Marassi: 600 detenuti, 40 malati di Aids e niente centro clinico
Manca pure il personale. «Più che un carcere un lazzaretto»
I detenuti protestano. Da lunedì. Battono con le pentole contro le sbarre
della cella; rifiutano il cibo; rifiutano il lavoro. Dicono che le
condizioni di vita dietro le sbarre sono inaccettabili: sovraffollamento,
servizi insufficienti, assistenza medica pressocché assente.
Il mondo fuori, quello libero, fa fatica a capire. In fondo, sono
criminali, gente che ha commesso dei reati. Di che si lamentano? Magari,
hanno pure la tv in camera. E così, oltre alla pena inflittagli da un
giudice, devono sopportarne una supplementare, non scritta nel codice
penale: ritrovarsi non in un carcere, ma in un vero e proprio lazzaretto,
per esempio di malati di Aids.
E' il caso del penitenziario genovese di Marassi, che ieri è stato visitato
dall'europarlamentare del Prc, Vittorio Agnoletto, proprio nel quadro delle
iniziative promosse dalla cooperativa Papillon del carcere romano di
Rebibbia per monitorare la situazione italiana. Agnoletto, accompagnato da
Antonio Bruno, del Social Forum del Ponente genovese, ha visitato anche il
carcere femminile di Pontedecimo.
Vedere per credere, appunto. Marassi, che dovrebbe ospitare 400 detenuti,
in effetti ne ospita 670, di cui il 60 per cento immigrati, 300 (dicasi
300) tossicodipendenti, 40 ammalati di Aids conclamato. Personale
penitenziario: 350, sotto 120 unità da quello dovuto, 3 educatori invece di
12; 2 soli mediatori culturali. Non c'è alcun percorso di reinserimento
sociale.
«A Marassi - osserva Agnoletto - ci siamo trovati di fronte a un lazzaretto
per persone che lo Stato ha nei fatti condannato a morte. Una quarantina di
ammalati di Aids dovrebbero essere ricoverati nel centro clinico che doveva
essere aperto tre anni fa». Il centro clinico (tre piani) è ad oggi
inutilizzato ed è oggetto di un continuo degrado (infiltrazioni di acqua).
Gli ammalati di Aids sono detenuti in quello che era il reparto di massima
sicurezza (reparto n. 6). Ci sono pazienti che non hanno difese immunitarie
(solo qualche decina di Cd4). Eppure, i magistrati sistematicamente
bocciano le dichiarazioni di incompatibilità con il regime carcerario.
Non bastasse, la cucina del centro clinico non è mai stata aperta e
pertanto gli ammalati di Aids non hanno un'alimentazione adeguata, in
quanto la ditta, che ha vinto l'appalto per le cucine a ben (si fa per
dire) 4,5 euro allo stato (per colazione, pranzo e cena), offre un servizio
estremamente limitato.
Fino a qualche tempo fa gli esami clinici venivano fatti all'interno; a
causa dei tagli alla Sanità il centro prelievi è stato chiuso e pertanto
tali analisi vengono fatte all'esterno con un aumento considerevole dei
tempi di attesa.
Nel carcere femminile di Pontedecimo (88 detenute) la situazione è meno
allarmante, ma non meno grave. Ci sono 26 operatori di personale femminile
invece di 70, il personale maschile è di 60 unità invece dei previsti 80.
L'assistenza infermieristica è diminuita da 22 ore a 8 al giorno,
l'assistenza medica è diminuita da 24 ad 8 ore. Assente ogni spazio aperto
di socializzazione.
«La situazione evidenziata nelle visite negli istituti penitenziari
genovesi - commenta ancora il deputato europeo - dimostra come negli ultimi
anni l'approccio al sistema carcerario stia, di fatto, abbandonando ogni
programma di riabilitazione, a causa dei continui tagli finanziari (gli
unici finanziamenti riguardano la costruzione di nuovi penitenziari). La
mancanza di programmi di reinserimento sociale ha un innegabile impatto
sulla possibilità che la recidiva aumenti con ulteriori problemi per tutta
la cittadinanza. Invitiamo il ministro della Sanità Girolamo Sirchia, in
visita in queste ore ai Magazzini del cotone, a fermarsi alcune ore in più
nel capoluogo ligure - conclude Agnoletto - per visitare la sezione 6 di
Marassi e verificare come medico e come ministro se una situazione simile
sia compatibile con quella di un paese civile».
Ro. Ve.
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mercantile
La denuncia di Agnoeltto dopo una visita nella sesta sezione dell'istituto,
polemiche del SAPPE
Carcere di Marassi un lazzaretto per i malati di AIDS
Indice contro il centro clinico ghiuso: "Una vergogna perche' la
percentuale di malati e' altissima"
"Il carcere di Marassi e' un triste ed obsoleto laszzaretto pewr detenuti
malati di AIDS" E' la denuncia dell'eruoparlamentare Vittori oAgnoletto che
ieri ha visitato le due case circondariali di Genova (Marassi e
Pontedecimo) nel quadro della setitmana di mobilitazione indetta dal
collettivo Papillon del carcere di Rebibbia per monitorare la situazione
carceraria in italia.
