Autor: clochard Data: Assumpte: [Cerchio] Venezuela: l'oligarchia importa soldati,
non riesce a reclutarli nel suo paese
Venezuela: l'oligarchia importa soldati, non riesce a reclutarli nel suo
paese
Marta Harnecker
17 marzo 2004
1. Quel che risulta lampante nella scoperta dell'ingresso nel paese di un
consistente gruppo di paramilitari colombiani è che l'"oligarchia
venezuelana anti-bolivariana e anti-venezuelana con i suoi padroni del Nord"
per portar avanti i suoi obiettivi sovversivi non è riuscita a reclutare
soldati venezuelani e "si è vista costretta a reclutarli in altri paesi", ha
dichiarato il presidente Chávez davanti a decine di migliaia di persone che
si sono riunite a Caracas domenica 16 maggio per manifestare il loro
dissenso rispetto a questo fatto e per esprimere la loro volontà di pace.
2. Siccome "le cospirazioni contro il Venezuela non finiscono con la cattura
dei mercenari a Caracas", poiché probabilmente ce ne sono molti altri
infiltrati in altre zone del paese; siccome non si tratta di un'azione
isolata, ma i tentativi di fermare il processo continueranno, l'unica
conclusione è che bisogna prepararsi a difendersi. Per questo al Presidente
è sembrato opportuno approfittare dell'occasione per annunciare tre linee
strategiche di difesa della nazione. La più radicale è stata il richiamo
alla partecipazione di massa del popolo alla difesa nazionale integrale.
3. Una settimana prima, domenica 9 maggio, era stato scoperto nelle
vicinanze di Caracas un importante gruppo di questi paramilitari (50), in
uniforme da campagna. In seguito sono comparsi altri gruppi fino ad arrivare
alla cifra attuale di 130, senza poter scartare l'ipotesi che ce ne siano
altri. I tre paramilitari colombiani a capo dell'operazione fanno parte del
Blocco Nord di Santander dell'Autodefensas Armadas de Colombia (AUC).
Organizzazioni paramilitari
4. Alcuni dei colombiani coinvolti hanno una lunga storia come paramilitari.
Altri sono riservisti dell'esercito colombiano e altri ancora sono stati
reclutati specificamente per questo incarico, sicuramente con l'inganno. Tra
questi ci sono diversi minorenni.
5. È stato identificato e arrestato un colonnello dell'Aeronautica
venezuelana oltre a sette ufficiali della Guardia Nazionale di questo paese.
Tra i coinvolti nel complotto c'è un gruppo di civili capeggiati dal cubano
Robert Alonso, ideatore delle "guarimbas" [tentativo di sovvertire l'ordine
costituito attraverso manifestazioni violente di strada apparentemente
autoconvocate, in realtà ben preparate, NdT] e Gustavo Quintero Machado,
venezuelano; entrambi sono ricercati dalla giustizia venezuelana.
6. Si discute su quali fossero i loro veri obiettivi. Uno potrebbe esser
stato rubare armi per attaccare il Palazzo di Miraflores e lo stesso
presidente Chávez.
7. Il governo ha denunciato l'esistenza di un complotto internazionale che
coinvolgerebbe il governo statunitense e quello colombiano. L'ambasciatore
statunitense Shapiro ha negato il coinvolgimento a qualsiasi titolo del suo
paese in questo "incidente". E il presidente colombiano, da parte sua, ha
espresso solidarietà al governo venezuelano affermando di essere al suo
fianco nelle azioni contro membri di gruppi irregolari colombiani che
agissero in Venezuela, il che ha portato Chávez a proclamare pubblicamente
la sua convinzione che Álvaro Uribe non aveva nulla a che vedere con il
complotto, pur ribadendo le accuse a un generale colombiano di nome Carreño.
8. Anche se la stampa di opposizione ha fatto una gran campagna per
minimizzare la questione, accusando il governo di aver montato un caso per
avere il pretesto di prendere misure di forza che impediscano di arrivare a
un confronto elettorale, ogni giorno compaiono nuove prove a conferma della
versione ufficiale.
9. La Magistratura colombiana è in possesso delle prove del reclutamento di
paramilitari che poi si sono spostati in Venezuela e dell'infiltrazione di
gruppi di estrema destra nei servizi segreti della città di confine di
Cúcuta. Le prove sono state diffuse dal notiziario televisivo "La red
independiente". Il programma di attualità ha diffuso delle intercettazioni
in cui i paramilitari di Cúcuta passano in rassegna le operazioni realizzate
da questi gruppi sul confine e in territorio venezuelano.
