[ssf] FBI sequestra i server di Indymedia

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Author: MAtteo HCE Valsasna
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Subject: [ssf] FBI sequestra i server di Indymedia
inoltro il comunicato stampa e quello di oggi (in inglese). intanto il
sito di indy italia, uno di quelli che era stato oscurato dal sequestro,
è parzialmente ripristinato (non ancora il materiale vecchio).

pare che la richiesta che ha portato all sequestro provenga dall'italia
e dalla svizzera.

http://italy.indymedia.org/

ciao a tutt*

MAtteo



- 08 Oct 2004
FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno Unito
Le autorità statunitensi hanno emesso un ordine federale imponendo
all'ufficio di Rackspace negli Stati Uniti di consegnare loro l'hardware
di Indymedia situato a Londra. Rackspace e' uno dei providers che
ospitano il web di Indymedia con uffici negli Stati Uniti e a Londra.
Rackspace ha acconsentito, senza prima renderlo noto a Indymedia, e ha
consegnato i server di Indymedia nel Regno Unito. Questo atto ha colpito
più di 20 siti di Indymedia in tutto il mondo.

Dal momento che l'ingiunzione e' stata inoltrata a Rackspace e non a
Indymedia sono ancora ignote a Indymedia le ragioni di quest'azione.
Parlando ai volontari di Indymedia, Rackspace ha affermato che " non
possono fornire a Indymedia nessuna informazione riguardante l'ordine
ricevuto". Altri Internet service Providers hanno ricevuto in simili
situazioni obblighi di riservatezza che impediscono alle parti coinvolte
di ricevere aggiornamenti su quello che sta succedendo.

A Indymedia non e' chiaro come e perchè un server che e' fuori dalla
giuridisdizione statunitense possa essere sequestrato dalle autorità
degli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, sempre a Rackspace, un secondo server e' stato
disconnesso: si tratta di un server che ospita trasmissioni live di
diverse stazioni radio, BLAG (linux distro), e un'altra serie di cose
utili.

Negli ultimi mesi il governo federale degli Stati Uniti ha condotto
numerosi attacchi ai danni di vari Indymedia nel mondo. In agosto i
servizi segreti hanno cercato di interrompere il NYC IMC prima della
convention repubblicana provando a sequestrare i logs da un provider
internet negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi. Il mese scorso la
Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) ha chiuso numerose radio
comunitarie in tutti gli Stati Uniti.

Due settimane fa l' FBI ha chiesto che Indymedia rimuovesse un messaggio
su Nantes IMC che conteneva delle foto di alcuni agenti della polizia
svizzera sotto copertura. Altri attivisti di IMC Seattle sono stati
visitati dall' FBI per lo stesso motivo. Per contro, Indymedia ed altre
organizzazioni di media indipendenti hanno recentemente vinto importanti
cause, come ad esempio contro la Diebold (compagnia che fornisce sistemi
di votazione elettronica, coinvolta nei conteggi scandalo delle ultime
elezioni USA) e contro il "Patriot Act" (una legge che consente all'FBI
in nome della sicurezza nazionale e della lotta al terrorismo di
monitorare sistematicamente, senza richiedere l'autorizzazione della
magistratura, la corrispondenza ordinaria ed elettronica, la navigazione
sul Web, e perquisire le case dei cittadini americani e non, negli Usa e
all'estero). In questo quadro le autorità degli Stati Uniti hanno deciso
di chiudere decine di "Indymedia Centers" in tutto il mondo

La lista degli IMC locali colpiti da questa operazione include
l'Amazzonia, l'Uruguay, Andorra, la Polonia, il Massachusetts
occidentale, Nizza, Nantes, Lilles, Marsiglia (tutta la Francia), Euskal
Herria (paese Basco), Liegi, Vlaanderen est, Antwerpen (tutto il
Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga, Galiza, Italia, Brasile, Regno
Unito parte del sito della Germania ed il sito della radio on-line di
Indymedia.org.

- 09 Oct 2004
Italy and Switzerland Requested Indymedia's Server Seizure
Today, October 8, 2004, Indymedia has learned that the request to seize
Indymedia servers hosted by a US company in the UK originated from
government agencies in Italy and Switzerland. More than 20 Indymedia
sites, several internet radio streams and other projects were hosted on
the servers. They were taken offline on October 7th after an order was
issued to Rackspace, Inc., one of Indymedia's web hosting providers.

The reasons for the court order or who actually holds the servers now
are still unknown to Indymedia.

According to Italian news agency reports and an Agence France-Presse
(AFP) interview with FBI spokesman Joe Parris, the FBI acted on Italian
and Swiss requests. "It is not an FBI operation," Parris told AFP.
"Through a legal assistance treaty, the subpoena was on behalf of a
third country." (1)

Earlier today Rackspace published a statement that they turned over the
servers in response to an order under the Mutual Legal Assistance Treaty
(MLAT). The MLAT establishes procedures for countries to assist each
other in investigations regarding international terrorism, kidnapping
and money laundering. The court prohibits Rackspace from commenting
further on this matter. (2)

An Indymedia system administrator stated: "We do not know if Rackspace
is under a gag order, or what legal restrictions were imposed requiring
them to act this way, or whether their legal department had enough time
to study the request."

Aidan White, the General Secretary for the International Federation of
Journalists (IFJ) had this to say. "We have witnessed an intolerable and
intrusive international police operation against a network specialising
in independent journalism. The way this has been done smacks more of
intimidation of legitimate journalistic inquiry than crime-busting." (3)

Indymedia condemns the fact that even 24 hours after two entire servers
were taken down, Indymedia is still not getting any information of the
reasons for the order.

By taking down 2 servers more than 20 Indymedia sites were affected in
different countries globally as well as several unrelated projects.
Indymedia considers this extremely invasive operation a a serious threat
to the Freedom of Speech worldwide.

Indymedia insists that the servers are returned because each day they
are inoperable and Indymedia's irreplaceable data is unaccessible means
greater material damages to the Indymedia operation worldwide.