[NuovoLaboratorio] Interinale, parasubordinato , Co.co.co., …

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Autore: magnone@chimica.unige.it
Data:  
Oggetto: [NuovoLaboratorio] Interinale, parasubordinato , Co.co.co., o Cocopro?

Articolo angosciante...

Considerando che "prevenire è meglio che curare" è a disposizione , sul sito-
vetrina del Governo Italiano in http://www.governo.it/GovernoInforma/, il
documento dal titolo "I RAPPORTI DI LAVORO FLESSIBILE NELLE AMMINISTRAZIONI
PUBBLICHE" a cura del DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, UFFICIO PER
L’INNOVAZIONE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI e PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI.

Allego a questo proposito 1) l'introduzione, tratta dal sito, di tale rapporto
e 2) l'indirizzo per scaricare, eventualmente, il testo completo (pdf) del
documento.

1) Introduzione:
"Anche le amministrazioni pubbliche, al pari delle imprese private,
necessitano di maggiore flessibilità nella gestione del personale.
Retribuzione variabile, incentivi, valutazione delle prestazioni e nuovi
meccanismi di progressione delle carriere sono tutte soluzioni che spingono le
politiche del personale pubblico verso una maggiore flessibilità interna
derivante non solo dalla struttura contrattuale, ma anche dai nuovi strumenti
di gestione del personale.
Tuttavia, a fronte della disponibilità di nuovi strumenti, qual è il grado di
effettivo ricorso alla flessibilità esterna, ovvero alla possibilità di
accedere ad una vasta gamma di tipologie di contratti di lavoro flessibile da
parte delle amministrazioni italiane?
Per approfondire il tema è ora disponibile "I rapporti di lavoro flessibile
nelle amministrazioni pubbliche", l’ultimo rapporto edito dalla collana
editoriale "Analisi e strumenti per l’innovazione" del Dipartimento della
Funzione Pubblica.
Il volume raccoglie i risultati di una indagine condotta per verificare la
consistenza del ricorso alle diverse modalità contrattuali da parte delle
Amministrazioni e per cogliere le implicazioni sul piano delle politiche di
gestione del personale adottate.
La pubblicazione del rapporto giunge a colmare una lacuna conoscitiva. Fino ad
ora il lavoro temporaneo è stato infatti oggetto di cronaca per alcuni
comparti ma non obiettivo di analisi approfondita. Il volume raccoglie in modo
sistematico le informazioni necessarie per comprendere meglio il fenomeno,
valutare sotto il profilo quantitativo la consistenza del ricorso alle forme
flessibili di impiego comparandole con l’utilizzo nel settore privato,
cogliere le implicazioni sul piano delle politiche di gestione adottate dalle
amministrazioni, riflettere sui risultati conseguiti e sulle difficoltà
incontrate".

2)
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/lavoro_flessibile_pa/rapporto.pdf


COMMENTO PERSONALE SULLA METODOLOGIA UTILIZZATA:
Si può definire "crudelmente ironico" un documento sul PRECARIATO nelle
AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, sponsorizzato inoltre dal Dipartimento della
FUNZIONE PUBBLICA e dalla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, quando lo
stesso viene poi fatto redigere sfruttando circa il 20% della forza lavoro
PRECARIA?
Natrualmente il calcolo del "circa 20%" di presenza precarie nella lista degli
autori è stato molto semplice: su nove autori che compongono il gruppo di
lavoro due sono precari! Presto fatto: circa il 20% sono precari!

Potrebbe già essere questo un dato affidabile che si avvicina alla portata
della "precarietà" nella pubblica amministrazione? La risposta è SI!

La mia veloce, scontata, economica, analisi della precarietà nel pubblico
impiego partendo da una semplice conta degli autori si avvicina di molto al
risultato ottenuto in mesi di studio del gruppo di lavoro, infatti si può
leggere a pagina 17 di tale documento:
"Il settore della pubblica amministrazione presenta un livello di flessibilità
superiore alla media totale (pari al 19,5%)".

Quindi, un consiglio a lor signori, alla prossima riunione del gruppo di
lavoro basta una veloce conta e il risultato si avrà in 5 minuti.

Possiamo anche consigliare una possibile metodologia di lavoro in modo da
arrivare al risultato in minor tempo possibile?

MATERIALI OCCORRENTI (per effettuare un'indagine veloce ed ecomonica sulla
flessibilità nel pubblico impiego):
1) carta
2) matita
3) gomma per eventuali errori
4) un gruppo di lavoro di persone del pubblico impiego

PROCEDIMENO
1)
Presidente: "Matteo?"
Matteo: "Flessibile"
Presidente: "Ok, grazie"
Prima Operazione del Presidente: crocetta nella colonna dei precari.

2)
Presidente: "Claudia"
Claudia: "Strutturata"
Presidente: "Ok, grazie"
Seconda operazione del Presidente: crocetta nella colonna di chi ha un lavoro
fisso.

3-9)Ripetere la procedura per ogni membro del gruppo di lavoro.

Alla fine dell'appello (5 minuti?) il più bravo in matematica, o quello che si
è ricordato di portare la calcolatrice, farà di calcolo percentuale delle due
colonne ottenute.

I risultati così ottenuti si posso riassumere nel segunete modo:
1) il valore così calcolato (circa 20%) si avvicina in modo preoccupante al
valore riportato all'interno del documento stesso.
2) il presidente e i membri del gruppo di lavoro possono tronare al loro
lavoro abituale; per chi ha un lavoro abitualmente, gli altri a casa!



Cordialmente
Edoardo Magnone

PS. in realtà è un'ottimo lavoro, costoso e pieno di considerazioni che
varrebbe la pena leggere. La commissione ha fatto un'ottimo lavoro e son
convinto che i soldi spesi dal pubblico impiego siano stati spesi bene!
E poi l'argomento è assolutamente drammatico anche se affrontato con facile
ironia!


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Scrive ugo <alfredo.beiso@???>:

> BOLOGNA - E' arrivata la prima nebbia dell'autunno ed Elio è preoccupato.
> "Se mi ammalo ancora, rischio di perdere il lavoro. La settimana scorsa
> avevo l'influenza, febbre sopra ai 38, ma sono andato a lavorare. Il motivo?
> Ho un contratto di tre mesi, e il mio datore di lavoro, un artigiano
> elettricista,
> mi ha detto chiaramente che se c'è da montare un impianto si lavora e basta.
> Se non reggi, stai pure a casa, e il contratto non viene rinnovato. C'è
> anche un altro motivo: almeno quando hai un pezzo di contratto, devi
> lavorare
> tutti i giorni, altrimenti a fine mese ti ritrovi con una busta paga da
> fame. E devi pagare i debiti fatti durante i mesi in cui non porti a casa
> un euro" .
>