Tutte le armi dell'opposizione
10. Non è un'azione di tutta l'opposizione. Gran parte dell'opposizione
sembra aver imparato la lezione venuta dal bilancio delle violenze dello
scorso marzo. (Come si sa la maggioranza dei venezuelani ha rifiutato queste
azioni violente [1]).
11. Ciò nonostante, gruppi radicali all'interno dell'opposizione (tra i
quali si annoverano alcuni dirigenti militari golpisti) sapendo di non avere
un appoggio elettorale sufficiente, hanno deciso di intraprendere la strada
della violenza come unica via d'uscita. Tra i loro ispiratori si trova l'ex
presidente Carlos Andrés Pérez che, in un programma radiofonico colombiano,
ha rivelato che si sta cercando un modo di togliere di mezzo Chávez con la
forza visto che con le buone è impossibile.
12. Sapendo che alcuni dei reclutati sono minorenni, "figli della povertà
che finiscono reclutati dal narcotraffico", ha annunciato che non finiranno
in carcere; si è offerto invece di farli tornare alle loro famiglie o di
permettere loro di fermarsi a studiare in una scuola bolivariana, se lo
vogliono.
13. Il leader bolivariano ha sostenuto che il processo rivoluzionario
venezuelano è entrato in una nuova fase, definita fase antimperialista,
nella quale è necessario avere idee chiare e agire di conseguenza.
14. Dopo aver insistito sulla necessità di procedere con la riforma agraria
e con i progetti sociali ed economici, annunciando la cosidetta "Agenda
Bolivariana 2006", ha fatto riferimento alle tre linee strategiche di difesa
integrale della nazione.
15. La prima è collegata al rafforzamento della componente militare e a
questo proposito ha annunciato l'aumento del contingente che sta per entrare
nell'esercito e il miglioramento delle sue capacità; e che si creeranno
teatri di operazioni militari in diverse regioni del paese, per esempio
nella regione centrale. E se necessario si compreranno nuove armi.
16. La seconda è la necessità di approfondire l'unione civile-militare. Ha
affermato che sarebbe stato severo con i militari golpisti che ancora
restavano nelle Forze Armate, e ha rivelato che si era scoperto che alcuni
progettavano di impadronirsi di una base aerea e far alzare in volo aerei
d'artiglieria per bombardare Miraflores e altri punti strategici.
17. La terza linea si riferisce alla partecipazione attiva del popolo alla
difesa. Si tratta di mettere in pratica l'articolo 7 della Costituzione che
tratta della Sicurezza della Nazione dove si stabilisce una
corresponsabilità tra stato e società civile in relazione a questo tema. [2]
18. Basandosi su questo testo costituzionale il Presidente Chávez ha
richiamato il popolo affinché si impegni nella difesa della sovranità
nazionale. Ha sostenuto che i riservisti, che prossimamente saranno 100.000,
non sono sufficienti; ma c'è bisogno di incorporare in massa il popolo nella
difesa. E che militari in pensione dovranno essere d'aiuto in questo
compito.
19. Non c'è dubbio che la rivoluzione bolivariana è entrata in una nuova
fase. È necessario non solo che tutto il popolo venezuelano si impegni a
difenderla, ma che aumenti la solidarietà internazionale per impedire
qualsiasi tipo di ingerenza straniera.
Note
1 Marta Harnecker, El rebaño perplejo domesticado por los medios, 14 marzo
2004.
2 Si dice testualmente che anche se della sicurezza della Nazione è
responsabile lo Stato, "della sua difesa sono responsabili i venezuelani e
le venezuelane" (articolo 322). E più avanti si dice che questa è "la
corresponsabilità tra Stato e società civile" (articolo 326).
Profilo dell'Autrice
Dopo la laurea in Psicologia all'Universidad Católica de Chile, nel 1962,
viaggia in Francia. In quell'epoca di effervescenza politica e culturale ha
studiato con Louis Althusser, uno dei principali teorici del marxismo. Più
avanti, nel 1969, il suo libro "I concetti elementari del materialismo
storico" diventa un emblema per migliaia di latinoamericani.
Oggi Marta Harnecker dirige il Centro di ricerca Memoria Popolare
Latinoamericana (MEPLA) con sede a l'Havana, Cuba, dove risiede dal golpe
militare cileno.
Osservatrice dei processi di trasformazione sociale, ha divulgato opere e
saggi sulle diverse esperienze in America Latina. Negli ultimi tempi si è
dedicata all'analisi della cosiddetta "rivoluzione bolivariana".