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Auteur: Amnesty International - Lucca
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Sujet: [Forumlucca] Repubblica Democratica del Congo: gli stupri di massa hanno provocato una crisi della sanità pubblica
COMUNICATO STAMPA
CS146-2004

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: GLI STUPRI DI MASSA HANNO PROVOCATO UNA
CRISI DELLA SANITA' PUBBLICA

La dimensione del fenomeno degli stupri nella Repubblica Democratica del
Congo (RDC) orientale rappresenta una crisi dei diritti umani oltre che
sanitaria e richiede contemporaneamente un intervento immediato e una
risposta a lungo termine. Molte persone stanno morendo senza alcuna
assistenza. Lo ha denunciato oggi Amnesty International, presentando a
Kinshasa un nuovo rapporto della sua campagna mondiale contro la violenza
sulle donne.

Il rapporto documenta numerosi ed efferati casi di violenza sessuale ed
evidenzia la mancanza di accesso a cure mediche adeguate, il bisogno piu'
immediato per le sopravvissute. Il governo della RDC e la comunita'
internazionale devono agire con urgenza per permettere a migliaia di
sopravvissute allo stupro di ricevere assistenza e garantire in via
prioritaria la ripresa del sistema sanitario del paese.

'E' passato oltre un anno dall'insediamento del governo transitorio.
Tuttavia, sia questo organismo che la comunita' internazionale hanno fatto
ben poco per venire incontro alle necessita' della popolazione,
specialmente nelle aree orientali sconvolte dalla guerra. Abbiamo gia'
atteso troppo tempo perche' sia avviato un programma concreto di
ricostruzione e di riforme, in particolare nel settore della sanita'
pubblica nazionale' ? ha dichiarato Marzia Marzolla, coordinatrice Africa
centrale della Sezione Italiana di Amnesty International. 'E' infatti
impossibile per le sopravvissute ricevere cure mediche decenti, e questa
e' una ulteriore violazione dei loro diritti umani'.

Decine di migliaia di donne, ragazze, bambine e persino neonate ? ma anche
persone di sesso maschile ? hanno subito stupri e torture in modo
sistematico nella RDC orientale, la cui terra e le cui risorse sono state
oggetto di contesa di oltre venti gruppi armati. Alcune delle vittime
hanno subito stupri ed altre forme di violenza sessuale per due o tre
volte, nel corso della guerra, ad opera di differenti fazioni. Altre sono
state stuprate anche per venticinque volte di seguito dai medesimi
combattenti o usate per mesi o anni come schiave del sesso.

Gli stupri sono stati spesso accompagnati da torture sessuali: gli
aguzzini hanno infierito sulle vittime inserendo baionette o bastoni
appuntiti nella loro vagina o sparando ai loro organi genitali.

Le sopravvissute incontrate da Amnesty International hanno fornito
racconti orribili sugli stupri subiti e sulla loro vana ricerca di cure
mediche. 'Dopo il primo stupro, nell'ottobre 2002, mi sentii molto male.
Avevo bisogno di medicine, ma l'ambulatorio locale ne era privo. Decisi di
incamminarmi verso la citta'. Lungo la strada venni fermata da due
soldati. Dissi loro che mi sentivo male perche' mi avevano stuprato. Uno
rispose che per loro non c'era alcuna differenza: mi gettarono in terra e
mi stuprarono in mezzo alla strada. Da allora sto ancora peggio, ma qui
intorno non c'e' alcun posto dove posso essere curata'.

Secondo Amnesty International, non c'e' alcuna risposta adeguata e
organizzata per assistere le innumerevoli donne e ragazze alla disperata
ricerca di cure mediche e traumatizzate per l'esperienza subita.

Nella RDC milioni di civili stanno soffrendo e morendo a causa delle
ferite e dei traumi causati da anni di conflitto: le infrastrutture
sanitarie non sono in grado di offrire neanche il trattamento minimo di
base. In tutto l'est del paese, c'e' un'evidente mancanza di personale
qualificato (come ginecologhe e infermiere), di equipaggiamento e di
medicinali. Solo gli aiuti umanitari delle organizzazioni non governative
internazionali e locali, oltre che di alcune agenzie delle Nazioni Unite,
stanno cercando di venire incontro ai bisogni di decine di migliaia di
donne e ragazze.

Amnesty International ritiene che il governo della RDC e la comunita'
internazionale siano fin troppo lenti nel rispettare i propri obblighi di
proteggere il diritto umano alla salute delle sopravvissute e dell'intera
popolazione congolese. 'Il governo di Kinshasa e i paesi donatori devono
avviare un programma di emergenza per l'assistenza medica e psicologica
delle sopravvissute' ? ha aggiunto Marzolla.

La ripresa completa, piu' a lungo termine, del sistema sanitario nazionale
dovrebbe a sua volta essere considerata in via prioritaria. 'Una missione
di valutazione, composta da esperti del settore sanitario locali e
internazionali, dovrebbe essere istituita nel piu' breve lasso di tempo
per fornire un quadro delle necessita' del sistema sanitario congolese. Le
conclusioni della missione dovrebbero formare la base di un piano
congiunto, nazionale e internazionale, basato sull'assistenza dei paesi
donatori, per la ricostruzione in via prioritaria del sistema sanitario
del paese' ? ha precisato Marzolla.

Allo stesso tempo, dovranno essere prese in considerazione anche le
ulteriori necessita' delle sopravvissute allo stupro e alle altre forme di
violenza sessuale. A seguito dello stigma associato allo stupro, le
vittime vengono spesso respinte dalla propria comunita', abbandonate dai
mariti e quindi lasciate sole a badare a se stesse e ai figli, tagliate
usualmente fuori da qualsiasi mezzo di sostentamento economico. Per loro,
a causa delle attuali carenze del sistema giudiziario del paese, non c'e'
alcun modo per avere giustizia o un risarcimento per i crimini che hanno
subito.

'Il governo della RDC deve assumersi le proprie responsabilita' per
prevenire, punire ed eliminare la violenza sessuale e rendere noto che
questo fenomeno non sara' tollerato' ? ha proseguito Marzolla.

Un programma coordinato a livello nazionale e internazionale per
migliorare la sicurezza nella zona orientale della RDC si rende
assolutamente necessario. Il governo deve inoltre prendere misure per
prevenire i fenomeni di esclusione sociale ed economica ai danni delle
sopravvissute allo stupro e facilitare la loro ricerca della giustizia.

'Se queste azioni decisive non verranno intraprese, decine di migliaia di
persone continueranno a soffrire' ? ha concluso Marzolla.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 ottobre 2004

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