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Autore: Gabriele Focosi
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Colombia: rapporto di Amnesty International sulla violenza contro le donne
COMUNICATO STAMPA
CS140-2004

COLOMBIA: RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

'Sono stata stuprata dal capo dei paramilitari (?) Ti tocca stare zitta.
Se ne parli con qualcuno, ti dicono che te la sei andata a cercare. Ora
sono a Medellín. Ogni volta che arriva l'esercito, penso che possa
capitarmi di nuovo. È un incubo che non finisce mai?' (testimonianza
raccolta da Amnesty International)

Bogotá, 13 ottobre 2004 ? 'Seminando il terrore e sfruttando le donne per
conseguire vantaggi militari, le forze di sicurezza, i gruppi paramilitari
sostenuti dall'esercito e la guerriglia hanno trasformato i corpi di
migliaia di donne e ragazze in un campo di battaglia' ? ha dichiarato
Susan Lee, direttrice del Programma Americhe di Amnesty International,
presentando un nuovo rapporto sulla violenza contro le donne in Colombia.

Il rapporto raccoglie le testimonianze di numerose donne sopravvissute
alla violenza sessuale perpetrata dai vari protagonisti dello scontro
armato. Raramente le loro parole vengono ascoltate: lo stigma della
violenza sessuale e la paura impedisce a molte di esse di denunciare.

'Con questo rapporto, speriamo di dare voce alle migliaia di
sopravvissute, la cui esperienza della violenza sessuale rimane nascosta
dietro un muro di silenzio rafforzato dalla discriminazione e
dall'impunita'' ? ha detto Lee.

La violenza sessuale contro le donne, compreso lo stupro, è parte
integrante del conflitto armato in corso da 40 anni; le prove scoperte da
Amnesty International lasciano pensare che il fenomeno sia estremamente
diffuso.

Gli stupri e gli altri crimini sessuali, come le mutilazioni genitali,
vengono commessi di frequente dalle forze di sicurezza e dai paramilitari
nel contesto della tattica del terrore contro le comunita' accusate di
collaborare con la guerriglia. Particolarmente a rischio sono le donne di
origine africana, le indigene, le contadine, le abitanti dei quartieri
piu' poveri delle citta' e le sfollate.

'Le donne e le ragazze vengono stuprate, sottoposte a svariati abusi
sessuali e persino uccise perche' si comportano in un modo ritenuto
inaccettabile dai combattenti, tentano di sfidare il potere dei gruppi
armati o semplicemente sono considerate un bersaglio utile mediante il
quale infliggere umiliazione al nemico' ? ha aggiunto Lee.

Il rapporto di Amnesty International denuncia casi di donne che hanno
subito abusi sessuali dopo essere state sequestrate dalla guerriglia o dai
paramilitari oppure dopo che erano state arrestate dalle forze di
sicurezza. I gruppi della guerriglia costringono le loro combattenti ad
abortire e ad usare contraccettivi.

'I paramilitari e la guerriglia cercano di intromettersi persino nei piu'
intimi aspetti della vita delle donne, imponendo coprifuoco e codici di
abbigliamento e umiliando, stuprando e addirittura assassinando chi osa
trasgredire' ? ha denunciato Lee.

A causa degli stereotipi culturali sul genere, la guerriglia e i
paramilitari si accaniscono spesso su persone che giudicano socialmente
'indesiderabili', come le lavoratrici del sesso, le lesbiche, i gay e chi
è sospettato di essere sieropositivo.

Le autorita' colombiane e l'opinione pubblica in generale ignorano da
troppo tempo lo scandalo della violenza sessuale, considerata un 'fatto
privato'. I casi vengono raramente registrati nelle statistiche ufficiali
o nelle conclusioni delle autopsie e diventano ancora piu' invisibili se
sono legati al conflitto armato.

Lo Stato non intende portare i responsabili di fronte alla giustizia.
Quando viene aperta un'indagine, il trattamento cui le autorita'
sottopongono la vittima è spesso degradante mentre gli autori sono
identificati di rado, quasi mai puniti. Le cure mediche per le
sopravvissute sono praticamente inesistenti per le vittime che non
riescono ad affrontare le spese.

'Le sopravvissute alla violenza sessuale entrano in un ciclo di punizione.
In moltissimi casi, dopo aver subito la violenza, vengono respinte dalle
famiglie, umiliate dal sistema legale, private delle cure mediche e della
giustizia' ? ha proseguito Lee.

Molte organizzazioni di donne in Colombia cercano di superare il problema
fornendo assistenza medica e consulenza alle sopravvissute; per questo,
sovente diventano il bersaglio dei protagonisti del conflitto armato,
poiche' il loro lavoro è visto come un aiuto al 'nemico'.

Il governo colombiano ha la responsabilita' di prevenire e punire la
violenza sulle donne. Nonostante le ripetute raccomandazioni delle Nazioni
Unite e di altri organismi internazionali, sono pochi i segnali che il
governo stia prendendo misure adeguate per porre fine a questi abusi e
portare i responsabili di fronte alla giustizia.

Le politiche adottate dal governo continuano a trascinare ancora di piu'
la popolazione civile nel conflitto e ad esacerbare lo scandalo
dell'impunita'. 'Questa impunita' è l'architrave della perdurante crisi
dei diritti umani in Colombia. Lo Stato non esercita la diligenza dovuta
nel prevenire, punire e sradicare la violenza sessuale e di genere; cosi'
facendo, trasmette il segnale che questi comportamenti sono tollerati e
anche perdonati. Tutte le parti in conflitto devono denunciare
pubblicamente la violenza di genere e impartire chiare direttive alle
forze che agiscono ai loro comandi: la violenza contro le donne non sara'
tollerata e gli autori saranno considerati responsabili e consegnati alla
giustizia' ? ha concluso Lee.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 ottobre 2004

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Amnesty International - Gruppo Italia 201 Lucca - www.amnesty.luccanet.com