[Forumlucca] Il Governo ha fatto oscurare Indymedia dall'Fbi

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Interni
L'Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dal Viminale
di Valentina Petrini

L'ordine di sequestro del server di Indymedia sarebbe partito proprio dall'Italia.
A precisarlo è un agente dell'Fbi, Joe Parris, il quale spiega che «l'Italia
insieme alla Svizzera ha chiesto l'intervento della Giustizia americana».
E mentre si cerca di capirci di più, a Genova si apre il meeting di Indymedia
(già in programma prima che scoppiasse il caso). Gli avvocati del Genova
Legal Forum stanno cercando di reperire informazioni. Laura Tartarini, uno
degli avvocati del Legal Forum da noi contattata, dice: «Siamo preoccupati
anche perchè in quel server erano contenute tutte le informazioni di Genova
2001».


«Sul server sequestrato a Rackspace, la società che mette in rete Indymedia,
erano contenute tutte le informazioni relative al caso di Genova. Siamo
molto preoccupati». Laura Tartarini è un avvocato del Genova Legal Forum.
La raggiungiamo telefonicamente per farci spiegare i motivi del sequestro
e il perché del coinvolgimento italiano in questa vicenda. «Purtroppo non
sappiamo molto ? ci spiega ? Oltre alle poche cose diffuse dall?Fbi non
c?è stata fatta nessun altra comunicazione». A Genova sabato mattina gli
operatori di Indymedia e gli avvocati si sono riuniti per capire come muoversi.
Già da un pò era in programma questo meeting e venerdì si è deciso di incentrarlo
sulla vicenda del sequestro del server. «Due nostri colleghi sono partiti
immediatamente per Londra ?aggiunge Laura Tartarini- Siamo in contatto e
speriamo di potervi al più presto dire di più».

Cala il silenzio sulla vicenda Indymedia, il sito che dà voce al movimento
antimperialista. Silenzio anche da parte del governo italiano, che secondo
quanto affermato da un agente dell?Fbi, Joe Parris, intervistato dalla France
Presse, sarebbe direttamente coinvolto. Come? L?Italia insieme alla Svizzera
avrebbe chiesto all?Autorità giudiziaria americana di intervenire per oscurare
Indymedia. L?ordine di sequestro, quindi, non è partito dagli Usa (che a
quando pare hanno solo mantenuto fede agli accordi di collaborazione tra
l?America e il nostro paese).

«L'intervento -ha detto l?agente Parris- e' stato fatto a nome di paesi
terzi». Parris ha anche precisato che questi "paesi terzi? sono l'Italia
e la Svizzera e ha aggiunto che l'iniziativa del ministero della Giustizia
americana non e' stata altro che «un aderire agli obblighi legali contenuti
nei nostri trattati di assistenza reciproca».

La sospensione delle attività locali dei siti di Indymedia rischia, a questo
punto, di diventare un giallo. Giovedì scorso, lo ricordiamo, gli agenti
dell?Fbi si sono presentati presso le sedi americana e inglese di Rackspace,
l?azienda che fornisce i server che ospitano molti siti locali di Indymedia,
per eseguire un ordine ben preciso: farsi consegnare, immediatamente, i
server web di Indymedia.

Questi i siti attualmente disabilitati: Amazzonia, Uruguay, Andorra, Polonia,
West Massachusetts, Nizza, Nantes, Lilles, Marsiglia (vale a dire, come
specificano quelli di Indymedia, tutta IndyMedia Francia) Euskal Herria
(Paesi Baschi), Liegi, Antwerpen (vale a dire tutto il Belgio), Belgrado,
Portogallo, Praga, Galizia, Italia, Brasile, Regno Unito e per finire Germania.

La Rackspace, parlando con volontari di Indymedia, ha dichiarato di «non
poter fornire ad Indymedia alcuna informazione riguardante questo ordine
di sequestro».

Nel sito italiano di Indymedia un comunicato informa i navigatori di quanto
accaduto: «Giovedì 7 Ottobre 2004, alle 18 circa, l?Fbi si è presentata
presso la sede statunitense e quella inglese di Rackspace, l'azienda presso
la quale risiedono i server che ospitano molti siti locali di Indymedia,
fra cui Italy.indymedia.org. Gli agenti hanno richiesto il sequestro delle
due macchine ed hanno preteso la consegna dei dischi, portandoseli quindi
via. Attualmente non abbiamo informazioni ulteriori, nemmeno sui motivi
che hanno portato a questa operazione. Siamo in attesa di tornare online
con una macchina di riserva, avendo attualmente perso molto del materiale
presente su Indymedia».

E dal mondo politico arriva l?interrogazione parlamentare urgente del senatore
dei Verdi, Fiorello Cortina, che chiede al governo di chiarire il ruolo
del nostro paese nella vicenda che ha portato alla chiusura del server inglese
della rete di Indymedia. «Ho rivolto una interrogazione urgente al governo
italiano e al ministro Stanca affinché - prosegue Cortiana ? si attivino
per garantire sia la riapertura del server che la tutela dei diritti di
comunicazione sulla rete. Questa violazione della libertà di pensiero e
di espressione arriva proprio mentre è ancora aperta la conferenza mondiale
sulla società dell'informazione promossa dall'Onu, a Ginevra nel 2003, e
che si concluderà a Tunisi nel 2005».






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