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Szerző: Isabelle Saint-Saens
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Cosa farebbe lei se fosse al governo?
"Innanzitutto bisogna costruire nuovi centri di permanenza e di prima
accoglienza. Quelli che ci sono li abbiamo creati tutti noi. Ma le
sembra normale che il governo attuale non ha costruito un solo
centro? Non hanno fatto nulla perché confidavano nei respingimenti
della legge Bossi-Fini [...]".

Le risponderanno che l'Italia non si può far carico delle tragedie di
un continente.
"Eppure qualcosa dobbiamo fare. Io avanzo una proposta. L'Europa deve
organizzare una grande conferenza internazionale tra Europa e Africa.
Non basta parlare con la Libia e fare i campi di contenimento a
Tripoli invece che a Lampedusa [...]".

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L'Espresso 20-10-2004

EXTRACOMUNITARI / L'EMERGENZA ARRIVI
<http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?m1s=null&m2s=a&idCategory=4791&idContent=679126>

Porte aperte agli immigrati
Attacca il governo. Lo accusa di violazione dei diritti. Poi l'ex
ministro dà la sua ricetta: far entrare in Italia anche chi non ha
lavoro. Colloquio con Livia Turco

di Marco Lillo

Il centro-sinistra sulla questione immigrazione rilancia. Mentre il
governo Berlusconi mostra il pugno di ferro, caricando sui charter
centinaia di disperati appena sopravvissuti alla traversata
dall'Africa, Livia Turco responsabile Welfare dei Ds ed ex ministro
della Solidarietà, annuncia in questa intervista a 'L'espresso':
"Quando torneremo al governo aboliremo la legge Bossi-Fini e
allargheremo le quote annuali di ingresso nel nostro paese dando la
possibilità agli extracomunitari di entrare in Italia anche se non
hanno già un'occupazione. Bisogna creare un nuovo permesso, per
ricerca di lavoro. Il governo sta sbagliando tutto. Questo problema
non si affronta con le deportazioni di massa, in violazione delle
leggi internazionali".

Onorevole Turco, a dire il vero, il governo, per bocca del
sottosegretario Alfredo Mantovano sostiene che i rimpatri alla
frontiera li avete inventati voi e non la legge Bossi-Fini.

"Mi fa sorridere questa riscoperta tardiva della legge
Turco-Napolitano da parte di chi l'ha criticata per anni. È falso. E
chi dice queste cose è il sottosegretario Mantovano, non il ministro
Pisanu che è più serio. La nostra legge prevedeva il rimpatrio alla
frontiera e anche noi abbiamo rimandato in Albania cittadini di altri
paesi, come i pachistani o i bengalesi. Ma non è questo il punto. La
differenza tra noi e il centro-destra è che loro stanno facendo vere
e proprie deportazioni di massa senza tenere in alcun conto la
situazione individuale. Noi offrivamo a tutti i profughi la
possibilità di esercitare il diritto di asilo. Non li trattavamo come
pacchi da rispedire al mittente. Oggi nessuno ascolta le loro ragioni
e così si violano le convenzioni internazionali sui diritti
dell'uomo".

Chiunque ha visto uno sbarco sa che quasi tutti i profughi dichiarano
di fuggire dalla guerra e dalla fame. Accogliendo le domande di asilo
di tutti non si rischia così di incentivare le partenze verso
l'Italia?

"Bisogna ricordare una cosa: i rimpatri con i voli charter da parte
di questo governo avvengono un mese dopo che il questore di Siracusa
ha dovuto lasciare liberi un centinaio di africani appena sbarcati,
perché non c'era posto nei campi di prima accoglienza. Questo governo
fa solo propaganda mediatica. Mostrano i profughi che salgono
sull'aereo in tv per rassicurare il loro elettorato. Ma sono allo
sbando, non hanno una seria politica dell'immigrazione".

Cosa farebbe lei se fosse al governo?

"Innanzitutto bisogna costruire nuovi centri di permanenza e di prima
accoglienza. Quelli che ci sono li abbiamo creati tutti noi. Ma le
sembra normale che il governo attuale non ha costruito un solo
centro? Non hanno fatto nulla perché confidavano nei respingimenti
della legge Bossi-Fini. E invece la legge gli è esplosa in mano
quando la Corte costituzionale l'ha bocciata. Non si vuole vedere il
vero problema: l'Africa sta scoppiando. Io mi indigno davanti a
questi respingimenti di massa nei confronti di persone che vengono da
Sierra Leone, Liberia, Eritrea, Sudan, paesi con guerre e carestie in
atto. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questa tragedia".

Le risponderanno che l'Italia non si può far carico delle tragedie di
un continente.

"Eppure qualcosa dobbiamo fare. Io avanzo una proposta. L'Europa deve
organizzare una grande conferenza internazionale tra Europa e Africa.
Non basta parlare con la Libia e fare i campi di contenimento a
Tripoli invece che a Lampedusa. Bisogna coinvolgere i paesi di
partenza dei flussi migratori non solo quelli di transito. Non basta
la solidarietà parolaia, bisogna stanziare aiuti mentre il governo
Berlusconi ha ridotto i fondi alla cooperazione. Inoltre si deve dare
una speranza a questi popoli. Tutti gli accordi con quei paesi devono
prevedere tre cose: le politiche contro i flussi irregolari, gli
aiuti ma anche le politiche per creare un canale di ingresso regolare
in Italia".

