[NuovoLaboratorio] memo FSE

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Author: laura testoni
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Subject: [NuovoLaboratorio] memo FSE
L'obiettivo di questo memo,per chi lo vuole leggere, e' lasciare una
traccia (ovviamente personale e "soggettiva") sul FSE di Londra.

1) SILENZIO STAMPA
Questo Fse e' affollatissimo (20000 partecipanti, 2000 associazioni
registrate),
presenta ospiti presTigiosi, riempie la linea Piccadilly del Metro di
giovani (e meno giovani) ma i giornali non ne parlano. Nell'Inghilterra di
Blair il FSE non fa notizia? Oppure, in generale il FSE non fa piu'
notizia? Verrebbe da dire: meglio cosi', si lavora meglio fuori dalla luce
dei riflettori mediatici!

2) WHITE SOCIAL FORUM?
Questo FSE e' molto, troppo "bianco": dopo gli inglesi la delegazione +
numerosa e' sicuramente quella italiana: le comunita' black presenti ai
workshop con numerosi e preparati relatori non sono eccezionalmente presenti
tra il pubblico. Non ritroviamo, tra i corridoi del forum, la folla
multietnica che popola il centro di londra, le matropolitane, i negozi. Non
troviamo i "buddah di periferia".

3) LA GUERRA FA DISCUTERE
L'Inghilterra e' dentro la guerra fino al collo, e la fine orrenda di Ken
Bigley e' nei pensieri di tutti, qui non hanno avuto le "due simone". Una
plenaria dal titolo inequivoco "End the occupation in Irak" non si e' potuta
svolgere perche' un parte di pubblico (minoritaria ma non sparuta) ha
contestato la presenza di Subhi Al Mashadari, segretario generale della
Federazione Sindacale nazionale Irakena, perche' ritenuto troppo
"governativo" ovvero legato all'attuale governo provvisorio. alla fine i
moderatori hanno deciso di non far svolgere il dibattito. Una occasione
perduta non solo per Mashadari (che magari avrebbe potuto chiarire la usa
"ambigua" posizione e dirci qualcosa dei sindacati iracheni) ma anche per
gli altri ospiti: il "nostro" Fabio
Alberti e Sabah Al Jawad (Iraki democtats against occupation) .

4) DIALOGARE CON L'ISLAM
Molte sessioni sono dedicate al dialogo interculturale con l'Islam. Sono
i seminari piu' interessanti forse, in cui vediamo un po di meticciato anche
tra il pubblico.
C'e' un dibattito tagliente sulla Hijab, il velo islamico per le donne.
viene tematizzato il diritto di scelta delle donne, ma a partire da questo
assunto condiviso la sala (e soprattutto gli attivisti francesi) contesta
il "taglio" dell'incontro, troppo sbilanciato su una condanna senza appello
della legge francese che vieta il velo nella scuola pubblica. E' poi la
volta del seminario su "Islam e Occidente - valori comuni" in cui Tariq
Ramadan, islamico e studioso di Islam ci spiega come le ultime generazioni
islamiche occidentali siano cambiate, come il velo venga portato dalle
ultime generazioni di ragazze - e non dalle loro nonne, costrette dalla
"prima immigrazione" a percorsi traumatici sbrigativi e poco meditati di
assimilazione, e come si possa essere, nello stesso tempo europei e
musulmani. Tariq ci ricorda che nel FSE di Firenze i musulmani erano quasi
assenti, e che quindi grandi passi sono stati fatti.. Ci dice della sua
percezione e della "rivoluzione silenziosa"
che crea forme inedite di integrazione, in cui si passa dall'astrattezza
del dialogo alla concretezza della cooperazione, dall'isolamento delle prime
comunita' londinesi alla loro attuale grande visibilita'. Parole forti e mai
banali,
veri strumenti di smontaggio della retorica dello scontro di civilta'

5) LA DISSOLUZIONE DEL LABOUR PARTY
All'interno del Forum ci rendiamo conto della compiuta deriva del gia'
decotto Labour
di Blair e dei suoi compagni di merende.
Inaugura il Forum il sindaco di Londra, Ken Livingston, apertamente contro
la guerra. Alcuni importanti esponenti del labour come George Galloway hanno
lasciato il partito, altri chiedono, anche attraverso petizioni ufficiali
le dimissioni di Blair, ma l'esperienza piu' interessante e' sicuramente
quella di Diane Abbott, parlamentarwe laburista, prima e unica donna nera
eletta al parlamento di Londra, che legge la guerra come il "momento della
verita'" per il labour e come un frattura insanabile tra lo stesso e la
societa'inglese.
Diane e' contro la guerra e contro il terrorismo, ma ci dice anche che
"terrorista" fu l'etichetta a suo tempo affibbiata anche a mandela ad ai
Mau-Mau. Non voglio, dice Abbott, che blair dica che "si scusa" ma che
rifletta e scelga la via delle dimissioni. Grande ovazione.

6) ECCO LE UNIONS
Notiamo una forte presenza e visibilita' dei sindacati dentro al FSE,
soprattutto nei dibattiti contro la globalizzazione e sulla democrazia
sociale ed economica.
Oltre alla CES hanno ovviamente grande visibilita' le trade unions inglesi.
Tra esse: Unison, i sindacati del pubblico impiego (una sala dei meeting
porta il loro nome), hanno uno stand pieno di materiali tutt'altro che
seriosi come ci si aspetterebbe da un sindacato della funzione pubblica.
C'e' T&G (transpoert & general work union) con uno stendardo ricamato
d'epoca che ricorda quello delle nostre societa' di mutuo soccorso.

7) DIO AMA TUTTE LE LINGUE
e' la frase fulminante che dice Tariq Ramadam per ricordarci che tutte le
religioni hanno un contenuto di verita' ma a me ricorda anche il grande
lavoro che Babel, il collettivo di volontari che si occupa delle traduzioni
simultanee: il loro lavoro nelle cabine insonorizzate permette a tutti di
capire cosa viene detto.
E sul brusio delle traduzioni di dei volontari di Babel, che e' metafora
concreta della pluralita' di linguaggi che popola questo forum chiudiamo
questo piccolo reprt sul FSE, e ringraziamo chi e' arrivato fino in fondo
ciao,
PS brutto episodio prima della manifestazione conclusiva, con fermi anche di
italiani di Ya basta. Partecipazione di circa 80.000 persone.

laura


laura testoni
arci genova
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