 punti di Amnesty International per la prevenzione
della tortura', frutto dell'esperienza di oltre trent'anni di campagne
contro questo fenomeno.

Il primo punto del Programma si intitola 'condannare la tortura': le
massime cariche di un paese devono affermare chiaramente la loro assoluta
e ferma opposizione alla tortura in ogni circostanza, compresa la guerra e
qualunque emergenza pubblica nazionale. I documenti diffusi negli ultimi
mesi mostrano che l'amministrazione Usa, nella 'guerra al terrore', e'
ampiamente venuta meno a quest'obbligo. 'Questi documenti mostrano una
strategia a doppio binario nei confronti della tortura. In pubblico ti
dichiari contro la tortura, mentre in privato discuti come il tuo
presidente possa ordinarla e come i pubblici ufficiali possano evitare
ogni responsabilita' penale' ? si legge nel rapporto.

C'e' stata una forte riluttanza tra gli esponenti dell'amministrazione di
Washington ? i cui documenti, precedentemente segreti, si soffermavano su
come restringere la definizione di tortura ? a chiamare tortura quanto
accaduto ad Abu Ghraib, preferendo il termine 'abusi'. Una condanna
inequivoca della tortura e degli altri trattamenti crudeli, inumani e
degradanti deve essere seguita dai fatti. Se davvero si ci dichiara
contrari alla tortura, occorre agire di conseguenza.

'L'amministrazione Usa ha piu' volte sottolineato che il rispetto dei
diritti umani e' la via da percorrere verso la pace e la sicurezza.
Tuttavia, se si esaminano le sue direttive e procedure d'interrogatorio
sembra quasi che i diritti umani siano un ostacolo. E' un approccio che va
cambiato' ? sostiene Amnesty International.

Gli Usa ed altri paesi si trovano di fronte a gravi minacce alla propria
sicurezza, comprese quelle provenienti da gruppi determinati a perseguire
i propri obiettivi violando senza limiti i diritti umani fondamentali. I
governi hanno il dovere di proteggere i diritti dei propri cittadini da
tali minacce. Tuttavia, nel farlo, non devono sacrificare altri diritti
umani e dimenticare che hanno l'obbligo di rispettarli. La liberta' dalla
tortura e da altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti e' un diritto
umano fondamentale. Secondo il diritto internazionale, nessuna circostanza
eccezionale puo' essere invocata per violarlo. Gli Usa hanno giocato un
ruolo importante nello sviluppo di questa proibizione legale. Non devono
permettere che questo sistema di protezione, istituito da tempo, venga
eroso.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 27 ottobre 2004

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