La Bossi-Fini prevede una quota di ingresso per i lavoratori delle
imprese. Non basta?

"Non basta assolutamente. Bisogna tornare alla nostra legge. La
Bossi-Fini di fatto impone agli italiani e agli stranieri la
violazione della legge. Non è previsto un vero canale regolare di
ingresso. Le imprese italiane hanno bisogno di 150 mila immigrati, e
poi bisogna escludere dalle quote il lavoro domestico. Le colf e le
badanti non devono rientrare in queste soglie. La Bossi-Fini crea una
nuova figura: 'il clandestino di Stato'".

Cosa intende per 'clandestino di Stato'?

"Tutti vedono cosa sta accadendo in Italia: gli stranieri entrano, in
gran parte via terra, con il visto turistico, girano liberamente per
tre mesi alla ricerca del lavoro. Spesso lo trovano perché c'è grande
richiesta di colf, badanti e operai. Ma quando l'hanno trovato devono
tornare in clandestinità. Non hanno alternativa".

Vuol dire che se il centro-sinistra dovesse tornare al governo
varerebbe una sanatoria per fronteggiare questa situazione di
illegalità?

"Non le rispondo. Perché non è questo il tema. Certamente
ripristineremo il sistema delle quote di ingresso e permetteremo agli
extracomunitari di entrare in Italia anche se non hanno un lavoro.
Bisogna istituire un permesso per la ricerca di lavoro. Bisogna
introdurre delle quote più flessibili e una forma di regolarizzazione
ad personam. Se andremo al governo, con il ripristino del sistema
delle quote questa situazione finirà: chi oggi è già in Italia, con
un lavoro sicuro ma non regolarizzato, si presenterà all'ufficio
stranieri e con il contratto di lavoro otterrà il permesso di
soggiorno".

Però anche quando era in vigore il sistema delle quote, durante la
sua gestione, migliaia di persone restavano fuori dalle soglie e si
davano alla clandestinità. Tutti ricordiamo le file davanti alle
questure.

"Anche noi abbiamo fatto degli errori. Su bimmo il ricatto della
paura. Avevamo il mitra dell'opposizione puntato contro e ci siamo
fatti intimidire tenendo le quote troppo basse. Quando andremo al
governo introdurremo quote più flessibili. Ma vorrei ricordare che le
file alle questure ci sono anche adesso. Un'altra follia della legge
Bossi-Fini è il rinnovo annuale dei permessi di soggiorno che costa
tantissimo tempo e soldi alle questure. Ci vogliono anche sei mesi
per ottenere il rinnovo e l'immigrato in quel periodo vive in una
condizione di sospensione dei diritti. Bisogna portare la durata del
permesso fino a quattro anni".

Ma l'introduzione di aperture significative, come il permesso per
ricerca di lavoro o come la durata quadriennale, potrebbero favorire
un aumento dell'appeal del nostro paese sugli immigrati. Non è un
rischio?

"Bisogna essere ciechi per non vedere che nonostante i charter e la
faccia feroce del governo, i barconi continuano ad arrivare. Queste
persone fuggono da tragedie atroci. Che paura possono avere delle
minacce del governo Berlusconi?".

E allora come si scoraggia l'immigrazione clandestina?

"Mettiamo in chiaro una cosa: con l'immigrazione clandestina la legge
Turco-Napolitano era molto rigida, fermo restando il diritto d'asilo.
Il messaggio che deve arrivare in quei paesi lontani è che esiste
un'alternativa legale. Bisogna dire ai liberiani, ai somali e ai
sudanesi: potete venire in Italia seguendo le regole. Ma non
affidatevi ai criminali senza scrupoli perché sarete respinti".

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Sbarchi poco matematici

Il governo non prevede la pubblicazione aggiornata dei dati
sull'immigrazione. E da tempo le opposizioni denunciano un uso
strumentale delle statistiche. L'ultima volta che il ministro
dell'Interno Beppe Pisanu ha pubblicizzato i dati sugli sbarchi è
stato il 15 settembre scorso, in occasione dell'accordo con la Libia.
Si è scoperto così che dal primo gennaio al 15 settembre scorso
l'Italia ha respinto alle frontiere o espulso 42 mila e 317 immigrati
clandestini. Quanto agli sbarchi, alla data del 15 settembre erano
fermi a quota 9 mila e 707, in gran parte provenienti dalla Libia.

I voli charter per rimpatriare gli immigrati clandestini erano stati
42, in aumento rispetto ai 33 del 2003. Secondo Pisanu, gli sbarchi
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno erano in lievissimo
calo: da 9 mila e 853 del periodo che va dal primo gennaio al 15
settembre 2003 ai 9 mila e 707 dello stesso periodo 2004. Dopo quel
discorso alla Camera, però, sono sbarcate più di 2 mila persone sulle
coste siciliane provenienti dalla Libia, come ha riferito il
commissario Rocco Buttiglione a Bruxelles, e il saldo rispetto al
passato è diventato improvvisamente negativo.