rigiro
Mercoledì 27 e Giovedì 28 Ottobre 2004
Officina disobbediente, Cub e Chainworkers saranno davanti all'entrata dei call center della InAction ad Arese (zona ex Alfa Romeo) per distribuire un questionario ai lavoratori e far partire un'inchiesta che possa chiarire la situazione di questi nuovi lavori e conoscere le loro condizioni contrattuali e di lavoro.
Ovviamente lo scopo di questa due giorni è quello di raccogliere più questionari possibili e quindi avvicinarsi a più lavoratori possibili...e per questo che invochiamo san precario anzi a san precario...e chiunque voglia passare a trovarci...
Nel periodo dell'occupazione della portineria dell'alfa(giugno/luglio 2004) alcuni lavoratori di questi call center si sono rivolti a noi per chiedere delucidazioni su situazioni strane che gli stavano capitando...di seguito un piccolo resoconto...
Dall'incontro che abbiamo fatto il 30 giugno 04 con 6 lavoratori dei call center In Action, assunti a tempo indeterminato, è emerso che il grosso problema che stanno vivendo è il cambio del CCNL di riferimento, con il passaggio dal contratto AISA (bancari e assicurativi) a quello delle Telecomunicazioni, a far data dal 1 gennaio 2004 per i nuovi assunti e a far data dal 1 luglio 2004 per gestire la compensazione per tutti i lavoratori.
Questo cambio di contratto determina preoccupazioni per vari motivi:
- ORARIO - passaggio dalle 36.5 ore settimanali a 40 ore, senza che l'azienda abbia chiarito se, quando e come pagherà queste ore in più.
- SALARIO - il codice civile dice che la retribuzione totale annua del lavoratore che cambia regime contrattuale non deve diminuire.
- CONTRATTO AZIENDALE - è in scadenza, dunque le relative maggiorazioni non si capisce che fine faranno
- BUONI PASTO - sono passati dalla cifra simbolica di 75 cent pagati dal lavoratore ad un costo di 8 euro.
- INQUADRAMENTO - fino ad oggi ci sono molti casi in cui non corrisponde il livello al ruolo ricoperto e alle mansioni svolte in azienda.
- PRECARIETA' - in aumento i contratti LAP (loro li chiamano così), CO. PRO.
- ARRETRATI - Hanno voci di salario arretrate che l'azienda ha dichiarato che ormai non darà più ai lavoratori.
Per quanto riguarda il clima in azienda è da segnalare la totale assenza di informazione data dai sindacati sulla trattativa svolta. Le RSA hanno indetto un'assemblea prima della trattativa sul cambio del contratto, ora entrato a regime, alla quale non ha mai fatto seguito la dovuta informazione sull'esito della stessa. L'azienda minaccia spesso che se le condizioni imposte non sono accettate trasferiranno al sud l'azienda, mettendo i lavoratori di fronte alla perdita del posto.
LE PROPOSTE AVANZATE DALLA CUB
La Cub ha proposto una lettera all'azienda con le firme in calce di tutti i lavoratori disponibili, come presa d'atto del cambio del regime di regole e orari ed assoggettamento alle stesse, fatta salva una verifica delle nuove condizioni di cui non sono ancora pienamente a conoscenza (manca la parte sui diritti, c'è solo quella sui doveri.)
La lettera è stata per ora sottoscritta da circa cento lavoratori.
Inoltre la Cub si è proposta di scrivere una lettera all'azienda in cui si informa che alcuni lavoratori si sono rivolti alla Cub (assente in azienda), che dunque ora deve diventare interlocutore dell'azienda. La lettera è già stata inviata.
LA NOSTRA PROPOSTA.
Ovviamente non siamo un'organizzazione sindacale, ma possiamo portare in questa lotta (che tale sarà nella misura in cui sapremo farla crescere.) alcuni elementi interessanti per un approccio diverso da quello classico sindacale. Partendo dalla considerazione che l'attività sindacale svolta dalle Rsa non è stata sino ad ora in grado di coinvolgere e far partecipare i lavoratori, ma è stata calata dall'alto con grossi limiti nella efficacia contrattuale, partendo inoltre dal fatto che nessuno dei lavoratori rivoltisi a noi è precario, ma la metà e forse oltre dei lavoratori In action sono precari, l'inchiesta può essere uno strumento efficace per raggiungere una maggiore chiarezza sulle condizioni reali di lavoro e contratti, per far emergere gli elementi di contestazione alle politiche del personale, per attivare processi partecipati della definizione di obiettivi sindacali da raggiungere, oltre che per avere una percezione del vissuto dei lavoratori e della loro condizione.
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