Agnoletto, medico che per 17 anni si e' occupato esclusivamentedi aids
(anche per conto del ministero che mi ha poi emargianto per il ruolo di
portavoce del Genoa Social Forum al G8 genovese) nella sua visita ha
concentrato l'attenzione sulla sesta sezion dove sono concentrati i
detenuti malati di aids.
"La prima vergogna - attacca Agnolett - e' l'assenzadi un centro medico
operatico pur essendo una delle 4 sedi strututrate per averlo. I locali che
dovevano ospitare gli ambulatori sono transennati, cadenti con tante
infiltrazioni d'acqua". Dentro come detto 40 malati su un totale di 670
reclusi "una percentuale in asosluto piu' alta che nelle altre grandi citta'"
Accompagnato da Antonio Bruno del Social Forum del Ponente genovese,
Agnoletto prima di infilarsi nella sestasezione ha parlato con il direttore
Salvatore Mazzeo chiedendo di vedere il menu' dei malati. "Purtroppo non
esiste difernza tra i pasti dei normali reclusi e chi e' affett oda aids -
spiega - un'assurdita' perche' un'alimenetazione adeguata e' essenziale per
chi e' sottoposto a robuste terapie a base di pillole e metadone."
Agnoletto poi ha puntato l'indice sul sovraffollamento "Lasituaizone e'
dramamtica; la capienza e' di 400 detenuti, ma ve ne sono rinchiusi 670.
Carente anche il numero di poliziotti penitenziari che con 350 unita'
risulta in deficit di 120 unita'. Il 60 per cento degli ospiti sono
immigrati, mentre 300 i tossidcodipendenti." Agnolett otorna poi
sull'emergenza aids "Vi sono malati quasi privi di difese immunitarie o con
patologie gravissime, aids conclamato ma anche cirrosi epatica,
osteoporosi. Secondo la legge molti di questi fdetenuti sono incompatibili
con il carcere, ma il giudice di sorveglianza harifiutato loro la
scarcerazione e l'invio in comunita'."
L'europarlamentare poi lancia un appello al ministro Sirchia "Perche' non
da un'occhiata la carcere di marassi?" Nel carcere di Pontedecimo invece
Agnoletto ha evidenziato una grossa carenza di poliziotte. "Delle 70 unita'
del personale che dovrebbe esserci ve ne sono solo 26 mentre l'assistenza
infermieristica nel giro di pochi anni e' stata ridotta da 22 ore al giorno
a 8 ore al giorno."
Critiche alla visita di Agnoletto sono arrivate da Roberto Martinelli
segretario generale del SAPPE un sidncato degli agenti penitenziari.
"Una visita improntata a constatare olo le condizioni dei detenuti, non un
secondo e' stato dedicato agli agenti della penitenziaria."
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lavoro repubblica
Il carcere di Marassi:: un vero e proprio lazzaretto per detenuti malati di
aids" lo ha detto l'euro - parlamentare Vittorio Agnoletto, che ieri ha
visitato la struttura nel quadro delta settimana di mobilitazione indetta
dal collettivo Papillon del carcere di Rebibbia per monitorare la
condizione penitenziaria in Italia. Agnoletto era accompagnato da Antonio
Bruno del Social Forum del Ponente Genovese, e ha visitato anche. il
carcere femminile di Pontedecimo.
"Nel carcere di Marassí la situazione è realmente drammatica: - dice
Agnoletto - sono circa 670 i detenuti di fronte a una capienza
regolamentare di 400 personale consta di 350 persone, quindi mancano 120
unità al numero stabilito per legge. Gli educatori presenti sono unicamente
tre e solo due sono mediatori culturali. Il 60 per cento della popolazione
penitenziaria è costituita da immigrati, circa 300 sono i tossicodipendenti".
Ma per Agnoletto "il vero scandalo riguarda i circa 40 malati di aids: il
centro clinici la cui costruzione doveva essere terminata circa tre anni fa
è chiuso - spiega - i lavori interrotti e i malati di aids sono sistemati
nella sezione numero 6,1' ex sezione ad alta sicurezza, privi di
un'assistenza sanitaria adeguata al loro stato clinico":
"Vi sono detenuti-pazienti quasi privi di difese immunitarie e vi sono
detenuti con patologie gravissime, aids conclamato -prosegue - cirrosi
epatica, osteporosi, detenuti in carrozzella che hanno subito gravi
interventi chirurgici: secondo la legge e secondo i referti medici questi
detenuti sarebbero incompatibili con il carcere ma il giudice di
sorveglianza ha rifiutato loro la scarcerazione e anche l' invio presso
comunità protette".
"Durante la visita alla sezione numero 6-dice Agnoletto - è stata anche
verificata l' impossibilità per i malati di accedere a dei pasti che siano
in relazione con le terapie alle quali sono sottoposti."
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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visitate il sito del Comitato Verita' e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it su cui c'e' una rassegna stampa sull'argomento
Il Comitato Verità e Giustizia per Genova raccolgie fondi per la difesa
dichi e' rimasto vittima della violenza delle forze dell'ordine a Genova
nel luglio 2001.
ccp 34566992 ABI 07061 CAB 01400 intestato Comitato Verità e Giustizia per
Genova
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